Guasto alla centrale nucleare slovena vicina all’Italia: i risultati della analisi Arpa
Aggiornamento giovedì 12 ottobre
(fonte: ANSA) – “In merito ai rilievi dei sistemi di sicurezza della centrale nucleare di Krsko che hanno comportato il blocco dell’impianto sloveno, Regione e Agenzia regionale protezione ambiente (Arpa Fvg) sono state immediatamente informate secondo i protocolli di sicurezza. Il 5 ottobre i sistemi di sicurezza nella centrale di Krsko hanno segnalato una piccola perdita di liquido refrigerante nel circuito interno. I tecnici della centrale hanno quindi dato avvio alle procedure precauzionali di spegnimento. Arpa Fvg è stata contattata dall’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare che era stato informato dalle autorità slovene. Dal 6 ottobre al 9 ottobre il Centro Regionale radioprotezione di Arpa Fvg ha intensificato i controlli sulla radioattività in aria non rilevando alcuna anomalia”.
Lo riferisce l’assessore regionale alla Difesa dell’ambiente, Fabio Scoccimarro.
Scoccimarro ha riferito anche che Arpa ha monitorato anche “il particolato atmosferico e ha iniziato a valutare le traiettorie delle masse d’aria provenienti dal sito della centrale con modellistica numerica per interpretazione dei risultati. Questo monitoraggio intensivo si è concluso il 9 ottobre dopo il completamento delle operazioni di messa in sicurezza all’interno della centrale”.
I tecnici della centrale hanno comunicato che l’acqua fuoriuscita è comunque sempre rimasta all’interno dell’edificio della centrale e non è mai stato esposto all’ambiente esterno.
Dunque, “nulla di anomalo sia dalla strumentazione in continuo sia dalle più sensibili misure in spettrometria gamma”, ha precisato Scoccimarro, esprimendo “perplessità, per non dire contrarietà, all’ipotesi del raddoppio della centrale di Krsko2”. Puntare sul “nucleare a fissione, a Krsko, in una zona a medio alto rischio sismico, ritengo non sia più concepibile nel terzo millennio”. (ANSA).
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Notizia di martedì 10 ottobre
Guasto alla centrale nucleare di Krsko, in Slovenia, posizionata a 120 km dai confini italiani (Trieste). nei giorni scorsi è stata effettuata una procedura precauzionale di ‘shutdown’ a causa di una perdita rilevata nella struttura di contenimento. Lo ha reso noto l’operatore di Krsko (NEK). La scoperta è stata effettuata da “una squadra di tecnici che ha evidenziato una perdita in aumento nel sistema primario all’interno dell’edificio di contenimento”, ha confermato oggi via email una portavoce di NEK all’ANSA, che assicura che si può parlare di “piccola perdita”. “La fuoriuscita non ha avuto alcun impatto sui dipendenti, sulla popolazione o sull’ambiente ed è inferiore al valore limite fissato dalle specifiche tecniche”, spiega NEK. “Lo shutdown – continua la portavoce – è necessario per determinare l’esatta sorgente della perdita e le misure per risolverla. Per questa ragione, i tecnici hanno iniziato una graduale riduzione della potenza e la centrale è entrata in shutdown stamattina”.
Secondo i dati dell’operatore sloveno di trasmissione elettrica Eles, dalle 5 di oggi la Slovenia non produce elettricità dalla sua centrale nucleare, ma solo da fonti termoelettriche e idroelettriche.