4 Ottobre 2024 - 9.03

La fabbrica delle lauree in Svizzera: trenta e frode?

Erasmus

Navigando in Rete per approfondire una problematica relativa ad alcune Università Telematiche svizzere, sollevata da un recente articolo di uno dei più diffusi quotidiani italiani (pezzo dal titolo “Università, lauree false: la Svizzera è diventato l’hub per ottenere titoli in Italia),  mi sono imbattuto in un Forum in cui c’era questa lettera, che vi riporto, ovviamente priva di qualsiasi riferimento: “Non arrabbiatevi, non voglio sminuire l’importanza del titolo quindi vorrei spiegarvi le mie necessità.  Ho 30 anni suonati, sposato, un bimbo e mi occupo di digitale da 12. Adesso non ridete. Mia madre vorrebbe vedermi laureato perché per lei il titolo è importante e la farebbe molto felice. Non importa che sia una laurea in “buchi neri” oppure “collezioni di conchiglie” purché sia una laurea. Per intenderci non mi serve e non ci farei niente in futuro, quello che m’interessa è il pezzo di carta. Cosa potete consigliarmi? Qualche indirizzo in particolare? Presso quale ateneo telematico? Per me l’unico requisito è la facilità  degli esami. Non m’importa il prestigio dell’ateneo né un indirizzo in particolare, basta che in 3 anni la laurea si riesca a prendere studiando 5 ore a settimana. Va bene anche quella con la fama peggiore.  Non importa neanche il costo della retta: 2-3.000 o comunque sotto i 10.000 l’anno non sarebbe un problema purché il titolo sia riconosciuto in Italia”.

Ahi, quella “passionaccia” italiana per il “pezzo di carta”, per il titolo accademico, descritta anche dallo scrittore-cantante-poeta Francesco Guccini nella strofa de “l’Avvelenata” in cui canta “”Mia madre non aveva poi sbagliato/ a dir che un laureato conta più di un cantante”.

In fondo non c’è nulla di male a volersi laureare, a voler conseguire un titolo universitario che ti consenta di fregiarti del titolo di “dottore” (anche se ora ad averne diritto sarebbero solo i dottori di ricerca).

Anzi è una cosa assolutamente positiva, sia per l’individuo (perché il sapere rende liberi), che per la società.

Il problema sorge quando, per conseguire la laurea, invece di seguire un serio ciclo di studi presso una Università riconosciuta, in tipico “stile italico” si cercano scorciatoie presso Istituzioni che con termine generico vengono definiti “diplomifici”, perché rilasciano titoli di dubbia ed incerta validità.

Quello della laurea facile è un miraggio che sembra attirare in particolare gli italiani, ed il pezzo cui mi riferivo all’inizio riferisce che la Svizzera è diventata l’hub per questo tipo di “Università”, generalmente telematiche.

Guardate, per non darvi l’impressione del solito italiano bravo  solo a denigrare, vi invito a leggere questo pezzo, il cui link è ((https://www.tvsvizzera.it/tvs/qui-svizzera/in-svizzera-impazzano-le-pseudo-universit%C3%A0-telematiche/76701701#:~:text=Pochi%20(o%20zero)%20esami%20e,in%20quasi%20tutte%20le%20discipline.), che riporta un’inchiesta della TvSvizzera.it.

Il reportage inizia  parlando di “pochi (o zero) esami  con cui, in nome di una (a volte fantomatica) esperienza lavorativa, si possono ottenere diplomi in quasi tutte le discipline”.

Tanto per essere chiari da questi atenei svizzeri escono ogni anno migliaia di laureati e ottengono diplomi praticamente in ogni materia: dalla giurisprudenza alla medicina, dalle scienze politiche all’economia, dall’astronomia alla fisioterapia.

Viene segnalato che gli studenti non sono sempre consapevoli dell’ “inganno”, e i Cantoni, in alcuni casi, stanno cercando di introdurre regole un po’ più rigide. Regole che i pseudo-Istituti “sono finora riusciti ad aggirare”. 

Lascio alla vostra lettura i nomi di queste Università, e delle città in cui hanno le sedi.

