Pensiero debole in libertà in una campagna senza emozione
Se ogni campagna elettorale, specialmente nel Capoluogo, ci ha abituati a un’idea forte che la guidi e su cui i candidati si scontrano, quella in corso finora è una serie in streaming di piccoli pensieri deboli, soprattutto nel racconto leggero del Centrosinistra. Hullweck aveva caratterizzato il suo lavoro sulla realizzazione del teatro dopo quarant’anni di tentativi andati a vuoto, Variati aveva definito la sua cifra programmatica nel No alla nuova base americana – poi sappiamo come finì -, Rucco prima versione aveva scatenato in rinnovamento nel Centrodestra e vinto sul bisogno di sicurezza fotografato soprattutto nel degrado di Campo Marzo. E tutti, alla fine ce l’hanno fatta ed hanno appassionato la città al confronto.
Una campagna elettorale così liquida non si era mai vista. Soprattutto perché è difficile notare differenze tra i contendenti. Rucco va alla verifica del lavoro nei cinque anni dimezzati dal covid, ha dalla sua il bottino delle opere finanziate dal PNRR ed alcune operazioni programmate, a livello di obiettivi, nel 2018, ora a progettazione avanzata come la nuova Biblioteca Bertoliana a Santa Corona, la riqualificazione di Campo Marzo e del quartiere attorno, l’ex Macello, lo sviluppo dell’Università.
Il giovane Possamai non sembra altrettanto efficace. Certo può contare sul fuoco amico dei delusi come Tosetto, Cicero, Zoppello e Lunardi, che hanno però un debito di credibilità perchè non se ne sono andati dalla maggioranza di cui facevano parte per una scelta politica, un disaccordo sul programma o sulla linea del Sindaco, ma sono stati revocati da Rucco per regolamenti di conti interni alla maggioranza – Cicero, Zoppello sostituito da Lunardi e poi alleatosi con lui (!), Tosetto perché era già con un piede dentro al Centrosinistra – come ha dimostrato la scelta successiva -. Oggi sono gli alleati più utili al Centrosinistra che spera di vincere la sfida disarticolando la coalizione avversaria. Corretta la tattica, carente la strategia, perchè chi abbandona uno schieramento per andare a letto con quello che fino a ieri era il nemico, odora di opportunismo, in qualche caso di livore. E il voto al livore e agli opportunisti è sempre un punto di domanda.
Quello che si vede invece nel Centrosinistra è poi il Terzo Polo senza l’identità che ne aveva caratterizzato le fortune del passato, ma è soprattutto l’assenza di un’idea forte su cui aveva costruito i suoi successi nel passato. Achille Variati aveva avuto l’intuizione del purosangue di lavorare sul No Dal Molin e rovesciato i pronostici, e quella fu senza dubbio un’idea forte e, soprattutto, popolare e trasversale.
La domanda, al momento senza risposta, è ora sul PD di Possamai, che fino a oggi ha elencato obiettivi e slogan più da Movimento 5 Stelle o da politica pop, dove i nidi gratis assomigliano pericolosamente al reddito di cittadinanza con possibili conseguenze analoghe dove il figlio dell’operaio avrebbe lo stesso trattamento del figlio dell’industriale, la pista ciclabile là, l’Olimpico riscaldato qua, le politiche impossibili sullo sport e via con l’elenco di cose piccole che non scaldano e non emozionano. Augurandoci che l’idea forte non sia – solo – quella di far perdere Rucco, aspettiamo un po’ di emozione.