USA – Primo caso grave di influenza aviaria rilevata nell’uomo: può diventare pandemica?
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La vigilanza nei confronti dell’influenza aviaria è più importante che mai, soprattutto dopo il primo caso grave rilevato negli esseri umani negli Stati Uniti. Mercoledì 18 dicembre, le autorità sanitarie statunitensi hanno confermato il ricovero di un paziente in Louisiana infettato dal virus dell’influenza aviaria. Il soggetto era stato in contatto con uccelli malati e morti, come specificato dai Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie (CDC). Dall’aprile 2024, negli Stati Uniti sono stati identificati 61 casi di influenza aviaria negli esseri umani.
Il virus dell’influenza aviaria A (H5N1) è apparso per la prima volta in Cina nel 1996, ma dal 2020 il numero di focolai tra i volatili è cresciuto vertiginosamente. Non solo gli uccelli, ma anche un numero crescente di mammiferi, come le foche, hanno iniziato a morire dopo aver consumato uccelli infetti. L’influenza aviaria ha raggiunto persino regioni isolate come l’Antartide, segnalando un’espansione senza precedenti.
Secondo l’Organizzazione mondiale per la salute animale, più di 300 milioni di pollame sono stati abbattuti dall’ottobre 2021 e 315 specie di uccelli selvatici colpite sono state identificate in 79 paesi. A marzo 2024, è emersa una nuova preoccupazione: il virus è stato rilevato in alcune mandrie di mucche da latte negli Stati Uniti. Studi successivi, condotti su lavoratori del settore lattiero-caseario, hanno rivelato che l’8% dei testati presentava anticorpi contro il virus, indicando un rischio di infezione trasversale.
Un virus a un passo dal diventare pandemico?
Secondo Meg Schaeffer, epidemiologa dell’istituto americano SAS, “l’influenza aviaria bussa alla nostra porta e potrebbe scatenare una nuova pandemia”. Nonostante il virus necessiti ancora di mutazioni per trasmettersi facilmente tra gli esseri umani, recenti ricerche pubblicate su Science hanno rilevato che la versione che infetta le mucche americane è a una sola mutazione dal diventare più contagiosa per l’uomo.
Ed Hutchinson, virologo dell’Università di Glasgow, avverte che il virus H5N1 è “a un passo” dall’essere “più pericoloso per noi”. La possibilità che una mutazione possa rendere il virus trasmissibile da uomo a uomo rappresenta un rischio concreto per la salute globale.
L’evoluzione del virus e il suo impatto su diverse specie e continenti sottolineano la necessità di rafforzare la sorveglianza e la cooperazione internazionale per prevenire una possibile pandemia. Il caso di influenza aviaria grave negli Stati Uniti rappresenta un ulteriore campanello d’allarme per la comunità scientifica e sanitaria globale.