4 Maggio 2023 - 8.43

PILLOLA DI ECONOMIA – Con MiCa la Ue mette fine al Far West delle criptovalute

Sappiamo tutti che la moneta in sé non ha alcun valore, se non quello venale della carta o del metallo di cui è fatta.

Così un bel biglietto da 50 euro per me vale 50 euro, meglio quello che posso comprare con quella somma, o che un’altra persona è disposta a darmi per quella banconota, ma per il mio cane sarà solo un pezzo di carta, fra l’altro non commestibile.

Ormai da qualche millennio,  da quando abbiamo superato il baratto, il concetto di moneta, il suo valore convenzionale, è entrato nella nostra concezione degli scambi economici, e a nessuno era mai venuto in mente di soppiantarla con qualcosa di diverso.

Almeno fino a quando non si sono affacciate le cosiddette criptovalute, monete digitali che funzionano in modo autonomo, utilizzando per lo più la crittografia, al di fuori dei tradizionali sistemi bancari e governativi.

Indimenticabile Giulio Tremonti che in occasione della quotazione a Wall Street di Coinbase, definì le cripto “Il nulla regolato dal nulla”. 

Per me parole scolpite nella roccia!

Dalla capostipite Bitcoin, partorita nel 2009 dalla mente di un fantomatico inventore di nome Nakamoto, nel tempo sono nate più di 2000 criptovalute, che hanno dato luogo anche a colossali truffe, di solito basate sul “sistema Ponzi”.

Vi ho già intrattenuto in passato sul mondo delle valute digitali, e vi ho sempre espresso la mia idea secondo cui, data la segretezza delle transazioni sempre anonime,  l’opacità di molti operatori, e la mancanza di regole, si tratta di uno splendido strumento a disposizione di mafiosi, terroristi, riciclatori, e criminali in generale (non è un caso ad esempio che gli hacker chiedano sempre riscatti in cripto). 

Non ho mai cambiato idea al riguardo, anche se riconosco che gli unici elementi positivi introdotti dalle criptovalute sono l’aver dato il via alla tecnologia Blockchain, ed aver così convinto le Banche Centrali ad accelerare sulle procedure di adozione delle valute digitali (che altro non sono, per fare due esempi, che l’euro ed il dollaro dematerializzati), peraltro non ancora concretizzate.

Ho sempre pensato che il mercato delle criptovalute, un vero e proprio Far West, non potesse andare avanti all’infinito al di fuori di ogni normativa, e che  fosse quindi necessario un  intervento regolatorio da parte delle Autorità politiche e monetarie, non solo per contrastare uno strumento che sembrava appositamente tarato sulle esigenze della criminalità, ma anche per tutelare coloro che decidono di investire i propri soldi in questo settore “finanziario” (e lo definisco così a denti stretti), che con il tempo ha raggiunto quote di mercato per migliaia di  miliardi di dollari, sulla base di una narrazione fuorviante, secondo cui esso rappresenta una sorta di Eldorado in cui poter fare qualsiasi transazione protetti dal totale anonimato. 

Ma dal 20 aprile è cambiato tutto, finalmente!

E questo perché il Parlamento Europeo in seduta plenaria ha approvato con 529 voti a favore, 29 contrari e 14 astensioni, il primo atto legislativo dell’UE per la tracciabilità dei trasferimenti di crypto-assets, denominato MiCA (Markets in Crypto Assets Regulation). 

Il testo finale, concordato dal Parlamento e dal Consiglio Europeo nel giugno del 2022, mira a garantire che i trasferimenti di cripto, come avviene per qualsiasi altra operazione finanziaria, debbano essere sempre tracciati, e le transazioni sospette siano invece bloccate.

Sebbene MiCA non affronti (ancora) direttamente alcuni temi come l’NTF (Non Fungibles Token) e la DeFI (Decentralized Finance) si tratta comunque di un fatto epocale.

Perché da oggi con MiCa tutti i Paesi EU potranno (anzi, dovranno) rilasciare apposite licenze agli operatori privati come gli exchange, le piattaforme di custodia, e agli operatori che offriranno al mercato servizi come, ad esempio, la consulenza sui digital asset. 

Dal punto di vista giuridico, e quindi della sua applicabilità, MiCA è un Regolamento, e come tale non ha bisogno di essere recepito (come avviene per le Direttive) dagli Stati membri; è di fatto da subito vigente e direttamente applicabile in tutta l’Unione dopo la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Ue, anche se in questo caso sono previsti 18 mesi per la sua “messa a terra”.

Questi 18 mesi sono il tempo concesso agli operatori per adattarsi in termini di operatività, e agli Stati per l’emissione delle licenze.

Non mi addentro nell’illustrazione dettagliata  delle aree che verranno regolate da MiCa.  Basti dire che regolerà l’emissione e la regolazione di cripto-asset, l’autorizzazione e la vigilanza dei fornitori di servizi di cripto-asset e degli emittenti di token, la protezione dei consumatori, la prevenzione degli abusi di mercato. 

Volendo individuare l’elemento per me più significato della nuova normativa, ritengo si tratti dell’applicazione in futuro anche al mondo cripto della regola denominata “travel rule”, regola che richiede che le informazioni sulla fonte dell’attività e sul suo beneficiario viaggino con la transazione, e siano memorizzate su entrambi i lati del trasferimento.

Capite bene che, a regime, questo vorrà dire la fine dell’anonimato dei soggetti che trasferiscono criptovalute, si spera mettendo così un argine in funzione anti-riciclaggio. 

Non credo sia da illudersi che d’ora in poi saranno tutte rose e fiori. 

La finanza classica, Banche in testa, è super regolata da decenni; eppure ciò non ha evitato, anche di recente, fallimenti e truffe di ogni genere. 

Si può comunque ragionevolmente sperare che MiCA aiuterà il pubblico interessato al mondo cripto ad operare fruendo di una maggior tutela, come  si può anche ragionevolmente pensare che determinati crash avvenuti nell’ultimo anno potranno essere prevenuti o limitati. 

Resta il fatto che l’approvazione di MiCA rappresenta un fatto unico al mondo, dal momento che nessun altro organismo sovranazionale era riuscito finora a dotarsi di qualcosa di altrettanto strutturato, a parte stranamente Dubai con il suo recente Framework VARA. 

Nonostante questo, in Italia la notizia è passata incredibilmente quasi del tutto inosservata. 

Inspiegabilmente i giornali e i media, anche  quelli da sempre critici con le criptovalute, hanno evidentemente ritenuto “non interessante” dare la notizia dell’approvazione del Regolamento MiCA, che in tutti casi produrrà vantaggi sia per gli operatori che per gli investitori; un complesso di regole, sia pure migliorabili ed implementabili,  che al momento differenzia in positivo l’Europa dal resto del mondo.

Umberto Baldo

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