Lupo, Coldiretti: “Nelle campagne uccisi migliaia di pecore, mucche e cavalli”
Sono diventati migliaia gli animali tra pecore, mucche, capre, asini e cavalli che ogni anno vengono uccisi a causa degli attacchi dei lupi, con una situazione divenuta ormai insostenibile per gli allevamenti delle aree interne, sempre più a rischio di chiusura. A ricordarlo è Coldiretti, in occasione del pronunciamento del comitato permanente della convenzione di Berna per la conservazione della flora e della fauna selvatiche e dei loro habitat naturali, organo del Consiglio d’Europa, che ha votato a favore della richiesta dell’Unione europea di abbassare il livello di protezione per i lupi. L’indirizzo va incontro alle crescenti richieste da parte degli enti locali di maggiore flessibilità per gestire più attivamente le concentrazioni critiche di lupi.
“La notizia ci conforta – commenta il presidente di Coldiretti Vicenza, Pietro Guderzo – in quanto risponde alle richieste che da tempo abbiamo avanzato nei confronti delle istituzioni. Un passo avanti positivo e che speriamo sia il primo di una serie di interventi per riconoscere e risolvere un problema divenuto pesante per il territorio Vicentino. Sono centinaia i capi che negli ultimi anni sono stati sbranati dai lupi, mettendo seriamente a rischio l’esistenza delle malghe con le produzioni d’eccellenza che ne derivano”.
Il contesto nazionale non è meno allarmante. Secondo una stima dell’Ispra, infatti, la popolazione dei lupi in Italia è aumentata, attestandosi intorno ai 3.300 esemplari, 950 nelle regioni alpine e quasi 2.400 lungo il resto della penisola. Numeri che testimoniano come il lupo non sia più a rischio estinzione. “Al contrario cresce il pericolo della scomparsa della presenza dell’uomo delle montagne e delle aree interne, con effetti devastanti sull’economia e sull’occupazione di questi territori, ma anche sull’assetto idrogeologico. Senza la costante opera di manutenzione assicurata dalle aziende agricole – conclude Coldiretti – cresce il degrado ambientale che porta con sé frane e alluvioni, rese ancora più devastanti dagli effetti dei cambiamenti climatici”.