Autovelox: Fleximan “il giustiziere” eroe dai social
Scherzando un po’, qualche volta mi è venuto da pensare che la Chiesa dovrebbe lanciare l’Anatema contro gli autovelox, e contemporaneamente la Scomunica contro coloro che decidono di piazzarli ai bordi delle nostre strade.
Vi state chiedendo perché?
Ma per “induzione al peccato”!
Vi siete mai trovati vicino ad una persona che ha appena ricevuto una raccomandata con cui gli viene comunicato che il giorno tale, alla tal ora, con la sua auto ha superato il limite di velocità consentita, il tutto documentato da una bella foto? Che per tale violazione dovrà pagare 180 euro e gli verranno decurtati tre punti sulla patente?
Beh se vi è capitato, soprattutto nel nostro Veneto, avrete certamente potuto auscultare un “rosario de resie”, che in lingua italiana si traduce con una “litania di bestemmie”, ma bestemmie che coinvolgono Dio, la Vergine Maria, un lungo campionario di Santi, molto spesso molto creative e immaginifiche, ma comunque tali da portare dritti dritti all’Inferno.
Il compianto Piero Angela usava dire che “gli italiani sono indisciplinati per natura”, e non è quindi difficile capire perché gli autovelox siano fra le cose più odiate nel BelPaese.
Non c’è dubbio che negli ultimi decenni abbiamo assistito ad una crescita esponenziale, ad un proliferare di strumenti di misurazione della velocità; autovelox fissi e mobili, Telelaser e Tutor, semafori dotati di T-Rex, posizionati lungo ogni tipo di strada per costringere gli automobilisti a moderare i “bollenti spiriti”, e a non premere troppo il piede sull’acceleratore.
Ma poiché ogni italiano sente di avere dentro di sé i geni di un Nuvolari, di un Fangio o di un Ayrton Senna, è comprensibile che gli autovelox siano fra le apparecchiature più invise ed esecrate.
E come può succedere quando una normativa viene percepita dai cittadini come “vessatoria”, qualcuno non ci sta, e si ribella.
E così nel nostro Veneto, anche se la cosa sembra ora trovare emuli anche in altre Regioni, si è materializzata una figura che, nella notte, con un flessibile elettrico, sega alla base i pali che sorreggono gli autovelox.
L’epicentro del fenomeno è senz’altro il Polesine, la provincia di Rovigo, dove gli “abbattimenti” sono stati ben otto; a partire dalla notte tra il 18 e 19 maggio 2023 con il velox posizionato sulla Statale 16 a Bosaro, poi messo ko per la seconda volta anche tra il 18 e 19 luglio, dopo la reinstallazione. A finire rovinosamente a terra poco dopo anche il velox sulla Regionale 482 a Giacciano con Baruchella, per ben due volte tra il 28 e il 29 maggio e tra il 1° e il 2 novembre. Poi è arrivata la volta del Delta: tra il 7 e l’8 agosto e il 25 e 26 dicembre scorsi è stato segato il velox di Taglio di Po in località Mazzorno Destro, e sempre nella notte di Natale a Corbola. Alla lista si aggiunge l’abbattimento nella notte fra il 3 ed il 4 gennaio del rilevatore posizionato nella Statale Romea all’ingresso di Rosolina.
Ma la “rivolta” si è spostata anche ad Asti, dove nella notte fra il 23 ed il 24 dicembre sono stati abbattuti sempre a colpi di flessibile due autovelox, che avevano fruttato 900 mila euro di multe nei primi cinque mesi di vita (erano stati attivati lo scorso agosto 2023), e adesso pure a Cremona, dove appena ieri si è appreso della “segatura” di un autovelox installato solo poche ore prima.
L’ultimo episodio in Veneto ha avuto come scenario la montagna, con l’abbattimento del rilevatore posto sulla strada del Passo Giau, nel comune di Colle Santa Lucia, che per anni ha primeggiato a livello nazionale per il rapporto fra multe e residenti.
Ma non vanno neppure trascurati altri due episodi di danneggiamento, avvenuti in quel di Cadoneghe, in provincia di Padova, dove un autovelox installato lo scorso giugno, che aveva registrato il record di 24mila multe nel primo mese, è stato fatto saltare con una miscela esplosiva, e la telecamera di un altro apparecchio posto a poche centinai di metri, è stata messa fuori uso a colpi di pistola.
