Sindaco di Vicenza: lo specchio di Harry Potter si addice al candidato
Alea iacta est. Giacomo Possamai è candidato sindaco di Vicenza. La scelta della modalità con cui ha lanciato la sua campagna elettorale ricalca lo stile di Giordani a Padova lo scorso anno. Un copione già visto, con il candidato sindaco che porta la croce in solitudine ed i partiti che arrivano dopo a sostenerlo facendo finta di averci un po’ pensato su. E’ l’ipocrisia al contrario di ciò che succede sul fronte opposto dove sembra che Rucco stia aspettando in ginocchio il via libera dei partiti. Due fotografie che sarebbe meglio declinare con un po’ di verità e sano realismo.
La solitudine da numero primo di Possamai è poco realistica come il suo civismo. Ieri accompagnava Bonaccini, che non ci sembra tanto civico, nel suo tour in un Veneto che si prepara alle Primarie del PD nazionale. E, con ogni probabilità, nei prossimi giorni arriveranno gli endorsement di buona parte del Centrosinistra, come è giusto che sia. Ovvio che Giovanni Diamanti stia provando a replicare il modello di Verona e di Padova, un candidato che, sì è del PD, ma poco. Un racconto che zoppica fin dalla partenza ed infatti arrivano le smentite da FdI, Lega e perfino, oggi, da Italia Viva.
L’intuizione corretta è che l’enfant prodige dei progressisti vicentini dichiari di voler incontrare più persone possibili in una maratona che inizia in questi giorni e terminerà con l’apertura delle urne a maggio. Chi si candida a rappresentare la città dovrebbe incontrare cittadini in modo instancabile ed efficace ed avere qualcosa da dire. Sembra lapalissiano, ma è un atteggiamento che ormai è sparito dai radar della politica social. E qui Giacomo segna un punto a suo favore, generando l’idea che la politica si torni a farla fra le persone.
Sul fronte opposto, Francesco Rucco l’accordo con i partiti del Centrodestra l’ha già incassato nei fatti, e basta guardare quello che sta succedendo proprio in questi giorni sulla corsa per la sua successione alla Presidenza della Provincia, dove la coalizione che lo sostiene in Comune si è blindata intorno a Nicola Ferronato, sia pure con qualche eccezione in aree critiche interne a Lega e Fratelli d’Italia – sussurrate nei corridoi ma mai dichiarate pubblicamente dai big a cui sono state addebitate dalla cronaca -.
La vera novità riguarda il Terzo Polo, che stacca la spina dal PD e apre qualunque scenario possibile sull’appuntamento di maggio, la corsa per lo scranno più importante di Palazzo Trissino. Con Ferronato in Provincia, e contro il PD, e da soli, dichiara oggi Daniela Sbrollini, in Comune.
Per chi è in grado di decifrare i segnali di fumo della politica, tornando a Rucco, la sua marcia per il bis è iniziata con Think!, la convention dello scorso novembre che ha radunato tutto il fronte alternativo al Centrosinistra ed è da lì che bisogna ripartire per leggere la strategia del racconto del Primo Cittadino. Fonti interne ce lo danno al lavoro con le diverse anime della coalizione e con i civici su Open Think!, il cantiere che ha messo in piedi per definire programma, idee e liste da lanciare. Il think tank di Rucco parla di una città che a causa del covid ha dovuto rivedere tutti i suoi paradigmi, la pandemia e la crisi costringono a pensare Vicenza con il filtro delle nuove emergenze e la road map del Sindaco sembra proprio che sia da cercare lì dentro, facendo il punto sulla città che l’area politica che rappresenta, ha in mente da quando il lockdown è finito.
Se potessimo usare lo specchio di Harry Potter, quello che ci fa vedere i nostri desideri più inconfessati, e facessimo sfilare i candidati sindaci, dichiarati e non ancora dichiarati, vedremmo con chiarezza le differenze. Che poi è quello che dovrebbe fare la politica davvero quando si tratta di amministrative, consentire all’elettore di scegliere fra due o più visioni di città, altrimenti restiamo a far finta di capirne qualcosa con i post, tanto brevi, quanto poveri dei social.