8 Luglio 2023 - 14.06

D’Agrò: “Forlani fu il custode della DC, non degli intrighi ma di un mondo”

Siamo andati a sentire Luigi D’Agrò, che ha trascorso gran parte della sua vita nella Democrazia Cristiana ed ha conosciuto Arnaldo Forlani nei primi anni Ottanta,

Onorevole quando ha conosciuto Arnaldo Forlani?

“Fu ad un incontro di corrente, a Vicenza venne e insieme a lui c’erano Mariano Rumor e Antonio Bisaglia, io ero uscito da poco dall’esperienza del Movimento Giovanile della DC ed ero coordinatore del Bassanese nel partito ed assessore a Bassano. Forlani era molto amico di Rumor e Bisaglia. La cosa che notai subito fu il suo profilo sempre attento a non esagerare, sempre misurato”

Che politico era Forlani?

“Era un grande tessitore di rapporti, anche tra le componenti interne della Democrazia Cristiana, non era appariscente, ma era molto efficace. Non era Moro, nè Fanfani o Andreotti, assomigliava di più ai nostri leader veneti come Mariano Rumor e Toni Bisaglia, anche se Mariano era stato un costituente. Forlani era venuto dopo, ma come loro rappresentava la tipica periferia di allora, quella di chi faceva la gavetta nelle sezioni e poi sapeva portare quella periferia e le sue istanze al centro del dibattito e dell’interesse della politica”

Ha una sua attualità una figura come Forlani?

“Aveva colto l’importanza del maggioritario quando stava per arrivare, anche se non gli piaceva perchè sapeva che sarebbe stato un sistema che avrebbe affossato la DC, che era invece figlia del proporzionale. Il profilo politico di Forlani era quello di chi preferiva modificare i processi, anzichè guidarli, di chi sceglieva di stare più nel presente che immaginare il futuro”

Cosa avrà votato Forlani alle ultime Politiche?

“Per come lo ricordo sono propenso a pensare che abbia votato Forza Italia, ma potrebbe aver avuto anche la tentazione dell’operazione del Terzo Polo con Matteo Renzi. Era un conservatore, quindi più incline verso il centrodestra”

A quale politico di oggi si potrebbe accostare un uomo come Forlani?

“Difficile individuare una figura simile alla sua. Soprattutto perchè era al servizio del partito a cui apparteneva e non il contrario. E’ stato il custode della DC fino alla fine, non di chissà quali segreti e non dell’intrigo, ma di un senso di appartenenza quasi religioso. Oggi i partiti tendono ad essere costruiti intorno al leader, ma per lui e per la sua generazione il leaderismo era pericoloso per la democrazia. Era un uomo che amava la stabilità e non l’avventura. Se usciamo dall’Italia lo assocerei più alla Merkel, che fece dell’ attendismo uno stile politico anche dopo gli anni 90. La caratteristica di Forlani era la capacità di rammendare il tempo, più che costruirlo, sempre disponibile a sistemare ogni lacerazione”

Vi sentivate qualche volta?

“Un anno e mezzo fa al telefono, in occasione della perdita della moglie gli feci le condoglianze e gli chiesi di venire a Vicenza, mi rispose che, se le gambe tenevano, sarebbe venuto”

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