VENETO – Il virus West Nile colpisce più del Covid: 50 casi solo nel Padovano, consigli utili
Una cinquantina di casi nel Padovano e molti altri (non ancora conteggiati) nelle altre province. Il virus West Nile si diffonde in Veneto. Solo a Padova sono 19 i pazienti presi in cura per gli effetti del virus e solo Solo negli ultimi tre giorni vi è stata la conferma di positività al virus in pazienti con gravi gravi sintomi. Il virus trasmesso dalle zanzare si manifesta con malessere diffuso, sintomi influenzali e fenomeni neurologici. La sua diffusione è favorita in questo momento dalle condizioni meteorologiche. Non vi sono cure specifiche e i sintomi nella maggior parte dei casi scompaiono dopo pochi giorni. In alcuni casi può manifestare sintomi neurologici gravi ed encefalite
Non esiste una terapia specifica per la febbre West Nile. Nella maggior parte dei casi, i sintomi scompaiono da soli dopo qualche giorno o possono protrarsi per qualche settimana. Nei casi più gravi è invece necessario il ricovero in ospedale, tre i pazienti che sono stati ricoverati in terapia intensiva in Azienda ospedaliera. Gli altri (con febbre, sintomi neurologici o encefalite lieve) sono stati affidati alle cure dei reparti di Malattie infettive o di Neurologia.
I consigli del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica dell’ULSS 8 Berica
In genere consideriamo le zanzare come un fastidioso effetto collaterale dell’estate ma senza preoccuparcene troppo. Tuttavia questi insetti rappresentano un rischio per la salute molto maggiore rispetto al lieve prurito che provoca la loro puntura: rappresentano infatti il principale vettore di trasmissione della febbre West Nile e di altre infezioni virali (Dengue, Chikungunya, Zika).
Come noto, il virus West Nile nella maggior parte dei casi risulta del tutto asintomatico, mentre in circa il 20% dei soggetti contagiati si manifesta con sintomi simili a quelli dell’influenza (febbre, dolori muscolari, cefalea…). In alcuni casi tuttavia, in particolare negli anziani o nei malati con patologiche croniche (diabete, tumori, malattie renali e cardiovascolari…) o ancora con deficit immunitari, la malattia può portare anche a gravi complicazioni di tipo neurologico quali disorientamento, tremori, disturbi della vista, convulsioni fino alla paralisi e al coma. Le altre infezioni virali, trasmesse dalle zanzare, si manifestano sempre con sintomatologia simil influenzale ma possono anche causare gravi complicazioni nei soggetti già compromessi.
Ecco perché prevenire la diffusione delle zanzare rappresenta a tutti gli effetti un’azione fondamentale di salute pubblica, svolta innanzitutto dalle Amministrazioni Comunali negli spazi pubblici attraverso la disinfestazione, ma alla quale tutti i cittadini sono chiamati a contribuire con alcune semplici norme comportamentali e di protezione individuale. Per questo motivo il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica dell’ULSS 8 Berica ha predisposto materiale informativo disponibile sia sul sito Internet sia sui canali social dell’Azienda. Tra i comportamenti suggeriti si raccomanda l’utilizzo di repellenti cutanei, l’installazione di zanzariere alle finestre e l’uso di insetticidi spray o a corrente elettrica (areando bene i locali prima di soggiornarvi). Molto importante è anche svuotare di frequente i sottovasi o altri contenitori con acqua stagnante dove tipicamente le zanzare depongono le uova; curare il verde sia nelle parti comuni che in quelle private; pulire i tombini e le griglie di scarico in modo che l’acqua non ristagni oltre a trattarli periodicamente con prodotti larvicidi.
«È fondamentale che tutti i cittadini diano il proprio contributo alla prevenzione della diffusione delle zanzare accanto agli interventi di disinfestazione larvicida eseguiti dalle Amministrazioni Comunali sul suolo pubblico – sottolinea il dott. Felice Foglia, dirigente medico referente per la Sorveglianza Arbovirosi nell’ambito del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica dell’ULSS 8 Berica -. Parallelamente, come Servizio siamo impegnati con la massima attenzione nella sorveglianza dei casi di West Nile così come di tutte le malattie trasmesse da zanzara (definite “Arbovirosi”, ndr.), al fine di identificare e circoscrivere i casi umani ma soprattutto intervenire con tempestività attuando sul territorio tutte le misure di controllo del vettore. Già in passato nel territorio vicentino sono stati registrati circa 300 casi umani di West Nile Virus. Nell’agosto 2020 altresì si è verificata la prima circolazione autoctona di virus Dengue in Italia e precisamente in una località afferente al territorio dell’Ulss 8 Berica. Ogni volta siamo intervenuti celermente per ridurre la densità della zanzara e monitorare i soggetti contagiati considerando il rischio concreto per la salute pubblica. Pertanto è importante mettere in atto le buone pratiche di prevenzione che abbiamo suggerito».
Va sottolineato che la Regione Veneto è stata la prima ad attivare la sorveglianza delle febbri estive nel 2010. L’Istituto Zooprofilattico delle Venezie ha posizionato su tutto il territorio regionale 57 trappole che catturano insetti tutte le settimane per la ricerca del virus. Nel caso in cui si verificasse un caso umano, i donatori di sangue e organi della Regione Veneto sono controllati per West Nile virus e altri virus per evitare la trasmissione con trasfusioni e trapianti. La Direzione Prevenzione Regionale del Veneto emana periodicamente il “Bollettino di sorveglianza delle malattie trasmesse da vettori” dove è riportato per ciascuna Ulss il numero dei casi umani confermati.