26 Settembre 2022 - 10.43

Pensioni, stipendi, prezzi: ecco le priorità che dovrà affrontare il nuovo governo

Ecco in estrema sintesi alcuni dei dossier più urgenti:

– INFLAZIONE: è la madre di tutti i problemi. I dati definitivi dell’Istat confermano che, ad agosto, ha raggiunto un tasso record dalla fine del 1985: l’8,4%. Per il carrello della spesa i rincari sono stati quasi del 10%.

– SCOSTAMENTO DI BILANCIO: fare nuovo debito per sostenere famiglie e imprese. Nel centrodestra le posizioni sono diverse tra chi richiama alla prudenza e chi lo chiede subito mentre il premier uscente ha avvertito: sono già stati erogati 31 miliardi. La sinistra dice ‘no’ e chiede che a pagare siano le aziende, il M5s avverte: si rischia di doverlo fare molto piu’ corposo. Dal Pd si invoca come estrema ratio.

 EXTRA-PROFITTI: Il Governo uscente è già intervenuto puntando ad un incasso quest’anno oltre i 6 miliardi con un contributo straordinario a carico dei produttori. Molte forze politiche chiedono di incrementare questo contributo sugli utili in più.

– IVA: Se ne chiede l’azzeramento per i beni di prima necessità per aiutare le famiglie.

– FISCO: c’è da recuperare la delega fiscale che e’ stata definitivamente bocciata in Senato insieme all’equo compenso. Tra i nodi controversi la rforma del catasto.

 AZIENDE IN CRISI: I tavoli di crisi al ministero del Lavoro rischiano di fare il boom: secondo quanto calcola Confindustria il caro energia sta mettendo in ginocchio le aziende con un maggior onere di 68 miliardi su base annua.

 PENSIONI: A fine anno scade Quota 102 (in pensione con 64 anni di età e 38 di contributi). I sindacati chiedono di introdurre maggiore flessibilità – tra le richieste quella di andare in pensione da 62 anni o con 41 anni di contributi – per far fronte al ritorno all’uscita solo con 67 anni di età o con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, così come prevede la Fornero.

– LAVORO: Sostenere l’occupazione e difenderla dal rischio che la crisi energetica si scarichi sui lavoratori è un’altra delle questioni prioritarie, che vede al centro anche il tema della precarietà.

– STIPENDI-CONTRATTI: L’inflazione galoppante ed il caro-energia erodono il potere d’acquisto delle retribuzioni. Di qui l’urgenza, secondo i sindacati, di rinnovare tutti i contratti e detassare gli aumenti.

 SALARIO MINIMO-RDC: Il salario minimo è chiesto a gran voce dalla sinistra. Più cauti i sindacati. Resta ‘sospesa’ la direttiva dell’Ue. Per il Reddito una vera e propria guerra elettorale tra gli ‘abolizionisti’ e i ‘miglioristi’. La misura potrebbe essere rivista.

– SUPERBONUS: anche sul superbonus edilizio al 110% si è scatenata la campagna elettorale tra chi lo difende per il lavoro creato e l’impatto ambientale e chi invece fa notare come lo Stato sia stato ‘depredato’.

– BOLLETTE: e’ in questo momento l’emergenza maggiore per famiglie e imprese. Il Governo è intervenuto ma a parere di quasi tutti in modo insufficiente. Attesi nuovi interventi.

– CARBURANTI-GAS: E’ ipotizzabile una proroga per lo sconto: poco più di 30 cent al litro fino a ottobre. Per il gas si discute a livello europeo di un ‘tetto’ al prezzo.

– PNRR: Già partiti i cantieri. L’ipotesi è di ridiscuterlo visto che è nato prima dell’emergenza energetica e quindi quando il livello dei prezzi era ben diverso.

– ITA: Uno dei dossier più complessi atterra sul tavolo del nuovo governo. Il Mef ha scelto il fondo Usa Certares, in partnership commerciale con Delta ed Air France-Klm, per la trattativa esclusiva. Il closing a fine anno.

 TRASPORTI PUBBLICI: Agens, l’associazione datoriale del Tpl, chiede un tetto alle tariffe energia, rispetto dei tempi dei ristori e continuo sostegno al settore perché venga mantenuto l’equilibrio finanziario delle imprese, necessario a garantire la continuità dei servizi.

 RETE TLC: Tra i dossier caldi che passano dal Governo Draghi a quello prossimo c’è quello della Rete Unica. I Ministeri più direttamente coinvolti sono quelli dello Sviluppo economico, dell’Innovazione e transizione digitale e naturalmente il Mef a cui risponde Cdp che a sua volta controlla per il 60% Open Fiber, l’operatore che vende fibra all’ingrosso. E così i ministri Daniele Franco, Giancarlo Giorgetti e Vittorio Colao hanno seguito da vicino l’evoluzione del piano di riorganizzazione preparato dall’ad di Tim Pietro Labriola e che, passando per la separazione societaria di rete e servizi, ha come soluzione ottimale quella di una fusione della Netco con Open Fiber.

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