Vicenza – Al San Bortolo due pazienti curati con tecnologia d’avanguardia in Neuroradiologia
Utilizzati per la prima volta due dispositivi innovativi che hanno consentito di intervenire con successo su pazienti ad altissimo rischio
È una Neuroradiologia sempre più innovativa quella dell’ospedale di Vicenza, che utilizza dispositivi innovativi, a confermare ulteriormente il suo status di reparto all’avanguardia, a livello regionale e non solo. Tutto ciò in una struttura che esegue ogni anno 90000 accessi, tra esami diagnostici e procedure operative, delle quali 1500 interventi endovascolari e percutanei.
Proprio l’interventistica endovascolare rappresenta oggi la frontiera più avanzata della Neuroradiologia: «Il trattamento endovascolare delle malformazioni vascolari, cerebrali e midollari ha visto un grande sviluppo tecnologico negli ultimi dieci anni – spiega il dott. Giuseppe Iannucci, direttore della UOC di Neuroradiologia dell’ospedale di Vicenza -, grazie alla messa a punto di nuovi dispositivi per il trattamento questo tipo di patologie, che in passato non sarebbe stato possibile».
«La Neuroradiologia è certamente tra i fiori all’occhiello dell’ospedale di Vicenza – sottolinea la dott.ssa Patrizia Simionato, Direttore Generale dell’ULSS 8 Berica – ma vorrei dire anche di tutta la sanità vicentina, dal momento che come centro Hub assiste anche i pazienti dell’ULSS 7 Pedemontana, in collaborazione con gli specialisti di Bassano e Santorso. La ricerca continua delle soluzioni più avanzate, unite a competenze tecniche di altissimo livello, fa sì che il San Bortolo sia oggi Centro all’avanguardia in questo ambito, garantendo la migliore capacità di intervento in emergenza, e attrattiva rispetto ai pazienti di altri territori».
L’attività di neuroradiologia interventistica endovascolare riguarda in particolare il trattamento delle malformazioni, soprattutto gli aneurismi, e degli ictus cerebrali (ovvero la chiusura di un’arteria cerebrale). «Il trattamento degli aneurismi, che consiste nell’allargamento della parete arteriosa fino a creare una sorta di palloncino, è particolarmente delicato – spiega ancora il dott. Iannucci –. Gli aneurismi cerebrali sono spesso asintomatici: la loro rottura è improvvisa e non dà avvisaglie; infatti vengono diagnosticati spesso in modo fortuito, durante esami per altre problematiche come cefalee, vertigini o per un trauma. Dal punto di vista chirurgico, gli aneurismi hanno forme, localizzazioni e caratteristiche differenti e pertanto non esiste un unico trattamento standard: ecco perché negli ultimi anni sono stati sviluppati molteplici e diversi dispositivi, e a Vicenza siamo sempre tra i primi a utilizzarli».
È il caso ad esempio di un paziente di 66 anni, residente in provincia di Vicenza, affetto da aneurisma gigante dell’arteria Basilare e trattato grazie all’applicazione – per la prima volta in un ospedale del Veneto – di un dispositivo di nuova generazione tra quelli cosiddetti “endosacculari nastriformi”: è un presidio di 2 cm che viene posizionato all’interno dell’aneurisma appoggiandosi sul suo colletto, in modo da impedire che il sangue continui ad entrare nella sacca occludendola e prevenendo così la sua rottura futura.
Sempre la Neuroradiologia del San Bortolo è stata la prima in Italia a utilizzare, già nel 2018, uno mini-stent grande appena 2mm di diametro, che ha consentito di intervenire con successo su una bambina di soli 10 mesi con emorragia cerebrale da rottura di aneurisma dell’arteria Cerebrale Media.
Ma gli esempi di dispositivi innovativi, e di pazienti salvati, sono anche altri: «Nel mese di luglio – prosegue il dott. Iannucci – per un caso di aneurisma con biforcazione dell’arteria cerebrale media, abbiamo applicato per la prima volta un sistema costituito da una speciale maglia microscopica che viene di fatto poggiata su tutte le pareti dell’aneurisma, riempiendo e chiudendo quest’ultimo. Senza questo dispositivo, avremmo dovuto applicare ben 3 dispositivi di tipo tradizionale (2 stent + spirali), triplicando i rischi della procedura, perché ogni innesto che facciano comporta inevitabilmente dei rischi».
Risale invece a giugno scorso un altro intervento unico nel suo genere, su un paziente che durante una procedura chirurgica per l’asportazione di un tumore aveva riportato la lacerazione di un’arteria: «L’abbiamo tempestivamente riparata mettendo al suo interno 4 stent, uno dentro l’altro, fino a chiudere la lesione chirurgica: questa procedura è stata possibile proprio grazie al tipo particolare di stent che abbiamo scelto per l’occasione e alla tecnica di posizionamento degli stessi».
L’équipe interventistica della Neuroradiologia dell’ospedale di Vicenza è composta dal Direttore dott. Giuseppe Iannucci, dal dott. Marco Filizzolo e dal dott. Nicola Marotti, medici specialisti che saranno affiancati dal prossimo autunno anche dal dott. Pietro Santini.
Insieme garantiscono anche tutte le procedure di emergenza (circa 300 ogni anno, quindi quasi 1 al giorno), 24 ore su 24 per 7 giorni su 7.