6 Novembre 2024 - 14.33

Bimba in adozione a due donne sposate civilmente: il Tribunale dei Minori dà il via libera

Il Tribunale dei Minori di Venezia ha accolto, dando così il via libera, all’adozione di una bambina da parte di due donne che ora notificheranno l’atto all’ufficio anagrafe del comune di Silea (Treviso) dove la coppia vive.

La piccola, che ha un anno e mezzo è nata all’ospedale di Treviso in seguito alla procreazione assistita a cui si è sottoposta a Copenaghen la madre biologica della coppia.

Le due donne sono unite civilmente dal 2018 proprio nel comune trevigiano dove vivono e che ha accolto l’arrivo della nuova residente pubblicandolo con messaggi elettronici sui pannelli comunali. “In questa maratona a ostacoli – ha scritto su Facebook una delle due mamme – continuiamo a chiedere a gran voce i nostri diritti e doveri negati. Per il bene di nostra figlia, perchè noi esistiamo”. Le fa eco l’avvocato Valentina Pizzol che segue le due mamme: “l’unica scappatoia, accolta da un diverso Comune veneto per un’altra coppia di mamme, è di richiedere per la piccola la carta d’identità cartacea, in cui si può ancora inserire il nome di un genitore o chi ne fa le veci. Il problema – aggiunge – è che ormai viene concessa solo per motivi urgenti ed eccezionali. L’alternativa è di presentare ricorso contro il decreto Salvini, iter seguito da due madri di Roma, alle quali lo scorso 24 febbraio la Corte d’Appello della capitale ha dato ragione, consentendo loro di firmare come genitore 1 e 2. Ma è un percorso che si aggiunge alle lungaggini burocratiche già responsabili di un limbo discriminatorio penalizzante per i minori”. “Avere nostra figlia – sottolinea una delle mamme – è stata una scelta consapevole, non casuale, ci abbiamo pensato su un anno, non meritiamo questo calvario”. Per Pizzol la sentenza, che consente alla partner non biologica di diventare madre, “nonostante l’esito positivo, nella pratica incontra degli ostacoli nel momento in cui dovrà essere rilasciata la carta d’identità digitale della bambina, Il ‘decreto Salvini’, infatti, prevede che in tale documento ci sia la dicitura ‘padre’ e così l’intestataria troverebbe associato ad esso un nome femminile”. Da qui, conclude Pizzol, la ragione dello “sfogo” sui social della madre dopo un’attesa per la sentenza di adozione durata così a lungo. Da parte sua, il sindaco di Silea, Rossella Cendron, ricorda di avere suggerito alle concittadine di preferire la via dell’adozione, anziché quella della richiesta di un formale atto di nascita, dato che il Comune non ha dimensioni tali da potersi dotare di uno studio legale proprio e strutturato. ANSA VENETO

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