29 Gennaio 2024 - 10.36

Addio a Sandra Milo

Sandra Milo, l’attrice che ha ispirato Federico Fellini e incantato il cinema italiano, è deceduta nella sua casa circondata dall’amore dei suoi cari, come da sua volontà, ha annunciato la sua famiglia. Conosciuta affettuosamente come “Sandrocchia” dal grande regista, era una delle figure più amate dello schermo italiano.

Sandra Milo, all’anagrafe Salvatrice Elena Greco, nacque il 11 marzo 1933 a Tunisi. La sua carriera cinematografica annovera circa settanta film, con registi illustri come Roberto Rossellini, Antonio Pietrangeli, Sergio Corbucci, Federico Fellini, Luigi Zampa, Dino Risi, Luciano Salce, Duccio Tessari, Pupi Avati, Gabriele Salvatores e Gabriele Muccino, solo per citarne alcuni.

Nota per il suo impegno politico come socialista ai tempi di Bettino Craxi, e per la sua vita sentimentale intensa, che ha fatto delle sue relazioni un vero e proprio dramma, Sandra Milo è stata un’icona del cinema italiano. Dalle sue nozze giovanili nel 1948 con il marchese Cesare Rodighiero (durato 21 giorni), fino alla lunga relazione con Moris Ergas, da cui nacque Deborah, e all’unione con Ottavio De Lollis, da cui ha avuto Ciro e Azzurra, la sua vita privata è stata ricca di avventure e drammi.

Nel 2007, durante un’intervista televisiva, Sandra Milo ha raccontato commossa di aver assistito la madre in fin di vita, rispettando il suo desiderio di morire con dignità. La sua carriera cinematografica è stata caratterizzata da ruoli indimenticabili, tra cui quelli in “Il generale Della Rovere” (1959) di Roberto Rossellini e “Adua e le compagne” (1960) di Antonio Pietrangeli. Cruciale è stato l’incontro con Federico Fellini, che l’ha diretta in due dei suoi capolavori: “8½” (1963) e “Giulietta degli spiriti” (1965).

Nel 1990, la Milo è entrata nella storia della televisione italiana per un famoso scherzo telefonico durante la trasmissione “L’amore è una cosa meravigliosa”. Nonostante gli ultimi impegni cinematografici e teatrali, la sua presenza sullo schermo e sul palcoscenico resterà indelebile.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
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