15 Luglio 2024 - 9.43

“Tu sei più fascista di me!”  La surreale gara nella destra europea

Umberto Baldo

Ho scritto più volte come l’abuso del termine “fascista” lo abbia quasi “depotenziato”, nel senso che sembra non individuare più una ideologia o un modo di agire, bensì chiunque non sia allineato con la propria posizione politica.

Non a caso questo eccessivo uso del termine lo si trova fra gli esponenti delle sinistre.

Ma oggi questa parola, che non amo, la utilizzerò anch’io volutamente, perché stiamo assistendo nell’ambito dello schieramento politico delle destre europee ad un terremoto, con tanto di accuse per determinare “chi è il più fascista”.

Di conseguenza mi trovo quasi obbligato ad utilizzare la parola “fascista”, perché indubbiamente nelle posizioni di molte forze in campo si riscontrano i tratti di quell’ideologia che ha caratterizzato l’Europa della prima metà del secolo scorso.

Ma andiamo con ordine, perché, a questo punto, capire come si articoli la mappa della droite europea diventa sempre più complicato.

Fino alle elezioni europee esistevano due Raggruppamenti cosiddetti di destra (più o meno estrema a questo punto è ininfluente): i Conservatori guidati da Giorgia Meloni, ed “Identità e Democrazia” della Le Pen e Salvini.

Ricorderete che solo una settimana fa vi avevo raccontato la nascita di un nuovo Gruppo, nel pezzo dell’8 luglio titolato: “Terremoto a destra: nasce il “Clan dei Patrioti”. C’è sempre qualche “patriota” più sovranista di te”; Gruppo promosso dall’ungherese Viktor Orbàn, che ha catalizzato 79 deputati di vari Paesi.

Ciò ha determinato da un lato lo scioglimento di Identità e Democrazia (visto che anche Le Pen e Salvini hanno aderito ai Patrioti), e dall’altro che questi “Patrioti per l’Europa” sono diventati il terzo Gruppo all’Europarlamento, facendo indietreggiare nelle posizioni i Conservatori di Giorgia Maloni.

Sembrava a questo punto che i giochi fossero fatti, e l’assetto raggiunto più o meno stabile.

Se non che, per la serie al peggio non c’è mai fine, ancora più a destra dell’estrema destra dei “Patrioti”, i cosiddetti “impresentabili” (quelli che persino la Le Pen considera fascisti o nazisti) mercoledì scorso hanno dato vita al nuovo Gruppo denominato “L’Europa delle nazioni sovrane”.

A costituire il “nucleo fondante” del nuovo Gruppo sono i 14 eurodeputati  tedeschi di Alternativa per la Germania (AfD), espulsi da Identità e Democrazia prima delle Europee, dopo che il loro leader aveva dichiarato a Repubblica che “non tutti i membri delle SS vanno considerati criminali”.

Parole indigeribili persino dalla Le Pen, che pur non si è mai dichiarata apertamente antifascista.

D’altronde, se ci pensate bene, cosa avreste fatto al posto dei capi di Alternative fur Deutschland, di fronte al fatto che nessun Gruppo europeo era disposto ad accogliervi?

Semplice, vi sareste guardati attorno, e avreste chiamato a raccolta partiti con posizioni analoghe alle vostre, diventando così un collettore di ultranazionalisti, euroscettici e filo-russi.

Credo sia utile elencarli questi campioni della democrazia: Alternativa per la Germania (14 deputati); Confederazione polacca (3); Rinascita della Bulgaria (3); Reconquete della Francia (1); Repubblica Slovacca (1); Libertà e Democrazia diretta della Repubblica Ceca (1); Movimento “Nostra Patria” Ungheria (1); Unione Popolare e di Giustizia della Lituania (1).

Al momento mancano i deputati spagnoli di “Se Acabò la fiesta”, di cui vi ho parlato di recente, ma non è detta l’ultima parola.

Guardate, non vi tedio raccontandovi le contorsioni che hanno dato vita al nuovo Gruppo, perché molti aderenti sono arrivati dopo scontri ed espulsioni dai loro Partiti di origine, ma ciò che conta, almeno così a me pare, è che il collante sembra essere stato trovato nello slogan di un deputato polacco: “Non vogliamo gli ebrei, gli omosessuali, l’aborto, le tasse, e la Ue.”

Mi sembra un “programmino” che avrebbero potuto sottoscrivere anche i maggiorenti del Terzo Reich.

Con la variante che questi ultimi erano dichiaratamente anti sovietici, e quando hanno potuto hanno attaccato la Russia, mentre gli aderenti all’ “Europa delle nazioni sovrane” sono tutti più o meno apertamente filo Putin.

Quanto agli altri obiettivi programmatici, sono un po’ sempre i soliti; “siamo contro il Green deal, l’immigrazione, ma anche contro l’islamizzazione dell’Europa. Vogliamo anche che i poteri di Bruxelles ritornino il più possibile a livello nazionale”.

Sapete qual è il problema a mio avviso?

Quello che, sicuramente con toni e accenti diversi, si tratta di temi presenti, o latenti, un po’ in tutti i Gruppi della destra europea, e per l’elettore è sempre più difficile raccapezzarsi, per capire chi è “più o meno ultranazionalista”, che è “più meno euroscettico”, chi è “più o meno fascista”.

Perché, alla fine della fiera, il risultato di tutto questo rimescolamento è che invece di un campo unico di tutte le destre per diventare il secondo gruppo al Parlamento Ue – come auspicato dalla figura più carismatica di Rassemblement National, Marine Le Pen, e dal premier ungherese, Viktor Orbán – ad oggi si contano ben tre gruppi di destra al Parlamento Ue: quello dei Conservatori e Riformisti Europei (Meloni, 78 membri), quello dei Patrioti per l’Europa (Le Pen, 84), e da oggi Europa delle Nazioni Sovrane ( AfD, 25).

Un capolavoro politico, non c’è che dire!

Ma nell’ambito di questa rincorsa degli esponenti di destra a dimostrarsi tetragoni nei valori, e insieme potabili per i moderati (almeno alcuni), riscontriamo anche  una grottesca messa all’indice del vicino di banco.

Ecco perché ho immaginato i battibecchi in quest’area su questo tono: “Tu sei più fascista di me, ma quello è più estremista di te!”.

Un piccolo esempio per gradire?

Il veto, di cui si parla, opposto dal Rassemblement National della Le Pen al generale Vannacci (designato dalla Lega di Salvini) per la vicepresidenza del Gruppo “Patrioti per l’Europa”. 

Ad essere attenti lo si era capito già prima delle Europee, quando Jordan Bardella, delfino di Le Pen, aveva dichiarato di non condividere, anzi di condannare le dichiarazioni di Vannacci – definito da lui “questo signore” – sulla comunità Lgbt.

Mi verrebbe da dire: “da che pulpito!”, visto che Bardella è stato accusato dalla stessa Le Pen di aver inserito nelle liste del RN un numero consistente di complottisti, razzisti, antisemiti.

Concludendo, in questa gara a “chi è il più fascista” direi che al momento il primato spetta ai tedeschi di AfD, ma la corsa al podio degli “estremisti degli estremisti” è sempre aperta, ed in continuo aggiornamento.

Umberto Baldo

PS: resta sempre la mia domanda a Luca Zaia; ma se persino la Le Pen rifiuta di essere rappresentata da Vannacci, possibile che alla Liga del “Leon che magna el tèron” vada bene tutto?

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