14 Settembre 2022 - 11.08

Ripresi gli scavi nel sito archeologico di Fimon

La ripresa delle ricerche nel sito di Fimon Molino Casarotto (Arcugnano-VI) è il primo intervento sul campo nel quadro del “Progetto di promozione culturale e scientifica dei siti pre-protostorici delle valli umide dei Colli Berici (Vicenza)”, protocollo d’intesa siglato nel 2021 tra Soprintendenza ABAP di Verona, Rovigo e Vicenza e Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova.

L’insediamento di Molino Casarotto venne alla luce durante l’estrazione della torba nel 1942 presso la loc. “Persegaro” nelle Valli di Fimon (Arcugnano, VI). Grazie all’intervento di Gastone Trevisiol, che seguiva in quanto ispettore onorario della Soprintendenza i lavori di estrazione, le prime strutture furono accuratamente rilevate e pubblicate postume nel 1946 (Trevisiol 1944-45).

Tra il 1969 ed il 1972 il sito venne scavato da parte del Prof. A. Broglio dell’Università di Ferrara e del Prof. L. Barfield dell’Università di Birmingham (Barfield, Broglio 1986).

Gli scavi furono svolti secondo le più moderne metodologie analitiche disponibili per l’epoca. Vennero messe in luce tre aree di abitazione, con delle piattaforme di pali orizzontali poggianti sul limo lacustre nel quale erano conficcati, con funzione di costipamento e drenaggio, numerosi pali verticali. Ciascuna area di abitazione presentava un focolare e furono recuperati abbondanti materiali ceramici e litici, inquadrabili nello stile geometrico-lineare della facies dei Vasi a Bocca Quadrata.

La campagna di scavo del 2022, finanziata all’interno del progetto “GEODAP” di cui è Principal investigator il prof. Cristiano Nicosia e diretta insieme al funzionario archeologo della Soprintendenza Paola Salzani, mira a valutare le condizioni di conservazione del deposito a cinquant’anni esatti dagli scavi Barfield-Broglio.

Nel 2020 infatti, il prof. Nicosia aveva effettuato prospezioni geo-magnetiche ad altissima risoluzione nell’areale degli scavi novecenteschi, stabilendo che una metà del deposito della c.d. II area di abitazione, risparmiato all’epoca degli scavi del 1969-1972, era ancora in situ.

Lo scavo stratigrafico in corso consentirà il recupero dei materiali archeologici qui ancora conservati e permetterà di definire con maggiore precisione la cronologia assoluta delle fasi di frequentazione del sito, ma è finalizzato soprattutto ad effettuare analisi scientifiche di ultima generazione per meglio comprendere le attività antropiche che si svolgevano nelle c.d. “aree di abitazione”, oltre al il quadro paleo-ambientale circostante. Queste analisi verranno svolte presso il Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova, in una serie di laboratori di ultima generazione che sono stati creati grazie al progetto GEODAP.

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