6 Settembre 2024 - 9.39

Il Papa e la Chiesa strigliano il Governo! 

Erasmus

Sicuramente sbagliando, mi ero fatto l’idea che i rapporti fra Italia e Santa Sede in questa fase politica sarebbero stati ottimi, o quanto meno molto distesi. 

Ma è molto probabile che mi sia fatto condizionare dalla immagini della nostra Premier,  in versione mamma, con la figlia Ginevra  alla Giornata Mondiale dei Bambini in Piazza San Pietro,  o dal famoso incipit del discorso  spagnolo, quello del “yo soy Geogia, soy una mujer, soy italiana, soy cristiana…”, e da ultimo dall’invito che da Presidente del G7 la Meloni ha rivolto al Papa perché partecipasse ai lavori al vertice pugliese di Borgo Egnazia (invito peraltro accettato, il primo della storia del G7).

Ma la Chiesa è un’entità che, forse per il suo afflato millenaristico che mira all’eternità, sfugge alle normali categorie del pensare politico.

Qualcuno pensa che “non ci si debba mai fidare dei preti”, e potrebbe forse anche aver ragione, ma io penso che in realtà la Chiesa Cattolica per sua natura sia dotata di una visione che trascende l’immediato, e guardi sempre al futuro. 

Ma al di là di tanti ragionamenti, resta il fatto che con la fine di agosto sembra iniziata una sorta di “campagna di autunno” della gerarchia cattolica contro il Governo dei Patrioti.

E così il Papa ha ripreso (non l’ha mai dismessa in realtà) con maggior vigore ed intensità, al grido di “Il Signore è con i migranti e non con quelli che li respingono”, la sua campagna a favore delle porte aperte alle migrazioni. 

Ed è talmente chiaro e decido su questa impostazione da arrivare ad inviare un messaggio al cappellano di bordo della barca finanziata dai Vescovi, don Mattia Ferrari, nel quale si legge: «Vi auguro il meglio e invio la mia benedizione all’equipaggio di Mediterranea Saving Humans e a Migrantes. Prego per voi. Grazie tante per la vostra testimonianza. Che il Signore vi benedica e la Madonna vi custodisca”.

Non so voi, ma da modesto cultore di storia, mi sembra di essere tornato ai tempi in cui i Pontefici benedivano gli eserciti dei crociati in partenza per l’Oriente; solo che adesso al posto dei Goffredo di Buglione e dei Riccardo Cuor di Leone ci sono i Luca Casarini.

Sul tema mi limito a chiedermi se nelle stanze del Vaticano hanno avuto notizia che domenica scorsa nei Lander tedeschi di Turingia e Sassonia i neonazisti di Alternative fur Deutschland hanno preso una barca di voti con lo slogan “Rimpatriamoli!”.

Ma questo è a mio avviso solo un segnale fra i tanti, per quanto autorevole visto che viene dal capo della Chiesa, in quanto mi sembra che tutto il mondo cattolico sia in fermento, non trovando un punto di riferimento né a destra né a sinistra. 

Certo non vedo alcuna nostalgia per l’unità politica dei cattolici, per la Dc tanto per capirci, ma è incontestabile che la CEI,  pur lontana dalla logica politica “interventista” dei tempi di Camillo Ruini, presti parecchia attenzione alle problematiche della migrazione, della povertà, dello Ius scholae, delle carceri e, last but not least, dell’ Autonomia differenziata.

E’ proprio sull’Autonomia differenziata che l’attacco dei vescovi ha colpito un nervo scoperto della maggioranza, quello della Lega di Capitan Salvini.

Infatti dopo gli accenni neanche tanto velati del cardinale Zuppi, l’asso lo ha calato in un’intervista ad un giornale nazionale  Francesco Savino, vescovo di Cassano allo Jonio, vice di Zuppi nella Cei. 

Alla domanda se sia questo il motivo per cui il Meridione sta firmando in massa per il referendum  contro l’Autonomia, il presule ha  risposto: “Sì, perché ne percepisce il pericolo mortale. Non solo avremo tante Italie quante le Regioni, ma si rischia pure un Far West tra quelle povere. Le poche risorse, e l’arbitrarietà con cui saranno assegnate, innescheranno gelosie e quindi conflittualità. Il fatto che non si è voluto fissare il criterio di determinazione dei Lep non lascia immaginare nulla di buono”.

