15 Aprile 2024 - 16.09

Cos’è l’ortoressia? Disturbo inaspettato e ancora poco conosciuto di chi ‘mangia bene’

Chi soffre di anoressia o bulimia è ossessionato dalla quantità del cibo, mentre chi è affetto da ortoressia si concentra sulla qualità. La loro alimentazione è guidata dal desiderio di consumare solo cibi considerati sani e benefici per la salute. Questo disturbo, spesso minimizzato, può portare a conseguenze dannose per la salute mentale. Vediamo insieme questa condizione che può avere un impatto significativo sulla vita quotidiana.

L’ortoressia è un disturbo alimentare che è stato menzionato per la prima volta nel 1997 dal dottor Steven Bratman. Il termine deriva dalle parole greche “ortho” e “orexia”, che significano rispettivamente “corretto” e “appetito”. Questo disturbo si caratterizza per un’ossessione nel consumare cibi considerati sani e di alta qualità. Sebbene dietro questo comportamento possa esserci il desiderio di mantenersi in salute, perdere peso o prendersi cura di sé, tale attenzione verso il cibo diventa un’ossessione che comporta un bisogno estremo di controllo e una paura eccessiva di avvelenare il proprio corpo.

Secondo Patrick Denoux, professore di psicologia interculturale, l’ortoressia è spesso associata alla pressione delle politiche sanitarie che promuovono l’idea di “mangiare meglio” attraverso una dieta bilanciata. Tuttavia, ciò può portare a una diffusa sfiducia nei confronti del cibo a causa della presenza di pesticidi, additivi e coloranti nei nostri piatti, insieme agli scandali alimentari e ai frequenti richiami di prodotti. Questi fattori contribuiscono a una crescente ipervigilanza e incertezza nei confronti del cibo che consumiamo, con una progressiva delega del controllo da parte del consumatore a istituzioni distanti, generando crisi alimentari.

Quali sono i sintomi associati all’ortoressia?

Le persone affette da ortoressia manifestano ansia nei confronti di cibi ritenuti non salutari. Sono costantemente preoccupate per la scelta del cibo, provano sensi di colpa quando consumano alimenti che non considerano “sani”, esaminano attentamente ogni dettaglio nutrizionale, evitano gite e ristoranti e cercano costantemente il modo migliore per preparare o cucinare il cibo. Inoltre, non provano piacere durante i pasti e possono sviluppare ipocondria. Questo bisogno di controllo può portare all’isolamento sociale, all’ansia e persino alla depressione. Una dieta estremamente rigida può anche causare carenze vitaminiche e compromettere il corretto funzionamento ormonale.

Come viene diagnosticata l’ortoressia?

Nonostante l’ortoressia presenti somiglianze con l’anoressia, non è considerata un disturbo alimentare a sé stante, ma piuttosto un disturbo ossessivo-compulsivo legato all’alimentazione. Di conseguenza, la diagnosi clinica non è formalmente riconosciuta dalle classificazioni internazionali delle malattie mentali. Tuttavia, psicoterapeuti e operatori sanitari spesso utilizzano il test di Bratman per valutare il rapporto del paziente con il cibo. Questo test consiste in una serie di domande volte a sondare il rapporto del soggetto con il valore nutrizionale del cibo rispetto al piacere di gustarlo, e se ha rinunciato a cibi amati in favore di quelli considerati “sani”. Si consiglia di consultare un nutrizionista e uno psicologo per adottare un rapporto più equilibrato e rilassato con il cibo.

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