L’Unione Europea vuole monitorare le chat private di tutti: ecco perché
Si tratta di un nuovo affronto, anche se l’idea resta all’ordine del giorno. Gli Stati membri dell’Unione Europea (UE) sono stati invitati a votare questo giovedì una proposta di regolamento volta a combattere la proliferazione di contenuti pedopornografici. Il testo prevede la scansione automatica dei contenuti condivisi dai cittadini europei su piattaforme di messaggistica istantanea come WhatsApp, Signal o Telegram. Tuttavia, a causa della mancanza di consenso, il voto decisivo del Comitato dei Rappresentanti Permanenti, che comprende i rappresentanti dei governi dell’UE, è stato annullato e rinviato a data da destinarsi.
Nel frattempo, i difensori della privacy hanno ottenuto una vittoria temporanea. Essi temono una possibile sorveglianza diffusa delle comunicazioni, poiché le app di messaggistica che offrono crittografia end-to-end, che garantisce la privacy degli scambi, sarebbero interessate da queste nuove regole. Conosciuto come “Chat control” (Controllo delle conversazioni online), questo progetto di regolamento europeo, introdotto per la prima volta nel 2022, prevede l’istituzione di un sistema di sorveglianza che analizzerà tutti i contenuti digitali, comprese immagini, video e collegamenti condivisi. Come funzionerebbe concretamente?
Attualmente, il rilevamento di contenuti pedopornografici si basa sulla segnalazione volontaria delle piattaforme. L’UE ritiene che ciò sia insufficiente e intende pertanto imporre alle piattaforme l’obbligo di analizzare automaticamente il contenuto delle comunicazioni. Il testo sottolinea che la crittografia end-to-end “è un mezzo necessario per proteggere i diritti fondamentali”, ma prosegue affermando che i servizi di messaggistica crittografati potrebbero “diventare inavvertitamente zone sicure in cui la pornografia infantile può essere condivisa o trasmessa”.
In pratica, tutti i contenuti condivisi tramite un’applicazione di messaggistica passerebbero attraverso una sorta di “scanner virtuale” che analizzerebbe il contenuto alla ricerca di materiale sospetto. In caso di dubbio, verrebbe poi presentata una denuncia a un centro europeo, che potrebbe inoltrare il dossier alla polizia per confermarne il carattere illegale. Alla fine del 2023, il Parlamento Europeo ha modificato il testo per limitarne il campo di applicazione agli utenti sospettati di tali azioni ed escludendo le comunicazioni crittografate end-to-end da questi obblighi di rilevamento. La soluzione proposta consisterebbe nell’analizzare il contenuto dei messaggi a monte, cioè prima che le applicazioni li rendano indecifrabili.
Meredith Whittaker, presidente di Signal, ha dichiarato prima del voto che, se necessario, l’app smetterebbe di funzionare nell’UE. La proposta di regolamento europeo “mina radicalmente la crittografia” e rischia di introdurre “una vulnerabilità” che potrebbe essere sfruttata “da hacker e stati nazionali ostili”, ha sottolineato in un messaggio pubblicato sui social network. Anche la società svizzera Proton, i cui messaggi si basano sulla riservatezza, ha esortato i governi dell’UE a rifiutare la scansione di massa delle comunicazioni dei cittadini votando contro questa proposta.
Feroce oppositore della proposta di regolamento UE, l’eurodeputato tedesco Patrick Breyer ha dichiarato che “le ricerche indiscriminate e le fughe di notizie errate di chat private e foto intime distruggono il nostro diritto fondamentale alla corrispondenza privata”. Nel 2021, un articolo del New York Times riportava che una foto inviata da un padre del suo bambino nudo a un medico per una infezione era stata contrassegnata come pornografia infantile. “Molti legislatori comprendono che i diritti fondamentali vietano la sorveglianza di massa, ma non vogliono essere visti come contrari a un progetto presentato come una lotta contro la violenza sui bambini”, ha aggiunto l’eurodeputato.
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