Carissima vendemmia: +35% di costi
“Con l’aumento di oltre il 35% dei costi legati alla produzione del vino, la situazione si fa decisamente dura per le aziende vitivinicole del nostro territorio. E questo non può che preoccupare, perché non è altro che la condanna a morte di uno dei prodotti simbolo del Vicentino. Molte piccole realtà imprenditoriali faticheranno a tirare avanti e la ripercussione sarà inevitabile anche sul panorama nazionale, con un forte grido d’allarme per salvare il vino made in Italy”. Con queste parole Coldiretti Vicenza commenta la crescita esponenziale dei costi di produzione del vino, con un +35% in media a causa delle tensioni su energia e materie prime generate dalla guerra in Ucraina con aumenti unilaterali da parte dei fornitori di imballaggi. Esaminando le previsioni di vendemmia dell’Ismea risulta una sostanziale stabilità delle quantità, grazie alla svolta climatica dell’ultimo mese fa.
Una previsione che fa conquistare all’Italia il tetto del mondo in termini di quantità prodotte, mentre al secondo posto si piazza la Francia, che rispetto allo scorso anno vede aumentare la produzione del 16% sfiorando i 44 milioni di ettolitri ed al terzo la Spagna, che è fra i paesi che hanno subito di più i danni causati dalla siccità, con la produzione di vino crollata a 35-37 milioni di ettolitri.
“A pesare sulla prima voce dell’export agroalimentare nazionale, che quest’anno secondo la Coldiretti potrebbe raggiungere gli 8 miliardi, sono però gli aumenti dei costi di produzione diretti o indiretti a causa del caro energia. Nei vigneti si registrano infatti rincari che vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio. Una bottiglia di vetro – aggiunge Coldiretti Vicenza – costa fino al 50% in più rispetto allo scorso anno, mentre il prezzo dei tappi ha superato il 20% per quelli di sughero e addirittura il 40% per quelli di altri materiali. Per le gabbiette per i tappi degli spumanti gli aumenti sono nell’ordine del 20% ma per le etichette e per i cartoni di imballaggio si registrano rispettivamente rincari del 35% e del 45%, secondo l’analisi Coldiretti”.
Problemi anche per l’acquisto di macchinari, soprattutto quelli in acciaio, prevalenti nelle cantine, per i quali è diventato impossibile persino avere dei preventivi. Rincarato anche il trasporto su gomma del 25% al quale si aggiunge la preoccupante situazione dei costi di container e noli marittimi, con aumenti che vanno dal 400% al 1000%.
“Una situazione che mette a rischio un sistema che, a partire dalla vendemmia, attiva un sistema che offre opportunità di lavoro a 1,3 milioni di persone impegnate direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, sia per quelle impiegate in attività connesse e di servizio” spiega il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. Secondo una ricerca di Coldiretti, per ogni grappolo di uva raccolta si attivano ben diciotto settori di lavoro dall’industria di trasformazione al commercio, dal vetro per bicchieri e bottiglie alla lavorazione del sughero per tappi, continuando con trasporti, accessori, enoturismo, cosmetica, bioenergie e molto altro.
“Da difendere c’è anche un patrimonio unico di biodiversità con la produzione tricolore che – conclude Coldiretti Vicenza – può contare su 607 varietà iscritte al registro viti, il doppio rispetto ai francesi, con le bottiglie Made in Italy destinate per circa il 70% a Docg, Doc e Igt con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 76 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30% per i vini da tavola”.