Vicenza – Multe più alte, maggiori controlli ma via Genova resta una discarica abusiva
Aggiornamento sabato 26 ottobre
Torniamo sulla questione di via Genova e sull’isola ecologica della vergogna usata come discarica sotto le telecamere, ormai simbolo dell’inciviltà. Ancora una volta l’area è stata usata come discarica abusiva per rifiuti ingombranti, nonostante la presenza di telecamere. Nella serata di venerdì 25 ottobre, nuovi accumuli di rifiuti sono stati rilevati e fotografati (in questo caso nuovamente parti di divano), confermando la persistenza di abbandoni selvaggi.
Da tempo, l’isola ecologica di via Genova è oggetto di segnalazioni e critiche, ritenuta ormai una “vergogna cittadina” per la sua gestione problematica. Aumenta il malcontento dei residenti e dei cittadini, che chiedono un intervento deciso per contrastare l’inciviltà. Forse è il caso non solo di controllarla in maniera più severa ma di pensare concretamente allo spostamento della mini discarica che, lo ricordiamo, si trova nel percorso degli studenti del Piovene, si trova all’altezza di una curva ed è molto esposta, diventando purtroppo, elemento che squalifica l’area di via Torino e via Genova.
Notizia
“Io differenzio le lattine, i vasetti di yogurt, separo la plastica dal cartone nel packaging…”, racconta un residente, esasperato dalla situazione. “Ma poi arriva quello che butta un divano in strada o versa i calcinacci nell’umido, convinto che tanto non lo prenderanno mai”. Questa è la realtà drammatica che si sta consumando in via Genova, una delle strade simbolo del degrado legato all’abbandono di rifiuti nella città. (sotto: la gallery dell’orrore). Un cittadino comune si chiede a cosa serva differenziare ogni cosa se poi una pletora di selvaggi, forti del lassismo che caratterizza il nostro Paese, fa quello che vuole e butta ogni cosa dove gli capita, impunemente.
Il caso di via Genova, dove si trova una malconcia isola ecologica, è emblematico. Le segnalazioni sono in aumento, in particolare per l’abbandono di rifiuti ingombranti, lasciati in strada senza alcun riguardo per l’ambiente o la comunità. Il tutto sotto gli occhi (e i piedi) degli studenti del Piovene che passano su quel marciapiede ogni giorno e sotto gli occhi di Paolo Rossi, che campeggia in un grande murale sull’Everest. Insomma, dall’icona dello sport vicentino alla discarica, dalle stelle alle stalle. Soprattutto, sotto gli occhi delle telecamere. Nonostante la sorveglianza, l’area resta preda di inciviltà e degrado.
Un altro residente ci ha segnalato un bambino asiatico che, sotto la supervisione del padre impegnato in lavori edili, trasportava calcinacci per gettarli nell’umido, una pratica illegale che dimostra quanto diffusa sia l’ignoranza sulle corrette modalità di smaltimento. Le foto allegate sono eloquenti: solo negli ultimi due giorni sono stati abbandonati: un divano, uno sciacquone, un piano cottura smontato, materiale plastico di ogni sorta. Sebbene non sia corretto generalizzare, si tratta spesso di persone straniere che, per mancanza di informazione o semplice incuria, non rispettano le regole del corretto conferimento dei rifiuti.
La situazione di via Genova non è un caso isolato, ma un problema diffuso in diverse zone della città.
Un suggerimento: perché Vicenza non adotta il sistema-Arzignano o sistema-Marcigaglia? L’assessore arzignanese dell’amministrazione Bevilacqua, per anni delegato alla sicurezza, ha riempito la città di telecamere. La Polizia Locale arzignanese di fronte alle segnalazioni si sporca le mani e dai rifiuti trova quasi sempre dei riferimenti al ‘selvaggio’ che li abbandona. Fioccano le multe e… magari, dopo un po’, gli incivili si stancano di lordare la città. La presenza costante di controlli permette di individuare rapidamente i responsabili e sanzionarli con multe esemplari, scoraggiando così ulteriori atti di inciviltà.
Non è una questione politica. Il sindaco Possamai si trova davanti una situazione ormai endemica. Le amministrazioni comunali che si sono susseguite, da Hullweck a Rucco, passando per Variati, hanno tutte dovuto fare i conti con questo fenomeno e si può dire che finora nessuno l’ha risolto.