28 Maggio 2024 - 10.23

Camera di Commercio: torna un lieve segno positivo

Dopo tre trimestri consecutivi con il segno meno, il settore manifatturiero vicentino arresta la fase di contrazione, tornando a evidenziare un (lievissimo) andamento positivo per i principali indici. È questo il dato saliente dell’indagine congiunturale realizzata dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Vicenza relativa al periodo gennaio-marzo di quest’anno, che è stata presentata ufficialmente nella sede dell’Ente Camerale alla presenza del presidente Giorgio Xoccato. Contestualmente, Unioncamere Veneto ha presentato anche l’indagine congiunturale regionale relativa allo stesso arco temporale, con la presenza del presidente regionale Mario Pozza.

Per quanto riguarda più in dettaglio i dati relativi alla provincia di Vicenza, la produzione è aumentata dello 0,3% rispetto al trimestre precedente, sebbene sia diminuita del 2,1% rispetto allo stesso periodo del 2023.

Analogo andamento per il fatturato, che cresce leggermente di più rispetto al trimestre precedente (+0,6%), ma sconta anche una flessione superiore rispetto al I trimestre dello scorso anno (-3,7%). Quest’ultimo dato però non necessariamente rappresenta un indicatore negativo, in quanto va letto anche come l’effetto di un raffreddamento dei prezzi alla produzione.

L’andamento è diversificato per settore con valori positivi per orafo, concia e alimentare ma anche con valori negativi per sistema moda, legno-mobili, metal-meccanica e chimica-plastica.

Va evidenziato inoltre che il dato produttivo del Veneto è significativamente più positivo rispetto ai valori di Vicenza (+1,1%), mentre quello italiano mostra un ulteriore segno “-“ (-1,3%).

In definitiva, è difficile affermare che ci si trovi già in una nuova fase di crescita, ma il mercato ha cambiato intonazione.

Anche sul fronte degli ordini ad un lievissimo segno “+” rispetto al trimestre precedente si contrappone comunque un dato più marcatamente negativo se confrontato con il I trimestre 2023: gli ordini sul mercato interno fanno segnare rispettivamente un +0,3% e -2,9%, mentre le commesse provenienti dall’estero fanno segnare rispettivamente +0,5% e -1,3%.

Sul fronte dell’occupazione, invece, nel settore manifatturiero sono state raggiunte le 149.541 unità, in aumento rispetto a marzo 2023 (quasi due mila unità in più), ma la situazione occupazionale mostra tensioni con la ricerca di molti profili difficilmente reperibili in vari ambiti: nell’indagine Excelsior riferita alle richieste delle imprese per il mese di maggio, le assunzioni sono avvertite come “difficili” nel 56% dei casi (con punte ancora più elevate per le professioni tecniche e gli operai specializzati).

Allo stesso tempo, le ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni (CIG) nel 1° trimestre evidenziano una leggera diminuzione rispetto al 4° trimestre 2023 (-1,5%) mentre il confronto con il dato del I trimestre 2023 mostra un aumento significativo (da 2,8 a 4,8 milioni, +69,3%), a conferma che anche in un periodo di forte richiesta di occupazione restano delle situazioni di difficoltà. Con riferimento al trimestre precedente, le ore della componente ordinaria (CIGO) sono diminuite mentre quelle della componente straordinaria (CIGS) sono in netto aumento, anche se rappresentano una quota poco significativa, passando rispettivamente da 4,8 a 4,5 milioni di ore e da 72 mila a 356 mila ore; infine a Vicenza nel I trimestre non sono state autorizzate ore di CIG “in deroga”.

Un segno “meno” riguarda invece la demografia delle imprese: il saldo tra iscrizioni e cancellazioni è negativo e pari a -403 imprese, ma va ricordato che per motivi amministrativi nel primo trimestre si concentrano molte cancellazioni legate alle “chiusure di fine anno”. Tale diminuzione è tuttavia meno ampia rispetto a quella dell’analogo periodo del 2023 (-457) e inoltre va rilevato che le nuove iscrizioni hanno raggiunto quota 1.394: si tratta del valore più alto degli ultimi anni e anche questo può essere visto come un indicatore di fiducia.

In miglioramento i dati sulle procedure concorsuali, sebbene questi vadano interpretati alla luce della recente modifica normativa relativa alla composizione negoziata della crisi d’impresa: i procedimenti e le crisi d’impresa sono stati complessivamente 47 mentre si sono registrate solo un’apertura di procedura fallimentare e una di concordato. Le procedure aperte nel periodo sono state quindi 49 mentre erano state 59 nel 4° trimestre 2023 e 38 nel 1° trimestre 2023.

Resta invece tesa la situazione sul fronte del credito: la Banca d’Italia ha diffuso l’aggiornamento al 28 febbraio: lo stock di prestiti bancari alle imprese vicentine è leggermente calato rispetto a fine anno (-1%) ma rispetto al febbraio del 2023 la diminuzione è molto consistente (-10,1%). Gli interventi della BCE per raffreddare l’economia e quindi l’inflazione hanno avuto un impatto notevole sui tassi e conseguentemente sui prestiti. Più in dettaglio, nel confronto con l’anno precedente l’ammontare dei prestiti al settore produttivo è diminuito nelle costruzioni (-2,7%), ma soprattutto nel manifatturiero (-12,4%) e nei servizi (-7,9%).

Per quanto riguarda infine le aspettative per il futuro, a fine marzo i giorni di produzione assicurati dagli ordinativi già raccolti erano 54, su livelli più bassi di quelli di un anno fa, ma solo leggermente inferiori rispetto al dato della rilevazione di dicembre 2023.

In compenso, la quota di imprenditori che prefigura un aumento produttivo nel breve termine, opportunamente destagionalizzato, torna a crescere leggermente rispetto a fine 2023, restando su livelli storicamente buoni: nonostante i molti elementi di incertezza, l’inizio del 2024 è quindi caratterizzato da un modesto e cauto ottimismo.

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