NORDEST – Vendono e riparano telefonini ma in realtà truffano 57 clienti: sequestri e denunce
I Finanzieri del Comando Provinciale di Trento hanno eseguito un Decreto di sequestro preventivo emesso dal G.I.P. del Tribunale di Trento, che ha ordinato il sequestro di beni e disponibilità finanziarie per un valore di circa 80.000,00 euro. Questo provvedimento riguarda cinque soggetti, di cui quattro italiani e una uruguaiana, indagati con l’accusa di truffa aggravata, sostituzione di persona, violazione del codice della privacy, frode informatica con accesso abusivo a sistemi informatici e telematici e falsità in registri e notificazioni soggette a controllo dell’autorità.
Le indagini, condotte dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Trento e coordinate dalla Procura della Repubblica locale, sono partite da una querela presentata da un pensionato, il quale ha scoperto addebiti non autorizzati sulla sua carta di credito relativi all’attivazione di una SIM intestata al coniuge defunto. Queste indagini hanno rivelato irregolarità penali commesse dai titolari e dai dipendenti di una società con sede a Trento, attiva con quattro punti vendita in tutto il Trentino, nel settore della vendita e assistenza di cellulari e servizi connessi alla telefonia mobile.
Le investigazioni hanno mostrato che i sospettati, sfruttando i dati dei clienti, attivavano linee telefoniche e vendevano telefoni cellulari “a rate” utilizzando dati anagrafici e bancari di ignari clienti. Utilizzavano firme false per perpetrare truffe ai danni di 57 consumatori, principalmente anziani, attivando oltre 900 SIM card e vendendo fittiziamente 62 smartphone.
In altri casi, attivavano servizi telefonici a pagamento non richiesti manipolando i telefoni dei clienti che si recavano nei negozi per assistenza tecnica.
Le attività illegali consentivano all’impresa di raggiungere obiettivi di vendita non reali, ottenendo premi e bonus commerciali, oltre a incassare il ricavato dalla vendita delle SIM e dei telefoni cellulari.
Le Fiamme Gialle di Trento hanno eseguito il sequestro di disponibilità finanziarie depositate sui conti correnti degli indagati e di un immobile, come disposto dal decreto giudiziario.
La società è stata segnalata al Garante per la Protezione dei Dati Personali per valutare la violazione della normativa sulla privacy. Il Garante ha inflitto alla società una sanzione amministrativa di 150.000 euro per la violazione dei principi di liceità e correttezza nel trattamento dei dati personali.
Al termine delle indagini, l’Autorità Giudiziaria ha emesso il decreto di chiusura delle indagini, confermando le accuse contro i cinque indagati e richiedendo il rinvio a giudizio.