27 Settembre 2023 - 9.19

Meloni: un anno davvero poco vincente e convincente

Confesso che ho sempre guardato con un po’ di diffidenza i Governi che si autopromuovono, utilizzando tecniche che hanno più a che fare con il marketing che con la politica. 

Il motivo è molto semplice, e deriva dal fatto che, da cultore di storia, ho sempre associato certe forme di esaltazione del proprio operato a determinati regimi.

Sia chiaro, nulla di più lontano da me il pensare che l’attuale Governo italiano sia un regime, ma resta il fatto che ho trovato un po’ stonata la campagna “Italia vincente, un anno di risultati” con la quale in una serie di manifestazioni in tutta Italia si è fatto il punto (forse si potrebbe dire celebrati) sui primi dodici mesi di premierato di Giorgia Meloni.

In Veneto questa kermesse si è svolta a Monastier, dove sono convenuti più di 350 fra parlamentari ed amministratori di Fratelli d’Italia, alla presenza dei Ministri Adolfo Urso e Carlo Nordio.

Se siete interessati ad approfondire queste “performances” dell’Esecutivo basta che entriate nel sito Fratelli-italia.it e scarichiate la relativa brochure (sono 31 pagine con illustrazioni, a mio avviso graficamente ben fatte).

Non intendo scagliare nessuna pietra contro Giorgia Meloni ed i suoi “Fratelli”, in quanto la politica negli ultimi decenni si è sempre più caratterizzata da Partiti guidati non da “Segretari politici” come un tempo, bensì da “Capi”.

E così sono diventate sempre più frequenti  operazioni di “incensamento” dell’operato della “Guida suprema” da parte di tutte le forze politiche.

Provare a ripensare a certe conferenze stampa, a certi siparietti televisivi, che ci sono stati propinati negli anni scorsi.

Ma io appartengo ad una razza in via di estinzione, che pensa che i Governi debbano essere giudicati dai cittadini per quello che fanno, e non sulla base di messaggi miranti a dire in sostanza “ma guardate come siamo bravi!”.

E così io credo che ogni italiano per valutare l’operato del Governo debba rispondere a questa domanda facile facile: “ma da quando a guidare ci sono questi, le mie condizioni di vita, e soprattutto economiche, sono migliorate, o no?”.

E questo dovrebbe valere anche per l’Esecutivo di Giorgia Meloni, al di là di quello che viene sbandierato nelle manifestazioni o scritto nelle brochure. 

Altra cosa molto utile per esprimere un giudizio oggettivo sarebbe quella di andarsi e rileggere con attenzione il programma con cui la maggioranza ha vinto le elezioni.

Io sono andato a rileggermelo quello di Fratelli d’Italia (38 pagine), e francamente il raffronto fra le promesse e le vantate realizzazioni dopo il primo anno risulta piuttosto imbarazzante.

Vi risparmio l’analisi puntuale, altrimenti mi ci vorrebbero una marea di pagine, e vi tedierei.

Ma basta soffermarsi sul capitolo immigrazione, relativamente al quale a onor del vero la stessa premier ha ammesso il flop con queste parole “I risultati non sono quelli che speravamo”.

Che speravamo?   Ma se nel primo semestre gli sbarchi sono raddoppiati rispetto all’anno precedente, e a fine 2023 si rischia di raggiungere un record!

E poi sarà anche una mia fissazione, ma nel capitolo pensioni si legge testualmente “Rivalutazione dei trattamenti pensionistici erogati per far fronte alla svalutazione monetaria”.

E cosa ha fatto il Governo già nella Legge Finanziaria dell’anno scorso?  

Ha ridotto la rivalutazione all’inflazione per i pensionati “nababbi”, quelli che hanno una pensione superiore al minimo, quelli che navigano nella ricchezza con più di 2100 euro lordi mensili!  E così la scelta è stata ancora una volta quella di premiare solo le pensioni minime, quelle di chi non ha mai pagato contributi, o che per una vita ha lavorato in nero.

Anche la “divisione delle carriere” dei Magistrati sembra ben lungi dall’arrivare al traguardo. 

Per non parlare delle “accise sui carburanti”, sulla cui cancellazione gira ancora in rete uno splendido spot della Presidente Meloni. 

Va bene, inutile infierire, lo sappiamo che tutti i programmi elettorali sono dei libri dei sogni ad uso dei gonzi che vogliono crederci.

D’altronde “I sogni son desideri” cantava la Cenerentola di Walt Disney, e chissà se al mattino questa melodia la canticchia anche la nostra premier facendo colazione. 

