9 Ottobre 2024 - 9.53

Disastro del Vajont: “Necessario promuovere la conservazione della memoria collettiva come presidio civico”

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“Era la sera del 9 ottobre 1963 quando una frana di 270 milioni di metri cubi di roccia si staccò dal Monte Toc, precipitando nel bacino della diga del Vajont e provocando un’ondata d’acqua e fango che travolse il paese di Longarone e le frazioni di Erto e Casso, causando la morte di circa 2.000 persone”. Sono le parole del consigliere regionale Tomas Piccinini (Veneta Autonomia) che in occasione del 61’ anniversario del Vajont ricorda “Il disastro del Vajont che sconvolse l’Italia, una delle tragedie più devastanti della storia del nostro Paese, che porta a sottolineare la necessità di una vigilanza costante sul territorio e l’importanza di fare memoria per sensibilizzare e creare consapevolezza soprattutto tra le nuove generazioni. Questo anniversario non è solo un momento di commemorazione per le vittime, ma anche un’occasione per riflettere sulle responsabilità umane dietro la tragedia. L’evento fu infatti il risultato di una serie di errori di valutazione e scelte sventate, che trascurarono i segni premonitori di un’instabilità geologica. Il disastro del Vajont è diventato un simbolo della necessità di vigilare sulla sicurezza del territorio e di ascoltare i segnali e gli avvertimenti che lo stesso ci invia, ma anche uno straordinario esempio di coraggio e resilienza collettiva”.

“Domani – prosegue Piccinini – le comunità colpite da quella terribile inondazione si uniranno in ricordo delle vittime con cerimonie di commemorazione che si terranno a Longarone e nei comuni limitrofi. Le celebrazioni includono messe in suffragio e momenti di raccoglimento, ma anche una serie di iniziative educative per le giovani generazioni, affinché il ricordo del Vajont continui a vivere come monito per il futuro. Il mio invito è dunque quello di promuovere con ogni sforzo la conservazione della memoria collettiva come presidio civico, perché tragedie simili non possano più ripetersi. Ritengo infatti che la memoria non sia ciò che ricordiamo, ma soprattutto ciò che ci ricorda. La memoria è un presente che non finisce mai di passare ed è per questo che è fondamentale preservarla: perché perdere il passato significa perdere il futuro”.

“Ricordare oggi il Vajont – conclude Piccinini – non significa, infatti, solo onorare la memoria di chi non c’è più, ma anche rendere omaggio a chi ha speso le proprie forze affinché dalle macerie risorgesse la vita. La rinascita di Longarone, che oggi è uno dei centri produttivi tra i più vivaci della nostra Regione, è stata possibile grazie a chi, nonostante tutto, ha deciso di restare in quei luoghi per ricostruire non solo il proprio paese ma anche la propria comunità, dimostrando un’eccezionale capacità di convertire il dolore in opportunità di rinascita e riscatto”.

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