6 Febbraio 2023 - 12.40

Ulss 8 – Patto con “Brain” per assistenza a persone con grave cerebrolesione e loro famigliari

L’accordo consente ai volontari di svolgere attività informative e di supporto psicologico
 a favore dei pazienti e dei loro familiari e favorisce la continuità assistenziale territoriale

Si rinsalda la collaborazione tra l’Ulss 8 Berica e Brain Associazione Traumi Cranici odv a favore delle persone con grave cerebrolesione acquisita e delle loro famiglie. È stata infatti rinnovata, fino al 2025 e con la possibilità di un ulteriore prolungamento, la convenzione che stabilisce le modalità operative per il mantenimento e il miglioramento della continuità assistenziale per questi pazienti. Gli attori in gioco sono l’Unità Operativa di RRF – Unità Gravi Cerebrolesioni/Unità Spinale dell’Ospedale San Bortolo di Vicenza, diretta dal dott. Giannettore Bertagnoni, e l’associazione di volontariato di Altavilla Vicentina, presieduta da Edda Sgarabottolo, che dal 1993 si occupa di sostenere le persone affette da grave cerebrolesione acquisita (derivante in primis da incidenti stradali o sul lavoro) e i loro familiari attraverso attività riabilitative presso la comunità – alloggio “La Rocca” di Altavilla, supporto psicologico e iniziative di inclusione sociale per favorire il ritorno al maggior grado possibile di autonomia. L’associazione, che grazie ad un’équipe professionale di medici e terapisti volontari assiste oltre 200 famiglie in tutto il Veneto, è inoltre impegnata in attività di educazione e prevenzione, attraverso seminari, convegni e incontri con le scuole, e in azioni di promozione e finanziamento della ricerca clinica nel campo della riabilitazione.

La convenzione stabilisce che i volontari di Brain, sotto la supervisione del Direttore dell’Unità di Recupero e Rieducazione Funzionale, nonché del Responsabile del Servizio di Psicologia Ospedaliera, possano accedere all’Unità Operativa per fornire un primo supporto ai pazienti ricoverati e ai loro familiari. L’opera dell’associazione si configura come attività di integrazione, e non di “supplenza”, rispetto a quella del personale sanitario e sociale.

Fin dalle prime fasi del ricovero, Brain mette a disposizione un percorso informativo in ospedale, con l’eventuale coinvolgimento di una psicologa-psicoterapeuta volontaria accompagnata da una socia volontaria esperta in invalidità, con l’obiettivo di aiutare pazienti e famiglie nell’orientamento rispetto alle possibilità di recupero e ai servizi territoriali post-dimissioni.

Si crea, quindi, un vero e proprio percorso di sostegno, attuato in stretta collaborazione con i medici e gli operatori sanitari del reparto.

Ma la mission dell’associazione è, soprattutto, garantire la continuità assistenziale dopo la dimissione dal reparto, attraverso progetti personalizzati derivanti dalle attività di valutazione e trattamento dei disturbi cognitivi comportamentali nei pazienti cerebrolesi e dalla conseguente riabilitazione cognitiva individuale e di gruppo.

«Noi di Brain – spiega la presidente Edda Sgarabottolo – abbiamo ideato da tempo un metodo che prevede l’accompagnamento dei pazienti e delle loro famiglie fin da prima delle dimissioni dall’ospedale, evitando che, anche per un solo giorno, vengano lasciati soli con le loro paure e difficoltà. Ringrazio l’Ulss 8 Berica, e in particolare il dott. Bertagnoni, per aver creduto in noi e nelle nostre attività, basate su un approccio fortemente individualizzato e olistico rispetto alle problematiche e alle esigenze di ogni singolo paziente».

«Nel corso degli anni – sottolinea il dott. Bertagnoni – sia i nostri medici sia soprattutto i nostri pazienti e i loro familiari hanno avuto l’opportunità di apprezzare l’attività di Brain. Nei casi di grave cerebrolesione acquisita, il lavoro compiuto sul paziente, attraverso la riabilitazione, per il recupero delle abilità e dell’autonomia residue è solo una parte del percorso. Fondamentale sono anche il supporto psicologico, al paziente e ai suoi cari, e l’attività di orientamento rispetto alla rete dei servizi sul territorio, dove esistono risorse importanti che tuttavia non sempre sono conosciute, soprattutto da chi si trova improvvisamente a vivere questa situazione. In questa prospettiva, l’attività di Brain è non solo complementare a quella svolta dai noi sanitari, ma anche perfettamente coerente con un modello di presa in carico in cui l’ascolto e l’accompagnamento sono aspetti fondamentali. Vorrei dunque cogliere questa occasione per ringraziare Brain Associazione Traumi Cranici e tutti i suoi volontari per la sensibilità e la dedizione con cui collaborano con il nostro reparto».

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