La Meloni ed il Covid- Speriamo che i nuovi modelli non siano Johnson o Bolsonaro
Come ampiamente annunciato, il primo Consiglio dei Ministri dell’era Meloni ha affrontato gli “strascichi dell’era Covid” che, relativamente alle misure di contenimento, ormai si riducevano a ben poca cosa.
Le decisioni hanno riguardato la trasformazione del bollettino delle infezioni da giornaliero a settimanale, la sospensione delle multe a carico dei cittadini che avevano rifiutato l’obbligo vaccinale, e la re-immissione al lavoro di quel personale sanitario che si era sottratto volontariamente alla fatidica “puntura”.
Nonostante i clamori, le smentite, le precisazioni, il Ministro della Salute, di fronte alla levata di scudi di medici ed infermieri, ha dovuto rimangiarsi uno tra i suoi primi annunci, e così le mascherine negli ospedali e nelle Rsa resteranno.
Credo che su questa ultima decisione abbiano senz’altro pesato le parole del Presidente Mattarella, che ha ricordato quello che sappiamo un po’ tutti: il Covid non è finito, e continua a mietere decine di vittime ogni giorno.
Certo viene da chiedersi in base a quale ratio, vista la pesante situazione economica del Paese, si sia deciso di partire da questi provvedimenti “sanitari”, e l’unica risposta che mi viene in mente è quella che la Meloni e Salvini in qualche modo dovevano ringraziare la galassia negazionista e No Vax che avevano blandito durante l’epidemia (la Rete è impietosa nel riproporre le loro prese di posizione contro vaccini e limitazioni).
Quella galassia No Vax che durante i due anni della pandemia ha manifestato tutti i sabati come se l’Italia fosse governata da un manipolo di Ayatollah, come se il Comitato Tecnico Scientifico fosse una specie di setta satanica guidata da uno stregone di nome Roberto Speranza, il cui unico scopo fosse quello di limitare la libertà dei cittadini in nome di una non definita ideologia.
“E’ arrivato il momento di passare dall’ideologia alla scienza”, questo in estrema sintesi il messaggio lanciato della neo-premier.
Ben venga, l’importante è che la scienza su cui tarare l’azione di Governo sia quella universalmente riconosciuta, quella dell’Oms, quella delle più note riviste internazionali, e non invece quella illustrata nei siti negazionisti o No Vax, spesso ispirati anche dai reintegrati medici renitenti al vaccino, o quella dei “sanitari-guru” che hanno dimostrato di agire più da “apprendisti stregoni”, magari curando il Covid con l’idrossiclorochina (inutile contro il virus e pericolosa per il paziente), e gridando a squarciagola contro il “siero sperimentale”, riferendosi da ignoranti a un vaccino che non era un siero, e che non era sperimentale.
Certo le posizioni di Lega e FdI sul Covid erano note, ed il Governo è il risultato di quello che hanno voluto gli italiani il 25 settembre scorso, ma sarà opportuno che unitamente ai provvedimenti di “normalizzazione” post pandemia, si mette in atto una comunicazione chiara ed impeccabile, perché in nessun modo qualcuno possa trarre l’errata conclusione che la tolleranza nei confronti dei No Vax equivalga a fare propria la narrazione che descrive TUTTI i vaccini come sostanzialmente inutili, se non addirittura dannosi.
Non pensiate sia un allarme campato in aria, perché fra i cittadini c’è molta disinformazione, e ciò li rende influenzabili e condizionabili dalle idee sbagliate e dalla propaganda di una minoranza negazionista e intollerante.
Per rendersene conto basta guardare l’esultanza dei siti No Vax in questi giorni, come se avessero vinto una guerra.
Il punto cruciale è proprio questo, perché il divenire dal genere umano nella storia potrebbe, e forse dovrebbe, essere raccontato attraverso le epidemie; dalla peste che nel 1300 che ridusse di un terzo la popolazione europea, a quelle più recenti del vaiolo.
La peste Antonina, che fra il 160 e il 180 d.C. sconvolse l’impero romano, fu probabilmente un’epidemia di vaiolo. Il virus era diffusissimo nel ‘700. Il 30-40% della popolazione colpita moriva, e frequentemente i sopravvissuti diventavano ciechi. Ed il morbo non risparmiava nessuno, neppure i re, come Luigi XV di Francia.
Mi soffermo sul vaiolo perché forse non tutti sanno che proprio dalla profilassi di questa infezione deriva il nome “vaccino”.
Fu infatti alla fine del 1700 che uno scienziato, Edward Jenner, si accorse che le epidemie di vaiolo in Inghilterra non colpivano mai i contadini che allevavano e mungevano le mucche. Anche le mucche si ammalavano di una forma di vaiolo, molto meno grave del vaiolo umano, che si trasmetteva ai contadini provocando piccole piaghe purulente sulle mani: si chiamava vaiolo “vaccino”, cioè vaiolo delle vacche.
Jenner ipotizzò che il vaiolo umano ed il vaiolo vaccino fossero due varianti della stessa malattia, e che inoculando in soggetti sani il pus del vaiolo delle vacche questi sviluppassero una malattia poco aggressiva e, alla guarigione, divenissero resistenti anche al vaiolo umano.
Edward Jenner fu molto coraggioso, e per dimostrare quanto lui stesso credesse nella sua teoria, lo inoculò a suo figlio.
Ecco spiegato perché l’aggettivo “vaccino” è diventato un sostantivo, che indica qualsiasi sostanza che serva a far produrre al nostro organismo una risposta immunitaria naturale verso una malattia infettiva.
E’ questa la Scienza con la S maiuscola, universalmente accettata, universalmente praticata, che nulla ha a che spartire con certe tendenze di vantata medicina antroposofica od olistica, che attengono invece più all’esoterismo e alla teosofia; che uno è ovviamente libero di seguire, ma non di spacciare appunto per ”scienza”.
La vaccinazione contro il vaiolo è stata un punto di svolta nella storia della medicina e del genere umano, e grazie al vaccino il vaiolo è stato il primo morbo contagioso scomparso dalla faccia della terra, grazie anche alla campagna mondiale lanciata nel 1967 dall’Oms, che in 10 anni ha debellato la malattia.
Senza dilungarci nell’elenco dei numerossimi vaccini che sono arrivati nel tempo, fra cui quello contro la poliomielite, si può tranquillamente affermare che i due elementi che hanno consentito di allungare la vita media delle popolazioni sono stati le vaccinazioni e gli antibiotici.
Qualsiasi Governo degno di questo nome deve comportarsi in modo che questa certezza sull’utilità dei vaccini in generale non venga mai meno fra i cittadini.
Alla fin fine le decisioni prese dal nuovo governo e dal Ministro della Salute sono chiaramente di natura propagandistica e non influenzeranno minimamente il futuro epidemiologico del Covid-19 in Italia; saranno il virus e le sue varianti a determinarlo. Prendiamo atto delle affermazioni del Presidente Meloni che, nel malaugurato caso la pandemia si ripresentasse con numeri seri, il suo Governo si ispirerà non all’ideologia ma ad ”evidenze scientifiche”. L’importante è che i modelli scientifici di riferimento non siano quelli che hanno a suo tempo ispirato leader come Jair Bolzonaro o Boris Johnson (illuminante al riguardo la docu-fiction di Netflix “This England”)!
Umberto Baldo