Tornando alla domanda che a mio avviso ogni cittadino dovrebbe porsi, cioè quella se le proprie condizioni economiche sono migliorate in quest’anno di governo dei “patrioti”, qualche dubbio è legittimo.

Tanto per dire qualcosa, vai a fare benzina e la paghi due euro e oltre al litro.

Vai al supermercato e trovi che tutto costa il 10/15% in più dell’anno scorso (se va bene, perché per certi beni gli aumenti sono ben maggiori); e quando trovi qualcosa che costa uguale, ti accorgi che la confezione non è più da mezzo chilo, ma magari da 350 grammi. 

Certo l’aumento dell’inflazione non l’ha determinato la Meloni, ed è così in tutto il mondo.

Ma allora un po’ più di umiltà non guasterebbe (altro che Italia vincente),  e magari qualche autocritica potrebbe essere opportuna invece di indulgere nella trita e consueta pratica dello scaricabarile e dell’addossare sempre la colpa agli altri; per cui i ritardi sul Pnrr sono colpa di Draghi, le difficoltà nell’ottenere una riforma del Patto di stabilità sono alimentate dal commissario Gentiloni, la voragine nel bilancio dipende tutta dal Superbonus voluto da Conte, o dall’aumento dei tassi della Bce, emblema di un’Europa da blandire a Bruxelles ed attaccare in patria.

Tanto più che le cose non stanno certo andando per il verso giusto, e l’orizzonte è piuttosto fosco, dato che il debito pubblico è da record, il deficit cresce, lo spread torna a salire, i mercati cominciano ad essere diffidenti, a causa anche della tassa sugli extraprofitti delle banche che la Presidente del Consiglio ha imposto a inizio agosto senza neanche parlarne ai suoi ministri (e che adesso si cerca di correggere frettolosamente),  del cap al prezzo dei biglietti aerei, e di qualche emendamento azzardato del disegno di legge “Capitali”. 

Qualcosa sulla brochure “Italia Vincente” ci sarebbe da dire anche relativamente alle stime del Pil,  sull’occupazione e sulla produzione industriale, ma preferisco parlarne magari in un altro momento.

Concludendo, in questi giorni in cui Fratelli d’Italia sta facendo i bilanci del primo anno del Governo guidato da Giorgia Meloni viene da chiedersi per cosa questi primi 12 mesi verranno ricordati.

Sicuramente non potranno annoverarsi mirabolanti risultati economici, un’illuminata politica estera, o la fine di qualsivoglia annoso problema del Paese.

A onor del vero in politica estera va riconosciuto alla Premier che, sebbene alla Casa Bianca sieda il democratico Joe Biden e non il più congeniale Donald Trump, ha fatto in modo che la linea atlantista dell’Italia non venisse messa in discussione, e che certe accondiscendenze verso la Russia, anche da parte degli alleati di Lega e Forza Italia, fossero dimenticate.

Ma da quando appare inevitabile la riedizione a Bruxelles e a Strasburgo della maggioranza tra Popolari, Socialisti e Liberali, con i Conservatori dell’Ecr di Meloni marginali o fuori dai giochi, il suo approccio sta cambiando. 

Per spiegarmi meglio,  fino a quando Meloni sperava di poter essere determinante nel patto di potere che seguirà alle elezioni europee di giugno, si è mostrata prudente, allineata. tiepidamente sovranista, il contrario di come è in patria dove sfoggia toni, denti, unghie, vittimismo e complottismo da perenne underdog.   

Ora invece è ritornata a riabbracciare Orbàn, a difendere Morawiecki, e a flirtare con Vox, con il rischio di rimanere ai margini di quella cerchia ristretta di leader autorevoli e di peso che hanno nell’Unione la stella polare, e di fatto di essere lasciata fuori dal salotto buono dell’Europa che conta. 

Concludendo, per quanto le manifestazioni all’insegna de “Italia Vincente” siano state riprese da stampa e media, mi sembra di aver capito che erano riservate più che altro ai quadri dirigenti ed agli attivisti di Fratelli d’Italia, forse per caricarli in vista delle future scadenze elettorali

Tutto legittimo, ci mancherebbe.

E forse aver scelto di celebrare i fasti del primo anno di Governo fra “addetti al lavori”, senza coinvolgere troppo i cittadini, è stata una scelta azzeccata.

Perché cosa volete, il cittadino comune ogni giorno va a fare la spesa, va a fare benzina, va a prenotare una visita medica, e non è detto che con questi chiari di luna si senta proprio un “Vincente”.

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