Vajont, 60 anni fa la tragedia: le dichiarazioni di Mattarella e Zaia
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sarà questa mattina nei luoghi del disastro del Vajont, sul versante veneto e su quello friulano, dove 60 anni fa ci fu la tragedia che causò la morte di duemila persone.
Gli abitanti di Longarone e della valle del Piave ebbero solo quattro minuti per tentare di mettersi in salvo, la notte del 3 Ottobre 1963, prima che l’onda generata dalla frana del Toc nell’invaso del Vajont superasse la diga, radendo al suolo il paese. Erto, Casso e Castelavazzo sono diventati paesi fantasma, con case e finestre sbarrate. Longarone è stata rifatta a forza di cemento armato. I sopravvissuti sono ormai poche decine.
“Per noi fu come la fine del mondo. E un evento del genere non si può descrivere. Solo chi c’era può capire” dice oggi Italo Filippin, 79 anni, già sindaco di Erto e Casso (Pordenone), da molti anni diventato il più apprezzato “informatore della memoria” per le quasi 100mila persone che ogni anno vengono a visitare la Diga del Vajont, gestita dal Parco naturale delle Dolomiti friulane. “Solo all’alba capimmo cosa era accaduto”. Il bilancio ufficiale fu di 1.910 persone morte, tra cui 487 di età inferiore ai 15 anni.
“Dopo 60 anni, purtroppo, c’è un oggettivo rischio che questa diventi soltanto una giornata del ricordo.
Per me dev’essere sì la giornata in memoria di chi non c’è più; ma anche in onore dei vivi, dei sopravvissuti, perché questo è un territorio segnato indelebilmente dal quel disastro.
I 1.910 morti danno la dimensione di quella tragedia”, Lo ha detto il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, partecipando al cimitero monumentale di Fortogna (Belluno) alle cerimonie per il 60/o anniversario del Vajont, alla presenza del presidente Sergio Mattarella.
Zaia ha ricordato che oggi “è la giornata nazionale del ricordo delle vittime dei disastri ambientali e industriali, causati dall’incuria dell’uomo. Vale la pena allora ricominciare a parlare del rapporto uomo-natura, coinvolgendo soprattutto i giovani, i veri soggetti che ci possono indicare la via”. ANSA