Le farmacie cercano nuovi spazi: rivoluzione in arrivo con la nuova normativa
È una piccola grande rivoluzione quella avviata dalla Regione Veneto con la delibera 69 approvata alla fine di gennaio, che consente alle farmacie di utilizzare anche locali esterni alle stesse per l’erogazione dei servizi sanitari nell’ambito della cosiddetta “farmacia dei servizi”.
Una rivoluzione che naturalmente coinvolgerà anche il territorio vicentino, come spiega la dott.ssa Daniela Giovanetti, presidente di Federfarma Vicenza: «Negli ultimi anni le farmacie sono diventare sempre di più un centro di erogazione non solo di farmaci, ma anche di servizi sanitari, molti anche su affidamento delle Aziende socio-sanitarie e della Regione Veneto. Basti pensare che nel corso del 2023 nelle farmacie vicentine sono stati eseguiti oltre 75 mila tamponi Covid, poco meno di 4.900 vaccinazioni anti-Covid e circa 4.500 vaccinazioni antinfluenzali. Sono numeri di assoluto rilievo, ai quali si aggiungono molti altri servizi come la prenotazione degli esami, lo scarico dei referti o ancora il ritiro dei campioni per lo screening del tumore del colon-retto. Sono tutte attività che però richiedono spazi adeguati. Anche per questo motivo alcuni colleghi negli ultimi anni hanno investito in modo significativo per la costruzione di nuove farmacie, riprogettate da zero secondo quella è che la realtà delle farmacie del nuovo millennio, ma non tutte hanno questa possibilità, pensiamo ad esempio a quelle inserite nei centri storici o comunque all’interno di complessi più ampi: non dimentichiamo che ciascuna licenza di farmacie è vincolata ad una ben precisa territorialità, che coincide più o meno con il quartiere».
Una problematica che potrà essere superata proprio grazie alla nuova delibera della Giunta Regionale: «Viene concessa alle farmacie la possibilità di aprire delle sedi distaccate, anche non contigue alla sede principale purché all’interno dello stesso ambito territoriale di pertinenza, dedicate esclusivamente all’erogazione di servizi sanitari. Questo è molto importante sia per le farmacie sia per gli utenti: le prime potranno investire ulteriormente nella “farmacia dei servizi”, potenziando la propria offerta di test ed esami diagnostici, e in prospettiva ci sarà un’adesione maggiore alle attività di vaccinazione e agli altri servizi in convenzione con il sistema sanitario regionale, proprio perché potrà aderire anche chi ora fatica per vincoli strutturali. I cittadini potranno così contare su una presenza ancora più capillare di servizi sanitari vicino a casa e, all’interno delle farmacie, su spazi più accoglienti e adeguanti anche in termini di privacy».
E già si intravedono ulteriori sviluppi futuri: «La normativa consente alle farmacie di aprire queste sedi distaccate anche in associazione con altre farmacie: potenzialmente si va quindi verso la creazione di centri ben strutturati, con l’orario esteso tipico delle farmacie, per l’erogazione ai cittadini di tutta una serie di servizi sanitari di quartiere».