9 Novembre 2022 - 17.51

“Le sorelle Robespierre” con Alessandro Fullin in scena al Ridotto del Comunale

La stagione di prosa del Teatro Comunale di Vicenza spariglia le carte e così si parte dal basso: inizia infatti al Ridotto la stagione teatrale realizzata con la consulenza artistica di Annalisa Carrara, che presenta in cartellone 8 spettacoli in Sala Grande e 5 appuntamenti al Ridotto, che vanno a costruire una sorta di alfabeto delle parole del teatro, toccando corde e sensibilità molto diverse, ma sempre profonde anche quando sembrano leggère. Il programma 2022/2023 (da novembre ad aprile) è ricco di titoli altisonanti del teatro e dell’epica, sia nella Prosa in Sala Grande che in quella al Ridotto, ma anche di leggerezza e desiderio di un sano divertimento, sempre sostenuto da spunti di riflessione. Appartiene a questa tipologia lo spettacolo inaugurale che garantisce molte risate, oltre ai riferimenti storici: si tratta de “Le Sorelle Robespierre” in programma venerdì 18 novembre alle 20.45 nella Sala del Ridotto, un lavoro molto originale, una rievocazione dell’epoca del terrore, nello spirito irriverente di Alessandro Fullin, in scena con Simone Faraon nel quale le nobildonne che portano l’ingombrante cognome riescono ad oscurare la figura del celebre rivoluzionario, con la loro quotidianità fatta di piccole cose e le irresistibili incursioni in dialetto triestino.

Il nuovo spettacolo, di cui Alessandro Fullin è autore, regista e interprete, una produzione Musa Srl, colloca Trieste all’interno di una divertente quanto improbabile Rivoluzione Francese in un gioco di rimandi storico-linguistici con le affinità tra il triestino e il francese, condito da molti episodi “fantastorici”, come li definisce Fullin (attore, autore, regista, scrittore, comico, diventato popolare con le sue partecipazioni a Zelig nei panni della professoressa Fullin).

Nel 1789 la Rivoluzione Francese cambia la storia d’Europa, mentre Trieste è squassata da una bora che porta anche nel golfo parole come Liberté, Égalité e …., quell’altra parola che nessuno ricorda. Le teste più graziose della nobiltà triestina sono in pericolo, la Galleria di Montuzza è stata riconvertita in carcere e dotata di solide cancellate mentre in Piazza Goldoni è stata installata una ghigliottina. E così la Duchessa De Parur insieme alle figlie Iole e Sgonica, vengono arrestate e alla cittadina Chiarbola Champignon, è affidato il compito di sorvegliare le prigioniere, condannate alla ghigliottina.

Alessandro Fullin, nei panni vaporosi della nobildonna, torna a raccontare la Storia in versione riveduta e s-corretta. Il risultato è esilarante più che mai, tra dialoghi vertiginosi, aforismi fulminanti e musiche degli anni ’80 (del Novecento). Riuscirà la duchessa a trovare un buon partito per la sua mascolina primogenita (Simone Faraon), prima che il boia tronchi, insieme alle loro teste, ogni speranza di un buon matrimonio? Maximilian-Francois-Marie-Isidore de Robespierre aveva molti nomi e anche due sorelle. Malgrado questa verità storica lo spettacolo scritto da Fullin non racconta la loro storia, in quanto il nome Robespierre è usato semplicemente per la sua capacità evocativa: subito spaventa come una ghigliottina. Nella cupa prigione femminile, mentre il “cittadino” legge la lista delle prossime condannate, la nobile madre e le due figlie (di cui una di cartapesta) si fanno coraggio, si giurano eterno affetto ma soprattutto si fanno a pezzi con rivelazioni crudeli e sconvolgenti. L’Ancien Régime è al suo tragico epilogo ma le nostre eroine non hanno tempo per preoccuparsi del Terzo Stato in ascesa. Sono i loro amori infelici quelli che, prima della lama del boia, gli hanno già fatto perdere la testa. Per “Le Sorelle Robespierre” restano pochissimi biglietti.

Il testo del lavoro teatrale, scritto da Fullin, segue la scia degli altri spettacoli dialettali delle passate stagioni: “Sissi a Miramar”, “Ritorno a Miramar”, “Le basabanchi”, “Basabanchi repete”, mentre i costumi sono di Monica Cafiero e la direzione artistica di Sergio Cavallaro.

Alessandro Fullin è tornato in libreria con il libro in triestino “Jane Austen Cuguluf” (Mgs Press, 2020) e con il libro di poesie “Il Cimitero delle Argonaute”(Voglino Editrice, 2021) scritto insieme a

Marco Barbieri, una raccolta di necrologi inventati che hanno come ipotetiche autrici delle donne romane; nei loro epitaffi le protagoniste commentano la loro vita in una raccolta di parole di marmo, tristi o allegrissime, condite sempre da una diabolica ironia.

La Stagione 2022/23 del Teatro Comunale di Vicenza – direzione artistica di Giancarlo Marinelli – è realizzata con il sostegno dei soci – Comune di Vicenza, Regione del Veneto, Fondazione Cariverona e Intesa Sanpaolo – e da una rete di partner e sponsor, istituzioni e imprese: D-Air Lab, LD72, Develon, AGSM AIM, Anthea S.p.A., Banca Popolare di Marostica – Volksbank, Inglesina, Banca delle Terre Venete, Burgo Group, Cantine Colli Vicentini – Vitevis, Confcommercio Vicenza, F.I.S. Fabbrica Italiana Sintetici, Fondazione Roi, Gruppo Unicomm, ItalOhm, Lions Club Vicenza, Nardi S.p.A., Pesavento, Rotary Club Vicenza, e naturalmente gli Amici e i donatori privati del Teatro.

I biglietti per la stagione di Prosa al Ridotto sono in vendita alla biglietteria del Teatro Comunale di Vicenza (Viale Mazzini, 39) aperta dal martedì al sabato dalle 15.00 alle 18.15, obbligatorio l’appuntamento; oppure al telefono, chiamando lo 0444 324442 nei giorni di apertura della biglietteria dalle 16.00 alle 18.00; oppure online su www.tcvi.it. I biglietti costano 24 euro l’intero, 19 euro il ridotto over 65 e under 30; 0. È possibile comprare i biglietti anche tramite 18App Carta del docente e voucher; per gli studenti universitari, esibendo la Vi-University Card, il biglietto costa 7 euro.

Sono in vendita anche i carnet da 2+2 (2 spettacoli danza + 2 prosa) e 2+2+2 (2 spettacoli danza + 2 prosa + 2 circo contemporaneo); tutti i prezzi e altre info su www.tcvi.it.

VIACQUA
MOSTRA BASSANO
Whatsapp Tviweb
VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

Potrebbe interessarti anche:

VIACQUA
MOSTRA BASSANO
VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
CAPITALE CULTURA
UNICHIMICA