I nidi di Cetto Laqualunque
E’ vero che i titoli spesso ingannano, anche se sono quelli di editori che ti vogliono bene, però l’idea di Giacomo Possamai dei nidi gratuiti rischia di essere un capolavoro di illusionismo in una campagna elettorale che, finora, si è caratterizzata, specie per lui, da un bon ton che ha evitato le sparate truccate da idee rivoluzionarie.
Il problema è che, se si imbocca la strada del marketing di lana grezza che fa titolo e clic, e poi gli avversari abbracciano la stessa linea, per comodità o, soprattutto, per non restare fuori dal gioco di chi la spara più grossa, potrebbe succedere che Rucco o Cicero rispondano che toglieranno le rette, che ne so, delle Case di Riposo, perchè gli anziani sono un’emergenza ancora più forte della crisi della natalità. E via libera ad un’escalation di qualunquismo che può arrivare al mito berlusconiano o grillino che toglie le tasse ai cittadini o le indennità e il numero dei mandati agli amministratori.
Vale la pena allora di tirare una riga e accendere un focus, su una modalità di gestione dei contenuti della campagna elettorale in corso che contiene molti rischi per la democrazia e pare la partecipazione, sempre più scarsa, al voto.
In primo luogo viene da chiedersi, ancora una volta, dove sono i partiti e che funzione hanno. Nel caso di Possamai dov’è il PD, che ha il compito di intermediare con il principio di sano realismo le necessità e gli eccessi del marketing politico. I dem vicentini hanno numerosi amministratori, gente che sa cosa significa gestire il bilancio di un assessorato, l’Istruzione in questo caso, e sa perfettamente che trovare tre milioni di euro per rendere gratuiti o quasi i servizi per la prima infanzia, sarebbe un bagno di sangue. Sanno che per aggiungere somme da una parte bisogna tagliare da un’altra. Lo sanno ma, come si diceva ieri, tacciono. E chi tace acconsente ad una deriva che prima o poi ti presenta il conto.
Il rischio più profondo, ora appena percettibile, è, in secondo luogo, che questo stile – oggi nidi gratis, domani i trasporti, dopodomani le RSA – alla prova della realtà dei bilanci, dimostri l’inattendibilità della classe politica. E soprattutto vada ad alimentarne il disprezzo da parte dell’ elettore. Che poi si astiene il giorno in cui, ai seggi, dovrebbe andare a scegliersi la rappresentanza che lo governa. Come dargli torto?
Il giovane Possamai cita Mantova e San Lazzaro di Savena come esempio di buone pratiche in cui avrebbe funzionato quest’idea, e arriveranno i sindaci a Vicenza a spiegarci come hanno fatto.
Ma davvero?
Il “foglio del come”, battuta fulminante di Maurizio Crozza quando satireggiava su Luca Cordero di Montezemolo e sul suo Partito dei Carini, lo dovrebbe spiegare il candidato Sindaco, non il suo sodale Primo Cittadino di un’altra città che non conosce nè la storia nè la geografia di un servizio che da noi ha una sua forma ed una sua sostanza. Quale attenzione può avere un candidato che sostituisce un serio e verticale programma amministrativo con la politica degli slogan ad effetto e non li sa declinare? Un libro può avere una bella copertina e anche un bel titolo, ma quello che conta è cosa ci scrivi, altrimenti tocca dar ragione a chi ha già deciso che il 14 e il 15 maggio se ne andrà al mare perchè tanto, sono solo promesse da campagna elettorale e i politici delle nuove generazioni sono sono come quelli che li hanno preceduti. Tutto uguale.
Consiglio non richiesto a Giacomo Possamai: si confronti con chi ha amministrato il comune di Vicenza, ne ha tanti intorno, per evitare di sembrare un illusionista.