VICENTINO – Perseguita l’ex compagno (dalle minacce al posizionamento di un GPS sull’auto): divieto di avvicinamento per una 40enne
Nel primo pomeriggio di domenica 17 luglio, i carabinieri della Stazione di Breganze in collaborazione con i colleghi di Dueville, hanno dato esecuzione alla misura cautelare personale del divieto di avvicinamento in tutti i luoghi frequentati dalla parte offesa, emesso dal giudice per le indagini preliminari dott. Matteo Mantovani del Tribunale di Vicenza nei confronti della cittadina brasiliana di D.G.A.P. di 40 anni, residente a Costabissara, per il reato di atti persecutori nei confronti del suo ex compagno.
I fatti si erano svolti interamente a Salcedo, a partire dal mese di marzo di quest’anno, quando la donna ha dato inizio ad una escalation di minacce e di atteggiamenti petulanti, anche di notte, che si sono fatte sempre più gravi fino a pensare di posizionare sull’autovettura del suo ex un apparecchio GPS per controllare i suoi movimenti così cagionandogli un perdurante e grave stato d’ansia. D.G.A.P., non accettava che l’uomo avesse interrotto la relazione affettiva dopo due anni e per questo voleva rendergli l’esistenza impossibile.
Dalle parole, la donna è poi passata ai fatti, in quanto l’ex fidanzato, verso la metà del mese di maggio, si è accorto che sulla sua autovettura era stato installato, a sua insaputa, un apparecchio GPS, subito sequestrato dai carabinieri di Breganze, che le permetteva di pedinare l’ex compagno e verificare puntualmente tutti i suoi movimenti giornalieri.
A seguito delle dettagliate denunce sporte dall’uomo ai carabinieri di Breganze territorialmente competenti, dalle testimonianze raccolte e grazie alla sua perseveranza nel riportare ogni singolo episodio di cui era rimasto vittima, l’Autorità Giudiziaria vicentina ha raccolto tutti gli elementi a piena conferma del carattere molesto e petulante dei comportamenti, sempre più persecutori, assunti dalla donna che ha permesso di emanare il provvedimento restrittivo alla quale, su richiesta del P.M. dott. Giovanni PIPESCHI, il GIP ha disposto la misura cautelare del divieto di avvicinamento dovendo tutelare l’incolumità della parte offesa.
Per il principio della presunzione d’innocenza, la colpevolezza delle persone sottoposte ad indagini in relazione alla vicenda sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna