12 Aprile 2024 - 17.16

Inondazioni storiche in Russia e Kazakistan: proteste contro la gestione della crisi

Le inondazioni storiche che da giorni flagellano varie regioni della Russia e del Kazakistan stanno generando una situazione “critica” nella città russa di Orenburg, secondo quanto dichiarato venerdì 12 aprile dal sindaco, che ha ordinato agli abitanti di evacuare urgentemente di fronte al pericolo imminente.

“Una sirena risuona in città. Non è un’allerta simulata. Sta avvenendo un’evacuazione di massa”, ha avvertito Sergei Salmin, consigliere comunale di questa città di mezzo milione di abitanti situata negli Urali. “La situazione è critica, non perdete tempo!”, ha ribadito tramite Telegram, esortando i residenti a lasciare immediatamente le loro abitazioni. Il livello del fiume Ural, in costante crescita insieme ad altri corsi d’acqua circostanti, ha ormai superato gli 11,43 metri, oltre 2 metri al di sopra della soglia considerata “critica” dalle autorità. Queste inondazioni sono il risultato di intense piogge, dello scioglimento delle nevi e della rottura del ghiaccio invernale che copre i fiumi. Le immagini diffuse giovedì sera dalle autorità locali mostrano l’entità dei danni, con i tetti delle case che emergono appena dall’acqua marrone in alcuni punti.

A Orenburg, capoluogo della regione omonima al confine con il Kazakistan, il livello del fiume dovrebbe continuare a salire, raggiungendo il picco venerdì o sabato, ha dichiarato all’agenzia di stampa Ria Novosti il funzionario regionale Sergei Balikin.

Anche nella Siberia occidentale, il livello del fiume Ishim sta aumentando, hanno riferito le autorità della regione di Tyumen. Il giorno prima, un funzionario locale aveva avvertito che i picchi per questo fiume e per il fiume Tobol sarebbero dovuti avvenire solo tra il 23 e il 25 aprile.

Più di 10.700 persone sono state evacuate nella regione di Orenburg, dove circa 11.700 abitazioni sono state sommerse, secondo le autorità regionali. Altre evacuazioni sono state ordinate nelle regioni di Kurgan e Tomsk, dove la furia del fiume Tom minaccia diversi villaggi. Complessivamente, più di 100.000 persone sono state costrette a lasciare le loro case, principalmente in Kazakistan. Tuttavia, le autorità russe non hanno fornito informazioni sul numero totale di evacuati. Le autorità locali hanno segnalato un miglioramento della situazione a Orsk, la seconda città allagata della regione di Orenburg dopo la rottura di una diga, affermando che il livello del fiume Ural sta diminuendo. Lunedì sono scoppiate rare proteste in Russia contro la gestione della crisi da parte delle autorità locali. Nonostante la gravità della situazione, non è stato annunciato alcun viaggio del presidente Vladimir Putin in queste zone.

Anche se non è stato stabilito un collegamento diretto con il cambiamento climatico, gli scienziati sottolineano che il riscaldamento globale sta contribuendo a eventi meteorologici estremi come forti precipitazioni che causano inondazioni.

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