VENETO – Uomo folgorato da 20 mila Volt: dieci ore di intervento per la rinascita
Nel cuore dell’innovazione medica, si celano storie di speranza e rinascita. Lo dimostra la storia di un cinquantenne trevigiano che ha affrontato una tragedia che avrebbe potuto segnare la sua vita per sempre. Un incidente drammatico lo ha lasciato con gravi lesioni in vari punti del corpo. Grazie all’impegno e alla perizia del team medico guidato dal dott. Giorgio Berna, direttore dell’U.O.C. di Chirurgia Plastica dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso, questo paziente ha avuto accesso a un intervento all’avanguardia di ricostruzione plastica. Questo non è stato solo un procedimento chirurgico, ma un viaggio verso la rinascita, alimentato dall’innovazione e dalla dedizione.
L’uomo di professione artigiano è stato soccorso dal Suem a seguito di una folgorazione da 20000 Volt, causata urtando una cassetta di alta tensione scollegata ma connessa a un altro contatore funzionante: si ipotizza che la conduzione sia avvenuta attraverso ragnatele bagnate dall’umidità che intasavano i tubi sotterranei. La condizione clinica del paziente risultava subito critica. Seguiva, infatti, il suo ricovero in unità di terapia intensiva cardiologica, con successive consulenze neurologiche e nefrologiche, oltre a tac cerebrale. Dopo 48 ore di osservazione si disponeva il ricovero in chirurgia plastica.
All’ingresso si evidenziavano ampie ustioni da folgorazione al gomito destro (sede di entrata) e spalla e cuoio capelluto (sedi di uscita). Oltre alle lesioni cutanee il paziente riportava alterazioni di sensibilità e di motilità a carico del nervo Ulnare che risultava compromesso.
Seguiva un primo intervento di toilette dei tessuti necrotici e riparo con membrane bioingegnerizzate. Dopo controlli periodici ed esami specifici si rendeva necessario un secondo intervento di toilette chirurgica e ricostruzione con riparo del “buco sul cuoio capelluto e spalla” con trasposizione di lembi locali e la ricostruzione del gomito destro con lembo microchirurgico prelevato dalla coscia ed attaccato ai vasi del braccio, con la contemporanea ricostruzione del nervo ulnare omolaterale. L’intervento in sala operatoria è durato dieci ore.
Attualmente il paziente è a casa, sta bene e tutte le ferite e perdite di sostanza sono guarite. Sta seguendo il normale percorso di riabilitazione per il pieno recupero della funzionalità dell’arto.
“In un mondo in cui ogni giorno si compiono progressi straordinari nella medicina e nella tecnologia, storie come questa ci ricordano il vero impatto positivo che possono avere sull’umanità il lavoro dei nostri medici, infermieri e personale sanitario in generale – sottolinea Francesco Benazzi, direttore generale dell’Ulss 2 Marca trevigiana – Voglio davvero in questo caso ringraziare l’impegno quotidiano del dott. Berna e di tutta la sua equipe, oltre che tutti i colleghi degli altri reparti coinvolti in questa storia a lieto fine, che sono la testimonianza del potere dell’innovazione e della dedizione dell’uomo nell’aiuto al prossimo”.