VICENZA – I commercianti chiedono la proroga dei plateatici (troppa burocrazia per il rinnovo entro gennaio)
In vista della scadenza del 31 dicembre 2022, i titolari dei pubblici esercizi chiedono più tempo per preparare la documentazione necessaria al rinnovo; scadenza triennale della concessione e riduzione del canone. Il presidente provinciale Gianluca Baratto: “Sostegni al nostro settore per frenare i rincari”.
Il prossimo 31 dicembre, molte delle concessioni ad uso plateatico, rilasciate ai pubblici esercizi della città scadranno. L’istanza di rinnovo, che ora deve fare riferimento all’intesa siglata lo scorso 22 novembre tra l’Amministrazione comunale di Vicenza e la Soprintendenza all’Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Vicenza, Verona e Rovigo, pare tutt’altro che semplice. Infatti, alla domanda vanno allegati ben 7 documenti, che costituiscono il “bagaglio tecnico” su cui il concessionario dovrà basare la sua valutazione. Il tempo a disposizione del titolare di pubblico esercizio, da qui a fine dicembre, per raccogliere la necessaria documentazione da allegare all’istanza di concessione del plateatico, e degli uffici comunali per poterla istruire sono – secondo Confcommercio Vicenza – estremamente esigui ed insufficienti per fare in modo che le concessioni siano valevoli dal 1° gennaio 2023.
Gli allegati richiesti sono, infatti, non solo numerosi, ma complessi e articolati, tali per cui la loro predisposizione richiede la disponibilità di professionisti specifici. Si va, ad esempio, dal documento con il posizionamento del plateatico su mappa satellitare, alla rappresentazione prospettica a colori corredata di foto simulazioni con l’inserimento del progetto nel contesto urbano, al fine di dimostrare che non ci sia interferenza con la quinta architettonica in cui il plateatico si inserisce, fino al nulla osta del proprietario o dell’amministratore dell’immobile qualora il plateatico sia posto a contatto dell’edificio e o interessi altre proprietà, più altri 4 documenti. In queste ore, inoltre, si è appreso che il sito del Ministero della Cultura, dove consultare la mappa delle vie ed aree interessate dall’Accordo recentemente sottoscritto con la Soprintendenza, non sarà consultabile fino al 31 dicembre 2022.
Alla luce di questa situazione contingente e vista l’importanza per i pubblici esercizi di poter continuare a contare sulla concessione degli spazi esterni ai loro locali, FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) Confcommercio Vicenza ha inviato in questi giorni la richiesta al sindaco Francesco Rucco e all’Assessore alle attività economiche Silvio Giovine, di adottare un provvedimento di proroga delle concessioni in scadenza, almeno fino al 31 marzo 2023. La richiesta, a firma del presidente provinciale FIPE Gianluca Baratto, è accompagnata da due ulteriori proposte di intervento: riconoscere ai titolari di pubblici esercizi una riduzione per il 2023 del canone patrimoniale di occupazione del suolo pubblico; che le nuove concessioni abbiano durata triennale.
“Tali provvedimenti – commenta Baratto – andrebbero a completare l’intensa e importante attività portata avanti dall’Amministrazione comunale di Vicenza a favore della concessione dei plateatici in città. Questo impegno lo abbiamo costatato durante il periodo della pandemia, quando sono stati garantiti ai pubblici esercizi gli spazi all’aperto per continuare, per quanto, possibile l’attività, e dei canoni agevolati. E continuiamo a vederlo anche nella regolamentazione adottata per la concessione dei plateatici e altri spazi pubblici per manifestazioni ed eventi, a cui si è arrivati grazie soprattutto all’intesa con la Soprintendenza. Un provvedimento – continua il presidente provinciale della FIPE – che abbiamo apprezzato fin da subito, ma che evidentemente, per essere totalmente efficace, richiede un tempo di rodaggio superiore rispetto a quello previsto. Le richieste aggiuntive – precisa Baratto – sono, invece, dettate dal momento contingente, che vede il settore dei pubblici esercizi alle prese con gli strascichi economici causati dalla pandemia, dall’esplodere dei costi energetici e dall’aumento delle materie prime. Ogni sostegno in più ai nostri operatori equivale, infatti, ad un aiuto per stoppare la necessità di dover riversare i rincari subiti sui consumatori”.