Coldiretti Vicenza al Brennero: fermati tir con latte straniero, formaggi tedeschi italianizzati, carne, fiori e frutta diretti in Veneto
Oltre 1600 agricoltori veneti al valico del Brennero, tra i quali più di 300 vicentini, hanno lanciato la raccolta di un milione di firme per la legge europea sull’etichettatura obbligatoria di tutti i prodotti.
Un carico di cosce di maiale dalla Danimarca, destinazione Isola della Scala, nel Veronese. Arriva dalla Moldavia, invece, un carico di avocado importati dal Sudafrica, chissà quando ed in che condizioni. Poi 25 mila litri di latte tedesco diretto a Borso del Grappa a Treviso, formaggio già marchiato con un nome italiano e diretto al Veneto, ed ancora otto tonnellate di carne di maiale e lardo dalla Germania, quintali di uova dalla Polonia, fiori dall’Olanda verso Verona, pane e prodotti dolciari dall’Austria diretti alla volta di Catania: è il contenuto dei primi camion fermati al passo del Brennero questa mattina dagli agricoltori di Coldiretti, in collaborazione con le forze dell’ordine. In diecimila guidati da Coldiretti stanno presidiando il valico con l’Austria, per denunciare l’invasione di cibo e prodotti stranieri dal resto dell’Europa e non solo, la scarsa trasparenza sull’origine e l’etichettatura, la concorrenza sleale che minaccia il “made in Italy” agroalimentare. Folta la delegazione vicentina guidata dal presidente Pietro Guderzo e dal direttore Simone Ciampoli.
“Oggi con siamo in migliaia da tutta Italia, oltre 300 solo dal Vicentino – commenta Coldiretti Vicenza – e siamo qui per denunciare ancora una volta le importazioni sleali che danneggiano i nostri imprenditori agricoli. Dinanzi all’invasione di prodotti stranieri che mettono a rischio la salute dei cittadini ed il futuro dell’agroalimentare tricolore Coldiretti chiede anche maggiori controlli per bloccare le truffe a tavola. Ringraziamo le forze dell’ordine oggi al nostro fianco nel controllo dei mezzi in transito per questa operazione di legalità e trasparenza. Basti pensare ai recenti casi di patate straniere vendute come italiane o dei falsi carciofi brindisini di provenienza africana, o dell’olio di semi venduto ai ristoranti romani come extravergine. I valichi ed i porti non possono continuare ad essere un colabrodo da cui passa di tutto. Il Brennero è un luogo fortemente simbolico per il passaggio dei falsi prodotti Made in Italy che invadono il mercato ed è da qui che rilanciamo la nostra battaglia sulla trasparenza dell’origine in etichetta che è un diritto dei cittadini europei. Chiediamo sia una priorità della nuova Commissione Ue e del nuovo Parlamento dopo le elezioni europee. Per questo, proprio dal Brennero vogliamo lanciare una nuova iniziativa, la raccolta firme per una legge di iniziativa popolare europea con cui chiedere e pretendere l’etichettatura di origine obbligatoria per tutti i prodotti agroalimentari, estendendo la normativa che l’Italia ha adottato facendo da apripista negli anni passati. Vogliamo garantire trasparenza e tracciabilità ai nostri consumatori che hanno “fame di made in Italy”, ma trovano tanto falso Made in Italy che danneggia i nostri produttori”.
L’obiettivo di Coldiretti è raggiungere in tempi brevi un milione di firme per dire basta ai cibi importati e camuffati come italiani e difendere la salute dei cittadini ed il reddito degli agricoltori, estendendo l’obbligo dell’indicazione di origine in etichetta a tutti i prodotti alimentari in commercio nell’Ue.
Parte, dunque, dal Brennero la grande mobilitazione di Coldiretti per una proposta di legge europea di iniziativa popolare sulla trasparenza di quanto portiamo in tavola. Proposta sostenuta da diecimila agricoltori che oggi e domani saranno alla frontiera, assieme al presidente nazionale Ettore Prandini, e che grazie alle operazioni delle forze dell’ordine vedranno verificare il contenuto di tir, camion frigo, autobotti.
La campagna potrà essere sostenuta firmando in tutti i mercati contadini di Campagna Amica e negli uffici Coldiretti e sarà promossa anche sui social media con l’hashtag #nofakeinitaly.
La mobilitazione della Coldiretti rappresenta anche una risposta all’attacco arrivato dalla Corte dei Conti Ue nell’Audit concluso lo scorso dicembre in merito ai decreti italiani sull’etichettatura d’origine per pasta, riso, derivati del pomodoro, latte e formaggi, salumi, considerate ostacoli al libero commercio nonostante l’elevato e legittimo interesse dei consumatori a conoscere l’origine della materia prima di quanto mette nel piatto. E pesa anche l’esclusione dalla Direttiva Breakfast di prevedere l’obbligo dell’indicazione di origine per succhi di frutta e marmellate, inizialmente inserito e poi bocciato in fase di Trilogo tra Commissione, Consiglio e Parlamento Ue.
“Guardando al fiume di merci che ogni giorno entrano in Italia – conclude Coldiretti Vicenza – è necessario anche lo stop all’importazione di cibo trattato con sostanze e metodi vietati in Europa, come il grano canadese fatto seccare in preraccolta col glifosato, affermando il rispetto del principio di reciprocità: gli obblighi che vengono imposti ai produttori italiani devono valere anche per chi vuole vendere nel mercato europeo”.