Anche voi continuate a ricevere chiamate (moleste) dai Call Center?
Erasmus
Confesso che ci avevo creduto!
Ma evidentemente ancora una volta non avevo tenuto conto che sono cittadino della Repubblica di Pulcinella, in cui l’importante è scrivere le regole, magnificandole su giornali, tv e social, senza poi fare in modo che vengano rispettate.
D’altronde “Fatta la norma, trovato l’inganno” è un vecchio detto che non ha corrispondenti in nessuna altra parte del mondo.
Guarda caso esiste solo in Italia!
Starete sicuramente pensando: con chi o che cosa ce l’hai oggi?
Presto detto, con le telefonate di tipo commerciale.
Perché ho iniziato dicendovi che ci avevo creduto?
Ma perché nei giorni successivi il 27 luglio 2022, per evitare di ricevere chiamate promozionali da parte dei call center, mi sono immediatamente iscritto al “Registro Pubblico per le opposizioni”.
Devo dire che almeno per un mese dopo l’iscrizione effettivamente le chiamate “moleste” sono sensibilmente calate di numero (nel senso che non sono sparite del tutto ma ridotte di molto si).
Evidentemente i Call Center e gli Uffici Marketing delle società, dopo aver preso nota del divieto, stavano studiando il modo per aggirare la normativa, e poter così continuare a tormentare noi possessori di una linea telefonica.
Ed in effetti così è stato, e nei mesi successivi sul mio smartphone si è scatenata una sorta di crescendo rossiniano di telefonate di tipo commerciale.
Ricorderete che si era nel pieno della fase precedente la fine dal “mercato tutelato dell’elettricità”.
Ed in quei mesi si scatenò un vero e proprio delirio di signorine assatanate, tutte protese a dimostrare che il mio fornitore era un “emerito ladro”, e che bastava passare alla società da loro promossa per abbassare i costi quasi all’inverosimile.
Credetemi che allora sono arrivato a contare anche dieci dodici telefonate al giorno, e per metterci una pezza procedevo a “bloccare” sul mio smartphone i numeri da cui provenivano le chiamate.
Dopo di che mi sono accorto che il blocco non serviva a nulla, perché i numeri erano sempre diversi, per cui ho cominciato semplicemente a non rispondere.
A dirla tutta, in qualche momento mi sono anche divertito a rispondere.
Perché le “signorine” in questione erano sì molto caricate dal punto di vista commerciale, ma decisamente terra terra quanto a conoscenza del prodotto che cercavano di vendere.
Solo per fare un esempio, quando mi chiedevano di prendere in mano l’ultima bolletta del mio fornitore, io la prendevo, e cominciavo a discettare (nel frattempo mi ero documentato per scrivere un pezzo su Tviweb che illustrava proprio le voci che vanno a comporre la bolletta elettrica, e quindi avevo la materia sulla punta delle dita) appunto sulle varie componenti, facendo domande articolate e dettagliate, mettendole in difficoltà, tanto che in certi casi sono arrivato a farmi dire (molte volte) che il fornitore che mi proponevano avrebbe abbassato, o cancellato, anche imposte e accise (sic!).
Altre volte, confesso la mia cattiveria, le aggredivo verbalmente, minacciando denunce immediate ai carabinieri; con il risultato che le ragazze sbattevano giù il telefono.
Passata la buriana “mercato tutelato dell’elettricità” non è che le cose siano cambiate, e le telefonate moleste continuano, ma si sono evolute, nel senso che ormai a gestirle sono macchine.
Il copione è sempre lo stesso: drin drin, una voce registrata (evidentemente sono finite le “signorine”) che dice di chiamare a nome delle più svariare società, che vanno da quelle finanziarie a quelle che vogliono vendervi un depuratore per l’acqua del rubinetto, e via con proposte di nuovi contratti abbonamenti, cambi di tariffe, suggerimenti.
Queste tecniche di marketing rendono in primis difficile capire se si tratta solo di offerte commerciali non richieste, o se invece si tratti di tentativi di phishing, cioè di sottrazione di dati personali a fini fraudolenti.
Già questo pone un problema vero; quello che finché uno è ancora lucido poco male, imparerà a difendersi; ma se invece per l’età o altre condizioni fisico/psichiche la reattività non è più quella di un tempo, il rischio di essere raggirato cresce esponenzialmente.
Con il tempo le “tecniche di chiamata” si sono raffinate.
Vi siete accorti che di sabato e domenica queste telefonate non arrivano, mentre sono concentrate solitamente nelle ore di pranzo o cena, quando evidentemente si pensa che la gente sia a casa propria?
In realtà sto riscontrando che ultimamente le chiamate arrivano anche a metà mattina o metà pomeriggio (è tutto chiaramente pensato e programmato dai mitici algoritmi).
Mi piacerebbe veramente poter parlare con un responsabile di una di queste aziende che scelgono il marketing telefonico, per dirgli alcune cose.
La prima, la più ovvia, che queste telefonate “rompono i coglioni”.
La seconda che confondono le idee dei consumatori, favorendo così l’attività dei truffatori.
E la terza che rischiano di perdere utenti; perché se, come mi è capitato, un’azienda di cui sono cliente, mi disturba al telefono, mi può venire voglia di cambiare fornitore.
E di fronte a questa situazione lo Stato cosa fa?
A quanto sembra poco o nulla, a parte le solite condanne verbali di Autorità preposte come il Garante per la Privacy o l’Agcom.
Intendiamoci le leggi ci sono, come abbiamo visto, le sanzioni previste sono pesanti, ma visto che le telefonate indesiderate continuano ad arrivare, assomigliano tanto alle “grida manzoniane”.
A onor del vero non è semplice individuare e perseguire le società, spesso piccole, che si dedicano al telemarketing, anche perché le tecnologie sono sempre in continua evoluzione, e quasi sempre i “disturbatori” sono più avanti delle Autorità di controllo.
Volete un esempio, che sicuramente avete toccato con mano anche voi?
Una delle tattiche più diffuse, e più difficili da tracciare, usate da queste società è quella dello “spoofing” telefonico, con cui è possibile cambiare artificialmente il proprio numero, e fare in modo che il destinatario della chiamata ne veda uno diverso da quello reale.
Per questo spesso quando riceviamo una chiamata da un numero sconosciuto, e proviamo a richiamarlo, risulta inesistente: perché si trattava di un numero creato ad hoc da un call center per quella chiamata.
Visto che sembra non ci siano rimedi, io adesso mi regolo così.
Di notte, e quando faccio la siesta pomeridiana, spengo il telefonino, e di giorno non rispondo ad alcun numero che non sia fra quelli presenti nella mia rubrica telefonica.
Non è che le telefonate non arrivano più, ma almeno non mi presto al giochino del telemarketing illegittimo messo in atto da queste società di disturbatori “impuniti”.
Erasmus