VENETO – Controlli nel settore badanti, individuati 295 evasori totali, alcuni con rdc
I Reparti territoriali del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Treviso, nell’ambito delle iniziative assunte a garanzia dell’equità fiscale, a partire dai primi mesi dell’anno in corso, hanno sviluppato, di concerto con l’Inps, una mirata analisi di rischio che ha consentito di individuare numerose posizioni riferite a lavoratori domestici, in regola con il rapporto di collaborazione e con il versamento delle ritenute previdenziali, ma inadempienti sotto il profilo della presentazione delle dichiarazioni fiscali ai fini Irpef per le annualità che vanno dal 2017 al 2021.
Per tale tipologia di lavoratori, ricordiamo, la normativa fiscale prevede che, al superamento di determinate soglie di reddito, ovvero 8.000 euro fino al 2021 e 8.176 euro dal 2022, il contribuente debba presentare la dichiarazione annuale, utilizzando il modello 730 o il modello Unico. Al di sotto di tali soglie, invece, la dichiarazione può essere omessa.
Il monitoraggio svolto in provincia di Treviso ha permesso di individuare oltre 4.000 posizioni di lavoratori inadempienti, nei confronti dei quali sono stati immediatamente avviati i controlli fiscali: dallo scorso mese di aprile a oggi, sono già 295 i collaboratori domestici per i quali è stata rilevata l’omessa presentazione della dichiarazione (circostanza che li fa rientrare nella categoria dei cosiddetti “evasori totali”), per una base imponibile sottratta a tassazione di oltre 12 milioni di euro.
Il profilo reddituale degli interessati è stato ricostruito attraverso la documentazione detenuta dall’Inps, grazie al fatto che, nella maggioranza dei casi, i datori di lavoro avevano inserito tutti i dati previsti (periodi di assunzione, ore lavorate, tariffe orarie, contributi versati, date di versamento, trimestri di riferimento).
Inoltre, a seguito di tale attività e incrociando le informazioni nelle banche dati, è stato possibile intervenire, in un’ottica di approccio trasversale ai fenomeni illeciti, anche in altri settori di servizio: dei 295 evasori totali individuati, infatti, si è scoperto che 6, grazie all’occultamento dei compensi ricevuti, avevano percepito anche il reddito di cittadinanza, per un importo complessivo di 85.000 euro.
In relazione a tale ultimo aspetto, i responsabili sono stati segnalati, oltre che alla Procura della Repubblica di Treviso, per i profili penali emersi, anche agli uffici competenti dell’INPS, per il recupero delle somme indebitamente erogate.