Apriti cielo!  Capite bene che queste parole hanno suscitato un vespaio di reazioni, qualcuna anche piuttosto scomposta, contro la posizione del prelato (e della Cei che comunque rappresenta).

Ve le risparmio, esclusa quella di Luca Zaia, ormai universalmente riconosciuto come il vero paladino dell’Autonomia, che sempre sui giornali ha dichiarato: “Non corrisponde al vero: non vi sarà alcun Far West. Midispiace constatare questa superficialità nella valutazione. È importante capire se si tratta di un’opinione isolata, quella del vescovo di Cassano, o di una posizione ufficiale della Cei. Solo una volta chiarito questo aspetto, si potrà comprendere la reale portata delle affermazioni e, eventualmente, prenderne atto. Siamo abituati, conclude Zaia,ad una Chiesa che indica la via, che rispettiamo, ma questa volta la direzione è sbagliata, alimentata almeno in parte da un’informazione di parte. Rendo disponibili i nostri esperti e studiosi per qualsiasi confronto con la Cei al fine di chiarire ogni possibile dubbio”.

Posizione pacata, come è nello stile di Zaia, ma molto chiara nei contenuti.

Se a tutto questo aggiungiamo che qualche perplessità i vescovi l’hanno manifestata anche relativamente al “Premierato”, capite bene che il clima non si prospetti fra i migliori.

Ma al di là delle questioni religiose e dottrinali, che francamente mi interessano meno, sono gli aspetti politici che rendono la situazione per me interessante.

Innanzi tutto relativamente al Meridione, dove la Lega, con la battaglia per l’Autonomia, quel poco di voti che aveva  se li potrà scordare, e i Fratelli d’Italia, da sempre radicati nel Sud, corrono il rischio di essere “sradicati” qualora insistano in queste politiche;  non è un caso che Forza Italia, vista la malaparata, stia prendendo le distanze, avendo il principale serbatoio di elettori proprio nel Mezzogiorno.

La sinistra non batta le mani per queste difficoltà del Governo, perché su altre questioni la Chiesa non è certo in linea con certe battaglie gauchiste; dalla difesa del mondo Lgbtq,  all’aborto, al fine vita e quant’altro. 

D’altronde lo sappiamo bene come vanno queste cose: l’ingerenza vaticana è sempre quella che “favorisce gli altri”; nel senso che se favorisce il tuo schieramento invece è un “fermo richiamo ai princìpi”, un severo monito, una giusta preoccupazione. Per spiegarmi meglio, se il Vaticano si esprime contro l’aborto, allora per la sinistra è un’ orribile ingerenza; ma se si esprime contro la politica dell’abbandonare in mare i migranti allora per la sinistra è un fermo richiamo ai principi, e per la destra un’inaccettabile ingerenza.

A questo punto si pone inevitabile una domanda: può il Governo andare avanti a lungo duellando con i Vescovi?

E me lo chiedo perché sono convinto, al di là forse del comune pensare, che uno dei grandi serbatoi di voti del centro-sinistra stia nelle parrocchie, che è vero sono sempre meno frequentate da fedeli praticanti, ma quelli che ci vanno, e che spesso sono impegnati nel volontariato e in attività sociali, i loro vescovi li ascoltano, eccome se li ascoltano. 

Dopo di che, da laico impenitente, faccio veramente fatica a capire perché la Conferenza episcopale italiana debba scaldarsi così tanto per il progetto di Autonomia differenziata.   

Non mi sembra di aver letto di prese di posizioni analoghe relative a modifiche di assetti costituzionali od amministrativi in altri Paesi.

Io credo che il Magistero della Chiesa debba essere libero da condizionamenti dello Stato, ma dalla Chiesa mi aspetto che si esprima sui grandi temi etici, sulla difesa del senso di umanità, sulla denuncia delle ingiustizie, sulla necessità di un generoso volontariato, sui confini della vita e della morte.

Ma sull’Autonomia differenziata proprio no!   Via, cerchiamo di essere seri!

Erasmus

PS: stupisce, nel caso dell’Autonomia, che la Chiesa non abbia capito che esporsi non ha alcun senso, in quanto nel vertice di maggioranza post ferie Giorgia Meloni  ha già imposto uno stop alle ansie dei Governatori del Nord di avere subito alcune deleghe fuori dai Lep.  E’ strano, ma i prelati non hanno ancora realizzato che il titolo della vicenda dell’Autonomia sarà lo stesso di un grande film: “Da qui all’eternità”.

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