PFAS – The Guardian: “Il Regno Unito non ha soldi a sufficienza per bonificare i siti inquinati (circa 10mila)”
Il numero di siti potenzialmente contaminati da sostanze chimiche pericolose, conosciute come “eternamente persistenti”, è in aumento in Inghilterra. L’Agenzia per l’Ambiente (EA) ha dichiarato di non avere i fondi necessari per gestirli adeguatamente.
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Recentemente, un ex aeroporto della RAF nel Cambridgeshire e una scuola per vigili del fuoco nei Cotswolds sono stati aggiunti all’elenco dei “siti problematici” insieme a un impianto chimico nel Lancashire e a un fornitore di attrezzature antincendio nel North Yorkshire. Tutti questi luoghi sono contaminati da PFAS (sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche), un gruppo di composti chimici legati a malattie come il cancro e difficili da smaltire nell’ambiente, guadagnandosi il soprannome di “sostanze chimiche eterne”.
Un rapporto compilato per l’EA stima che in Inghilterra potrebbero esserci più di 10.000 siti contaminati da PFAS, ma finora l’agenzia ha preso provvedimenti solo in quattro di essi. Le schiume antincendio contenenti PFAS, ampiamente usate in passato, sono una delle cause principali della contaminazione. Questo spiega perché l’ex base della RAF, ora Fire Service College a Moreton-in-Marsh, Gloucestershire, è tra i siti monitorati dall’agenzia, che sta indagando su alte concentrazioni di PFAS nelle acque superficiali dell’area.
Un altro sito sulla lista è Angus Fire, fornitore di attrezzature antincendio a Bentham, North Yorkshire, dove sono stati riscontrati elevati livelli di PFAS. L’azienda ha dichiarato di non produrre o testare più schiume contenenti PFAS e ha condotto test per molti anni.
L’EA sta anche ispezionando l’Imperial War Museum a Duxford, Cambridgeshire, su richiesta del consiglio distrettuale di South Cambridgeshire. Nel 2022, un’inchiesta del Guardian aveva rivelato che l’acqua potabile nella zona era contaminata da PFAS. Un portavoce del museo ha assicurato che nessuna sostanza vietata è stata utilizzata consapevolmente nella tenuta e che la squadra antincendio non utilizza più schiume antincendio, in considerazione della vicinanza della falda acquifera.
Altre indagini sono in corso presso il sito di AGC Chemicals a Thornton-Cleveleys, Lancashire, dove sono state trovate elevate concentrazioni di PFOA, una variante vietata di PFAS, nei reflui scaricati nel fiume Wyre. AGC ha dichiarato di non utilizzare né produrre più PFOA, suggerendo che i contaminanti potrebbero essere legati a usi storici.
La corrispondenza tra l’EA e il Dipartimento per l’Ambiente, l’Alimentazione e gli Affari Rurali (Defra), visionata dal Guardian e da Watershed Investigations, mostra che l’agenzia teme di non avere le risorse per sostenere le indagini e la valutazione dei rischi nei quattro siti in questione. Una stima approssimativa del costo delle indagini varia tra 1,8 e 2,7 milioni di sterline, ma l’EA dispone di un budget di soli 500.000 sterline per i terreni contaminati.
Questi costi non includono la bonifica dei siti, che sarebbe a carico dell’agenzia solo se i responsabili dell’inquinamento non potessero essere identificati.
Secondo il dott. Shubhi Sharma, dell’ente benefico Chem Trust, è giusto che l’EA segnali la carenza di risorse e i costi elevati legati al monitoraggio dei PFAS in migliaia di siti potenzialmente contaminati. Sharma ha sottolineato l’importanza del principio “chi inquina paga”, invitando l’industria chimica a contribuire finanziariamente.
Il rapporto dell’EA indica che la maggior parte dei 10.000 siti potenzialmente contaminati proviene da discariche storiche, impianti di trattamento delle acque reflue, industrie pesanti, stazioni dei pompieri e aeroporti, dove sono state usate schiume antincendio contenenti PFAS.
In tutto il paese, schiume antincendio contenenti PFAS vietati sono ancora immagazzinate, con oltre 800 tonnellate di prodotti contenenti PFOA e PFOS, secondo dati ottenuti dal Guardian e Watershed.
Un portavoce del Defra ha affermato che il governo ha iniziato a considerare restrizioni sui PFAS nelle schiume antincendio e fornirà maggiori dettagli a tempo debito, confermando l’impegno a migliorare la gestione delle sostanze chimiche come parte del piano di miglioramento ambientale.
Un portavoce dell’EA ha infine dichiarato che l’agenzia sta portando avanti un programma pluriennale per comprendere meglio le fonti di inquinamento da PFAS e collaborare con diversi partner, tra cui le autorità locali, per valutare e gestire i rischi ambientali.