Come era facile prevedere questi, che comunque la si pensi, sono atti vandalici, che alla fine gravano sull’intera comunità (visto che i velox vengono poi riattivati a spese di tutti) se da un lato hanno innescato veementi proteste degli Amministratori, dall’altra hanno trovato ampio sostegno da parte di molti automobilisti, e le gesta dei “sabotatori” sono stati celebrate sui social network con commenti come “eroe” e “passa anche da noi”.
E l’ignoto (per ora) “segatore” è stato innalzato agli onori delle cronache con lo pseudonimo di Fleximan, osannandolo come se si trattasse di un novello Robin Hood, di una sorta di “giustiziere nella notte”.
Guardate, io capisco che nell’immaginario collettivo Fleximan possa essere percepito come l’ “eroe senza macchia e senza paura” che combatte contro norme ritenute ingiuste o quanto meno vessatorie, ma trattandosi di uno che danneggia beni pubblici, non mi sento certo di paragonarlo ad un Robin Hood, o meglio ancora ad un Gandhi o a un Martin Luther King.
Ma ciò non toglie che politici ed amministratori farebbero male a non prendere nella dovuta considerazione questo tipo di “ribellione”, che sicuramente ha i connotati di un’attività illecita, e volendo anche criminale, ma che nasconde un malumore di fondo della cittadinanza.
Sono anni che si discute sulla proliferazione incontrollata degli autovelox, e quei cassoni arancioni con le telecamere, fra l’altro quasi sempre oscurate, sembrano ormai un complemento d’arredo delle nostre strade.
Per non dire che, anche se dovrebbero essere vietati, ogni automobilista ha nella propria auto o nel proprio smartphone un’applicazione che segnala in anticipo i velox o i T-red, e con le macchine attuali piene di segnalatori, luci, segnali acustici, led, cicalini, spesso si è costretti a perdere di vista la strada per interpretare i segnali che appaiono sul cruscotto o sui video (a scapito della sicurezza).
Resta il fatto che le imprese di Fleximan, ripeto riprovevoli, hanno riaperto una guerra sempre latente, hanno riattivato una miscela esplosiva, sulla diversità di opinioni relativamente all’uso che viene fatto degli autovelox, e se “L’uomo col flessibile” è diventato il nuovo idolo del web ci sarà pure un motivo.
Perché il “sentire” della gente comune è quello che, con la scusa della sicurezza stradale, le Amministrazioni comunali e provinciali abbiano fatto spuntare autovelox come funghi, piazzandoli nei posti più disparati, più per rimpinguare le loro casse, che per una reale volontà di ridurre gli incidenti stradali.
E la riprova starebbe nel fatto che in Italia molti Comuni mettono a bilancio gli introiti delle contravvenzioni (quindi in anticipo, quando non si sa ancora se e quante ne saranno contestate), e talvolta abbiamo anche letto di qualche polemica fra Sindaci e Capi delle polizie municipali sull’obbligo di fare cassa con le multe.
Questo è il clima, che fa sì che questa sorta di Robin Hood, o di Tulipano nero, che mette fuori uso gli autovelox (identificabili con il potere costituito) per favorire il popolo, trovi il sostegno, magari in modo silenzioso ed inconfessabile, della maggior parte dei cittadini-automobilisti.
Questa problematica sembra essere stata percepita dallo stesso Ministro dei trasporti, Matteo Salvini, che ha più volte ribadito che una delle novità del Codice della Strada 2024 dovrebbe riguardare proprio gli autovelox, che dovranno essere collocati in modo trasparente, e giusto con l’obiettivo che siano percepiti più come strumenti di sicurezza stradale, che come fonte di entrata per le Amministrazioni pubbliche.
Aspettiamo i fatti, caro Ministro!
Diversamente non è escluso che altri Fleximan nel futuro possano aggirarsi armati di flessibile nelle buie notti italiane.
Umberto Baldo
PS: vi confesso che da lungo tempo mi chiedo: perché lo Stato, invece di spendere una marea di soldi per installare il sistema Tutor nelle autostrade non impone un limitatore di velocità a tutte le auto, nel senso che materialmente non possano superare i 130 Km/ora? Che senso ha avere auto potenti che possono arrivare a velocità elevate se in quasi tutta Europa il limite massimo di velocità è appunto di 130 Km/ora? Non ho mai trovato una risposta convincente al riguardo.