25 Ottobre 2022 - 15.52

No al cibo sintetico: gli under30 di Coldiretti danno il via alla raccolta firme

Per dare battaglia al cibo sintetico scendono in campo anche i giovani di Coldiretti Veneto. Ieri, durante il secondo incontro dell’Academy, alla presenza del segretario generale Vincenzo Gesmundo e dell’Europarlamentare Paolo De Castro, il delegato degli under 30, Marco De Zotti, ha lanciato l’appello a tutti i colleghi provinciali invitandoli a dare l’esempio ed a farsi promotori della raccolta firme su tutto il territorio.

A Vicenza i mercati di Campagna Amica sono già attivi per la raccolta delle firme. La campagna per dire no ai prodotti Frankenstein e sì ad una sana alimentazione vede in prima linea Coldiretti, Fondazione Campagna Amica, Filiera Italia e World Farmers Markets Coalition. A fianco tutte le articolazioni della struttura, tecnici, produttori, senior, donne, coinvolti in un impegno corale a sostegno del Made in Italy.

“Le multinazionali del latte senza vacche, della carne costruita in laboratorio, del pesce finto, stanno cercando di imporre sul mercato un nuovo modo di mangiare – spiegano i Giovani di Coldiretti – che presto potrebbe avere il lasciapassare europeo con le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio di produzioni create in laboratorio”.

È necessario sensibilizzare le famiglie sui rischi. La demonizzazione di bistecche, braciole, prosciutti, salami, formaggi espressione della tradizione, qualità, identità, coincide in maniera evidente con la propaganda del passaggio ad una dieta unica mondiale, dove il cibo sintetico si candida a sostituire quello naturale. “Si tratta, infatti, di una profonda contraddizione, che colpisce le tipicità tradizionali, che hanno bisogno di sostegni per farsi conoscere sul mercato e che rischiano, invece, di essere condannate all’estinzione, mentre, ad esempio, la “carne in provetta” ottenuta in laboratorio da cellule in vitro, è oggetto di forti investimenti. Questo nuovo business nasconde rilevanti interessi economici e speculazioni internazionali – concludono i Giovani di Coldiretti – dirette a sconvolgere il sistema agroalimentare mondiale e a minare le basi della dieta mediterranea. Serve, dunque, un segnale chiaro dall’Unione Europea che deve dimostrare di stare dalla parte giusta”.–

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