Voto Ucraina. “Otto sfumature” di Partito Democratico
Erasmus
Ricordate quella scena del Film “Viaggi di nozze” in cui Carlo Verdone e Claudia Gerini stanno viaggiando su una macchina scoperta, rievocando “scopate” collegate a mitici brani musicali, e ad un certo punto Verdone propone alla partner una nuova “ingroppata” al suono dei Black Sabbath”?
Assentendo la Gerini chiede “E come o’ famo?
Al che Verdone risponde con la mitica battuta “O’ famo strano”.
Ecco, ieri in vista del voto al Parlamento Europeo sulla guerra in Ucraina ho parlato di 8 settembre 1943, cioè di una cosa estremamente seria.
Ma oggi, a voto avvenuto, con modalità che assomigliano tanto ad una farsa, non posso che ricorrere alla commedia all’italiana, di cui Verdone è senz’altro uno dei migliori interpreti
Perché, amici, a Strasburgo gli eurodeputati del partito Democratico lo hanno “fatto veramente strano”.
Vediamo come.
Elly Schlein, la Segretaria arrivata senza che nessuno se ne fosse accorto, com’è ormai prassi nei Partiti italici, in cui a decidere è solo il Capo, aveva dato precise indicazioni ai deputati di opporsi alla “dichiarazione di guerra alla Russia” (sic!).
Così infatti è stato interpretato (a gauche, ma anche nell’area delle droite) il punto 8 del documento, che invita gli Stati europei a togliere il veto all’Ucraina di usare le armi europee in territorio russo (quel territorio da cui partono missili e droni che massacrano donne, bambini, vecchi e malati).
Ma poiché il Pd più che un Partito assomiglia ormai da tempo ad una federazione di correnti, al momento della verità, quello del voto, lo “hanno fatto veramente strano”.
La Picierno e la Gualmini hanno votato “SI” sia al paragrafo 8 che alla risoluzione.
Benefici, Corrado, Decaro, Laureti, Ricci, Ruotolo, Zan e Zingaretti hanno votato “NO” al paragrafo 8 e “Si” alla risoluzione.
Cecilia Strada ha votato “NO” al paragrafo 8 e si è astenuta sulla risoluzione.
Lucia Annunziata si è astenuta sul paragrafo 8 e ha votato “SI” alla risoluzione, poi ha rettificato a verbale la sua astensione precisando la sua contrarietà al paragrafo, ma non alla risoluzione.
Gori è rimasto a Bergamo per impegni istituzionali, ma ha fatto sapere che se fosse stato presente avrebbe votato “SI” sia al paragrafo che alla risoluzione.
Nardella non era presente.
Marco Tarquinio non ha votato per “ragioni tecniche” sul paragrafo, ma sarebbe stato per il “NO”, ma poi si è astienuto sulla risoluzione.
Bonaccini, Lupo, Maran, Moretti, Tinagli e Topo non hanno partecipato al voto sul paragrafo 8 togliendo la scheda dalla fessura, ma reinserendola poi per votare “SI” alla risoluzione.
Otto sfumature di Partito Democratico, come si trattasse di un film.
Guardate a voler essere cattivo potrei infierire sulla triste contabilità dei comportamenti di voto, tra astensioni, non partecipazione, distinzioni di lana caprina tra voto sul singolo articolo e voto sul testo che lo contiene.
Ma non è questo il punto.
Spetta agli italiani giudicare se Elly Schlein ed i suoi correligionari sono pronti per governare questo Paese; e se il voto di ieri costituisce un’indicazione che Dio che ne scampi e liberi.
No il punto vero è un altro!
Quello che l’Italia è stata l’ “unico” Paese europeo in cui tutti i principali Partiti
dall’estrema destra all’estrema sinistra, passando per i pacifisti di Conte, si sono schierati in modo più o meno scoperto contro le decisioni assunte dalle principali famiglie politiche europee.
Ovviamente le contorsioni, le vigliaccate, le fughe dalla realtà, dei nostri “paladini” non sono servite a nulla, visto che la risoluzione, compreso il paragrafo 8, è stata approvata dall’Europarlamento a larga maggioranza.
A titolo di curiosità persino Karola Rackete, la “Capitana” che speronò in Sicilia un natante della Guardia di Finanza, ha votato a favore dell’uso delle armi occidentali in territorio russo.
Caspita ragazzi, la Rackete ha scavalcato in atlantismo tutto l’arco parlamentare italiano!
Forse esagero, forse sono eccessivo, ma vi confesso che provo vergogna per il nostro Paese dopo quest’ultima capitolazione al populismo, sicuramente una delle più umilianti e infamanti, perché perpetrata ai danni di un popolo attaccato e massacrato da un dittatore che risponde al nome di Vladimir Putin.
Per quanto attiene il Pd, debbo dire che la vicenda non mi stupisce più di tanto. Si era capito fin dalla sua elezione quali erano le idee, quali i modelli, quale il percorso su cui intendeva indirizzarlo Elly Schlein.
E dopo il voto di ieri sui temi della politica internazionale, della guerra e della pace, viene il serio dubbio che quel lungo processo di europeizzazione, modernizzazione, maturazione della sinistra post-comunista, con tutto il suo patrimonio di credibilità e capacità conquistate sul campo, non sia stato semplicemente fermato, ma ripudiato al tavolo degli accordi a ogni costo con i populisti grillini.
A questo punto mi sembra evidente che della sinistra riformista non resti più nulla in questo Paese, soppiantata dagli ideali dei Centri Sociali.
E’ chiaro che siamo in presenza di un netto posizionamento populista dell’intero sistema politico italiano, dentro un’Europa che per fortuna, come dimostra proprio il voto di ieri, riesce ancora a resistere alle analoghe correnti che attraversano il mondo.
Specialmente se alle elezioni americane di novembre a vincere dovesse essere Donald Trump.
Un ulteriore passaggio sarà quindi il prossimo 5 novembre, ma non perché sia convinto che Kamala Harris assumerebbe posizioni nettamente filo-europee (non sarà comunque così), ma se dovesse prevalere il Tycoon biondo la situazione complessiva potrebbe peggiorare in modo inimmaginabile.
Erasmus