Gli eroi animali che ci aiutano a combattere la crisi climatica
Anche gli animali ci aiutano a combattere i cambiamenti climatici. Ognuno lo fa a modo suo: riducendo la quantità di CO2 in atmosfera, facilitando la rigenerazione di foreste e favorendo la vita di altre specie in grado di fissare la CO2. Nella lotta alla crisi climatica possiamo quindi contare su dei validi aiutanti che, malgrado siano spesso minacciati dalle stesse attività umane che impattano sempre più sul clima e sulla temperatura del Pianeta, sono fondamentali per la tutela della biodiversità così tanto preziosa per la nostra sopravvivenza. La natura continua a stupirci con i suoi poteri straordinari: ecco alcuni dei più grandi alleati su cui possiamo contare per salvare il futuro del nostro Pianeta!
Cominciamo dalle balene: questi enormi mammiferi possono accumulare una grande quantità di carbonio nei loro tessuti. Si stima che nell’arco di una vita intera una balena sequestri circa 33 tonnellate di CO2. Non solo, le balene posso fertilizzare anche gli oceani, favorendo la diffusione del fitoplancton. Il fitoplancton assorbe anidride carbonica dall’atmosfera attraverso la fotosintesi e, quando muore, si inabissa nei fondali oceanici, portando con sé il carbonio immagazzinato. Purtroppo la vita di questi cetacei è sempre più a rischio: solo nel corso del XX secolo sono stati uccisi circa 3 milioni di esemplari. Negli oceani rimane quindi solo un quarto delle balene che un tempo popolavano il Pianeta.
Tanto temuti, quanto indispensabili: i lupi hanno una posizione molto importante nella catena alimentare. Questi grandi predatori svolgono un ruolo fondamentale nel mantenere in equilibrio gli ecosistemi: permettono di contenere il numero degli animali di cui si nutrono, come i cinghiali per esempio, la cui sovrappopolazione potrebbe portare a cambiare l’ecosistema, il paesaggio e anche la composizione del terreno. Un esempio ci arriva dal Parco nazionale di Yellowstone: prima che il lupo venisse reintrodotto, i cervi avevano trasformato completamente il paesaggio, rendendo brulle le sponde dei fiumi e le vallate. Le conseguenze della reintroduzione del lupo sono state straordinarie: gli alberi lungo i fiumi sono cresciuti in altezza e hanno stabilizzato le rive dei corsi d’acqua riducendone l’erosione, gli uccelli hanno potuto godere del riparo delle fronde degli alberi diventando più numerosi, così come i bisonti e i castori.
A proposito di castori: sebbene sia stato per molti anni cacciato per la sua pelliccia morbida, il castoro europeo è importante per motivi molto più nobili. I castori infatti costruiscono dighe e alvei che creano l’habitat ideale per arvicole, lontre, anatre, rane, pesci, insetti e anche rifugi per uccelli. Non solo, in Europa le trote che vivono nei pressi delle costruzioni realizzate dai castori sono da due a cinque volte più grandi di quelle che vivono in altre parti dei corsi d’acqua. Le dighe dei castori permettono il rallentamento dello scorrere dei fiumi e riducono l’erosione, prevenendo anche terribili inondazioni.
I pipistrelli ci aiutano invece a tenere sotto controllo il numero di insetti nocivi per l’agricoltura. Basti pensare che ogni pipistrello può mangiare da 500 a 3000 insetti ogni notte, a seconda del suo peso.
Senza le api, nulla sarebbe più come prima. Questi piccoli insetti impollinatori sono fondamentali per la conservazione degli ecosistemi e per la produzione del nostro cibo. Una gran parte delle piante che conosciamo, senza le api, non riuscirebbe a riprodursi con conseguenze devastanti anche sulla produzione alimentare, dato che circa un terzo del nostro cibo dipende dall’impollinazione degli insetti. Se non fosse permesso alle piante di riprodursi, all’uomo resterebbero pochi anni di vita.
Come tutti i frugivori, anche gli elefanti aiutano a diffondere i semi dei frutti mangiati. Contribuiscono inoltre a regolare la crescita della vegetazione: cibandosi di vegetali a crescita rapida e calpestando arbusti e cespugli con un basso potenziale di assorbimento del carbonio. In questo modo, favoriscono la crescita di piante a crescita lenta con maggiore capacità di assorbire e trattenere CO2 dall’atmosfera. Purtroppo questi pachidermi sono sempre più minacciati dall’uomo: nel XIX secolo l’Africa centrale ospitava circa un milione di elefanti, oggi sono solo 100.000 e continuano a diminuire.
Così piccole, eppure così grandi: le formiche sono tra i più importanti agenti biologici di decomposizione minerale. Contribuiscono anche all’assorbimento di CO2 nei suoli, sotto forma di carbonato di calcio, così che non si disperda in atmosfera. Secondo studi recenti, la loro presenza accelera l’assorbimento naturale di CO2 nei suoli di ben 335 volte rispetto ad ambienti in cui questi insetti non sono presenti.
Sia gli orsi che le martore giapponesi permettono invece di disperdere semi nella stagione primaverile ed estiva a diverse altitudini. In questo modo, le piante possono colonizzare più rapidamente quote più elevate, andando a bilanciare la progressiva scomparsa dell’habitat alle quote inferiori, dovuta all’innalzamento delle temperature.
Assomigliano a dei piccoli gamberetti, i copepodi lavorano ogni notte per rimuovere grandi quantità di carbonio in molti ambienti acquatici. È proprio quando cala il buio che salgono verso la superficie per nutrirsi di alghe, mentre di giorno ritornano nelle acque profonde. Sui fondali depositano i loro escrementi, che contengono il CO2 catturato da alghe e fitoplancton.