17 Gennaio 2024 - 8.19

VENETO – Non passa la legge sul fine vita per un voto: determinante un consigliere PD

La legge sul fine vita in veneto non passa, per un solo voto. Dopo una seduta fiume il Consiglio Regionale del veneto, che poteva essere la prima regione in Italia ad approvare una legge sul fine vita se avesse accolto la proposta di iniziativa popolare dell’associazione Luca Coscioni, arriva l’esito negativo. I primi due articoli non hanno ottenuto la maggioranza di 26 voti necessari, ma solo 25. Il progetto di legge quindi diventerà «ordinario» senza tempi contingentati e tornerà i commissione. Un Consiglio che ha provocato qualche frattura politica con Forza Italia e Fratelli d’Italia e una parte della lega contro la legge e Zaia, una parte della Lega Movimento 5 stelle e PD a favore. Anche se il consigliere del PD Anna Bigon non ha sostenuto la legge facendo mancare un voto fondamentale. Se l’opposizione di gran parte del centrodestra era scontata, non era così scontato che un esponente PD potesse fare la differenza.

Proprio Zaia esprime il proprio rammarico: “la legge non voleva istituire il fine vita – dichiara- poiché il fine vita è già autorizzato da una sentenza della Corte Costituzionale. La legge stabiliva solo i modi e i tempi delle risposte ai malati”.
Il Veneto continuerà ad applicare la sentenza della Consulta sul suicidio medicalmente assistito ma senza una legge regionale che fissi in 20 giorni il tempo limite per comitato etico e commissione medica delle diverse aziende ospedaliere per vagliare le richieste, che in questo momento, ha ricordato Zaia, sono 6.

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