Guida per gli autostoppisti del voto
L’ora x sta per scoccare e nelle prossime 24 ore Vicenza avrà scelto il sindaco.
Entrambi i contendenti, Giacomo Possamai e Francesco Rucco hanno passato le due settimane del ballottaggio a cucire – o ricucire – alleanze, a motivare le truppe sul territorio, a cercare di convincere i vicentini a votarli.
Ma com’è stato questo ballottaggio? Quali elementi nuovi ha portato dopo una prima fase che non ha emozionato più di tanto?
La sensazione prevalente è che il confronto si sia trasformato in scontro, che ci sia stata una radicalizzazione delle posizioni tra Possamai e Rucco. Che vi sia stato quasi un fatto personale tra i due candidati.
Per comprenderlo meglio ci sono due test, le tv ed i social. Basta andare a rivedere i match nelle due tv principali di Vicenza, Tva e Rete Veneta. In entrambi i casi i due candidati sindaci hanno tenuto più la linea del nervosismo che quella della proposta, in entrambi i casi la conduzione è stata marginale, in qualche momento addirittura inesistente con Possamai che faceva le domande a Rucco o viceversa e il conduttore che assisteva come se fosse uno degli ospiti anziché il padrone di casa.
In entrambi i casi i contendenti parlavano alle loro tifoserie più che alla città. E quando si arriva ai titoli di coda, il margine di insoddisfazione nello spettatore è stato elevato, e la conferma è arrivata dai commenti del dopo partita, dove le due curve testimoniavano la certezza che ognuno dei propri candidati aveva stracciato l’altro. Ma il partito più significativo in città, quello degli indecisi, quello degli autostoppisti del voto, ne è uscito ancora più indeciso.
Un altro, ancora più evidente, riscontro arriva dai social, dove la rissa e le cattiverie sono ancora più libere e i commenti sul nemico si sprecano. Quelli che arrivano da destra tanto quanto quelli che arrivano da sinistra, con differenze di taglio, più grossolano da una parte, più ipocrita dall’altra, ma la sostanza è la stessa. E la partita guelfi contro ghibellini si evidenzia in tutto il suo “splendore”.
La domanda che sorge spontanea è se questa polarizzazione personale tra Rucco e Possamai porterà più vicentini a votare e quanto il distacco fra i due sarà conseguente alle palle incatenate degli ultimi giorni.
I titoli della stampa locale prediligono la sfida “all’ultimo voto”, sottintendendo che domani, al responso delle urne, la differenza sarà di una manciata di preferenze fra i due, ma è giusto chiedersi se invece, al contrario, questa radicalizzazione non porterà ad uno stacco ben più ampio. Non i pochi punti percentuali di cui si narra, ma altri numeri e altre percentuali. Perchè la radicalizzazione motiva le tifoserie e allontana l’indeciso, quello che pensa che, alla fine, non cambia niente se vince uno o l’altro. ma se la partita non è tra giocatori, ma tra tifosi, vince chi ha la curva più numerosa, non chi gioca il calcio migliore.
I programmi si assomigliano, le ricette per i principali problemi anche. Al massimo ci sono le solite cinquanta sfumature che provano a rendere più erotico il racconto di Possamai o Rucco, ma la passione tra la politica e il cittadino è stanca come quella tra una coppia di mezza età alla ricerca disperata di un po’ di trasgressione.
Epperò a quell’indeciso, l’autostoppista del voto, in crisi con una politica che non emoziona, va ricordato che la stanchezza non deve prevalere sulla democrazia, che per quanto indebolita e alla ricerca di una rinnovata identità, è pur sempre lo strumento irrinunciabile per affrontare le sfide del presente e del futuro.
Scegliere da chi farsi amministrare, chi andrà a negoziare con i livelli superiori della politica, Regione e Governo, non è un dettaglio come decidere dove andare in vacanza l’anno prossimo. Si tratta di affidare ad una persona, che dovrebbe rappresentare una visione della nostra città, il nostro futuro, per questo è meglio non rinunciare, anche perchè il voto alle amministrative è ancora un fortino per la democrazia, consentendo all’elettorato di scegliere. Al contrario della scellerata legge per le Politiche.
Oggi e domani, fino alle 15, sono chiamati al voto quasi 90mila vicentini. Se la tendenza sarà la stessa del primo turno ne arriveranno ai seggi circa il 50%, e il prossimo sindaco, nella migliore delle ipotesi, ne rappresenterà poco più di quella metà.
Insomma chiunque arrivi primo tra Rucco che Possamai, quando indosserà la fascia tricolore, dovrà ricordarsi che ha avuto il voto di circa un quarto degli aventi diritto, ma dovrà tenere conto anche che la campagna elettorale finisce domani e il sindaco dovrà essere sindaco di tutti, per poi archiviare la radicalizzazione tra guelfi e ghibellini che abbiamo visto in queste due settimane.