Germania e Paesi nordici si preparano alla guerra nucleare
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(nella foto: un bunker americano – anni 50)
Mentre la prospettiva di un conflitto esteso in Europa può sembrare remota, alcuni paesi stanno adottando misure significative per preparare la popolazione a eventuali emergenze. La Germania, ad esempio, sta sviluppando un’app per aiutare i cittadini a localizzare i bunker più vicini, in un contesto dove le infrastrutture protettive si sono rivelate insufficienti: nel paese, con 84 milioni di abitanti, si contano meno di 600 rifugi pubblici, capaci di ospitare solo 480.000 persone.
In Germania, molte strutture della Guerra Fredda sono state smantellate, ma un nuovo piano nazionale mira a individuare edifici che possano essere riadattati come rifugi, comprese stazioni della metropolitana, cantine e scuole. Nel frattempo, le famiglie vengono incoraggiate a preparare spazi sicuri nelle proprie abitazioni, mentre i costruttori di nuove case potrebbero presto essere obbligati a includere rifugi protettivi.
La Svezia ha adottato un approccio informativo, distribuendo un opuscolo intitolato Se arriva una crisi o una guerra, che fornisce consigli pratici su come affrontare emergenze, dalla mancanza di acqua potabile alla sicurezza digitale. Anche la Norvegia ha distribuito guide simili, invitando i cittadini a conservare scorte di cibo per almeno una settimana, mentre la Finlandia pone l’accento sulla resilienza psicologica e la sicurezza cibernetica, incoraggiando la popolazione a prepararsi per almeno 72 ore in caso di crisi.
L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha rappresentato una “chiamata di sveglia” per molti paesi, spingendo anche Finlandia e Svezia ad aderire alla NATO. Tuttavia, la preparazione non si limita agli aspetti militari: “La resilienza collettiva è essenziale”, si legge nel manuale svedese, che sottolinea l’importanza della cooperazione civile in tempi di incertezza.
Secondo il The Guardian, la Germania è in prima linea nell’elaborare piani per aumentare la capacità di difesa civile, con gli esperti che non escludono la possibilità di un attacco russo entro i prossimi cinque anni. Mentre i paesi nordici rafforzano le loro riserve e sensibilizzano i cittadini, l’Europa sembra muoversi verso una nuova era di preparazione civile e consapevolezza del rischio.