Resta il fatto che la legislazione svizzera, anche se in questi ultimi anni  le Autorità stanno cercando di mettere dei seri paletti, è molto più permissiva di quella italiana, e le norme, come accennato, vengono aggirate facilmente, o ricorrendo a denominazioni tipo “ateneo”, “campus” o “accademia”, ovvero spostando le sedi via via verso Cantoni con norme meno rigide.

Ma come funzionano queste Università?

Sfruttando una procedura nata in Francia chiamataVAE, “Validation des acquis d’expérience” (tradotto: validazione dell’esperienza acquisita), che permette di tramutare l’esperienza professionale in crediti formativi. 

Se una determinata competenza è stata acquisita lavorando, e non studiando sui libri, poco importa: allo studente potranno comunque essere abbonati corsi ed esami che riguardano quella materia. 

Il problema è che, a differenza dell’Italia, che alla VAE ha posto limiti molto stringenti, in Svizzera non esistono norme in materia,  e quindi ogni Istituto può fare un po’ quello che gli pare. 

Il risultato è che i   corsi e gli esami richiesti agli studenti, quasi tutti provenienti dall’Italia, sono di fatto mere formalità. 

La VAE in Svizzera, consente in sostanza di abbreviare e facilitare, e di molto, i percorsi di studio.

Qualche esempio (sempre riferito del pezzo della TV Svizzera)?

Una Università (sic!) ha chiesto ad un redattore del Teletext cinque esami e la tesi per una laurea in scienze politiche.  Un’altra sette esami e la tesi  ad un cuoco per una laurea in scienze turistiche; ed un’altra ancora sei esami e la tesi per una laurea in scienze aziendali ad una signora che per professione organizza matrimoni. 

Per non dire della spudoratezza di un’altra Università che ad un venditore ha proposto una laurea in Economia aziendale senza dover seguire corsi né sostenere esami; nel pacchetto è stata inclusa addirittura la tesi, scritta dall’Istituto a nome dello studente.

Per curiosità sono andato a consultare i Siti di alcune di queste fantomatiche Università.  

Tutti ben fatti, belli, molto accattivanti, ma ho notato che quasi sempre quando parlano dei titoli rilasciati la dicitura usata è la seguente “I nostri titoli sono idonei al riconoscimento in Europa ai sensi della Convenzione di Lisbona del 1997 del Consiglio d’Europa”.

Il giochino sta proprio in quell’ “idonei”,  perché non essendo questi Istituti accreditati in Svizzera (le Università accreditate le potete trovare all’indirizzo della LPSU  swissuniversities), e non essendo presenti sull’elenco di quelli contemplati dall’accordo bilaterale tra Svizzera e Italia sul reciproco riconoscimento dei titoli, i diplomi presentano qualche problema (guardate che c’era una di queste “Università” che rilasciava lauree in Medicina e Chirurgia).

In altre parole centinaia di studenti, dopo aver conseguito la “laurea” si sono accorti, amaramente,  che la stessa aveva più meno il valore della “carta straccia”.

Eppure, nonostante tutto, la TvSvizzera afferma che il business non solo continua, ma è in ulteriore crescita.

A completare il quadro vi invito ad accedere a questo link (https://www.lavocedimanduria.it/articolo/via-lavvocato-ecco-il-prorettore-di-una-universita-su-cui-sindaga_79897) per capire che “tipo di personaggi”  (Italiani) girano attorno a questo mondo.

Concludendo, se aspirate ad avere un titolo universitario valido e spendibile professionalmente, non andate in cerca di “scorciatoie”, perché vi mangiate soldi per niente,  e non andate da nessuna parte.

Erasmus

NB: sia chiaro che questo pezzo si riferisce unicamente a certe Università elvetiche, di cui parla la citata TvSvizzera. 

Nulla a che vedere quindi con le Università telematiche italiane riconosciute dal Ministero dell’Università e della Ricerca, il cui elenco aggiornato all’8.2.2023 potete trovare cliccando sul sito del Ministero su questo link:  (https://www.mur.gov.it/it/aree-tematiche/universita/le-universita/universita-telematiche)

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