21 Luglio 2022 - 12.15

PILLOLA DI ECONOMIA –  Attenti al volo “2”

di Umberto Baldo

Esattamente un mese fa, il 23 giugno scorso, scrissi per questa rubrica una “Pillola” titolata “Attenti al volo!”, in cui mettevo in guardia coloro, e sono tanti, che  per recarsi in vacanza hanno scelto l’aereo, di mettere in conto un rischio reale di disservizi, ritardi, e cancellazioni di voli.

Solitamente non amo ritornare su un tema già trattato, ma in questo caso lo faccio perché quello che si è visto nelle ultime settimane negli aeroporti, e stiamo ancora vedendo quotidianamente, francamente è andato al di là dell’allarme che avevo lanciato con il pezzo di giugno.

La verità è che questa estate si è trasformata in un vero e proprio inferno negli aeroporti europei, e non solo per le temperature torride portate dall’ultima versione dell’anticiclone africano, Apocalisse 4800.

Le cause di questo disastro le avevo già descritte, e sono dovute in estrema sintesi al fatto che durante la pandemia l’industria del trasporto aereo ha risentito molto del calo del traffico, cui ha risposto licenziando fino al 45% della forza lavoro, che può essere quantificata in circa 26-30 mila fra piloti, assistenti di volo e personale di terra.

Era scontato che sarebbe stato impossibile colmare questi vuoti in tempi rapidi, ed il tentativo di molte Compagnie aeree di gestire una domanda di tipo pre-pandemico con metà del personale rispetto ai livelli pre-Covid, si sta rivelando una strategia aziendale fallimentare.

E se devo darvi la mia impressione, ritengo che con il caro carburante vertiginoso registrato da inizio anno (+ 89%), e con un costo del personale che pesa circa il 25% delle entrate (contro la media globale del 19%), le Compagnie europee siano tuttora poco incentivate ad aumentare gli organici.

Per cui ho la sensazione che si stiano adeguando al nodo adagio napoletano “a da passà a nuttata”, cercando cioè si scavalcare il picco estivo di domanda con quello che hanno a disposizione.

Ma a fronte di questi gravi disservizi non hanno avuto dubbi nell’aumentare il prezzo dei biglietti aerei, che sono quasi raddoppiati in tutta Europa, anche se va detto che il conseguente aumento delle entrate non impedirà il terzo anno consecutivo di perdite nette nei bilanci.

Tutto questo ovviamente interessa poco al viaggiatore che, oltre alle cancellazioni, vede aerei che decollano solo con i passeggeri, inseguiti da aerei che decollano solo con valigie.

E non parlo a caso dei bagagli, perché è in pieno corso un inedito carosello tragicomico nei cieli europei, con migliaia e migliaia di bagagli parcheggiati alla meno peggio dove possibile negli aeroporti, e che difficilmente saranno riconsegnati agli inferociti viaggiatori prima della fine della loro vacanza. 

A fronte di queste evidenti drammatiche difficoltà, le Compagnie aeree e le società di handling (quelle che maneggiano materialmente le vostre valigie) di fatto hanno alzato bandiera bianca, ed il viaggiatore  dopo aver fatto code bibliche per imbarcarsi, magari dopo aver bivaccato per ore e ore in aeroporto, si trova di nuovo in coda all’ ufficio Lost&Found dello scalo di destinazione per compilare il modulo di bagaglio smarrito.

Una situazione, quella del viaggiatore e del suo bagaglio, che ricorda il paradosso di “Achille e la tartaruga” di Zenone di Elea.

Le cose stanno così anche negli scali italiani, ma le testimonianze che arrivano da Londra, Amsterdam, Bruxelles o Francoforte, riferiscono che in quegli hub la situazione sia da fine del mondo.

Tutto questo al netto degli scioperi del personale, stremato da turni massacranti, che sicuramente non aiutano.

Per ovviare a questi “disservizi” il Ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini consiglia di volare “solo con bagaglio a mano”.

Consiglio opportuno se uno si sposta per un solo week end, ma che potrebbe suonare quasi beffardo per chi si muove per periodi lunghi, e di conseguenza ha bisogno di portare con sé un bagaglio più consistente (normale eh, non la casa intera!).

Quindi?

“Se sapessi tutto e avessi tutte le soluzioni, sarei all’Onu”, diceva un mio vecchio amico.

Bene io non sono all’Onu, e per quanto mi sforzi non riesco a dare un consiglio a chi deve viaggiare con due o più trolley al seguito.

E non mi sembra che “vestirsi a cipolla”, magari indossando 5/6 paia di mutande una sull’altra, altrettante t-shirt, e magari più camicie o maglioni, possa essere una soluzione!

Umberto Baldo 

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