Momento storico per Tezze sul Brenta: avviato l’intervento di bonifica all’ex Galvanica P.M.
Questa mattina l’Assessore regionale allo sviluppo economico ed energia, insieme ai tecnici della Regione e a tutti i soggetti coinvolti nel progetto, ha effettuato un sopralluogo nella sede dell’ex Galvanica P.M. di Tezze sul Brenta (VI) per l’avvio dell’intervento di bonifica dell’ex sito industriale inquinato. Si tratta di un intervento di grande impatto, finanziato dalla Regione del Veneto per oltre 13,6 milioni di euro, parte dei quali derivanti dalla Legge Speciale per Venezia.
Dal 2002 è in corso un importante intervento di risanamento ambientale nel Comune di Tezze sul Brenta, ricadente nel territorio del Bacino Scolante nella Laguna di Venezia, in riscontro ad una contaminazione da Cromo esavalente rilevata nel sito dell’impianto “Ex Industria Galvanica P.M.”, azienda sciolta e messa in liquidazione nel dicembre 2003, che effettuava il trattamento galvanico di manufatti metallici, mediante l’utilizzo di nichel e cromo.
La Regione del Veneto è intervenuta con numerosi provvedimenti per un totale di oltre 13,6 milioni di euro sul totale di 14,7 milioni di euro previsti dall’intervento di risanamento e bonifica del sito inquinato.
In questi giorni sono stati avviati i lavori previsti da un Protocollo di intesa che regolamenta i rapporti tra Regione del Veneto, Comune di Tezze sul Brenta, Consiglio di Bacino ed ETRA S.p.A. grazie alle risorse previste dal riparto dei fondi della Legge Speciale per Venezia che assegna l’importo di € 6.000.000 in favore del Comune di Tezze sul Brenta, per garantire l’attuazione del secondo stralcio e, quindi, la completa attuazione dell’intervento di bonifica del sito.
L’intervento di bonifica del II stralcio, nel suo complesso, ammonta a oltre 7 milioni 844mila euro di cui un milione 844mila euro finanziati a valere su risorse ministeriali, in aggiunta ai 6 milioni di euro assegnati a valere sulle risorse della Legge speciale per Venezia e prevede la realizzazione di una cinturazione perimetrale della zona maggiormente contaminata (profondità di circa 24 m) e di un tappo di fondo della zona interessata da detta cinturazione, un trattamento chimico di stabilizzazione in situ della porzione di sottosuolo maggiormente interessata dalla contaminazione e il ripristino del capping impermeabile sull’ area di intervento.
È previsto, inoltre, un ulteriore potenziamento della barriera idraulica esistente e l’ampliamento dell’impianto di trattamento per l’abbattimento del Cromo VI nell’acqua di falda emunta, stante la necessità di potenziare il presidio idraulico durante le fasi di attuazione della bonifica.