Oggi la Consulta decide sull’Autonomia: sinistra contro, governo in disparte, il Veneto da solo la difende
Oggi è attesa la decisione della Corte Costituzionale sull’ammissibilità del referendum abrogativo legato alla legge Calderoli sull’autonomia differenziata. Gli undici giudici costituzionali, presieduti temporaneamente da Giovanni Amoroso, si esprimeranno in serata su un quesito che potrebbe essere dichiarato inammissibile, soprattutto a causa delle profonde modifiche apportate alla legge dalla stessa Consulta.
La sentenza 192 del 2024 ha infatti riscritto in modo significativo la norma, eliminando sette punti e correggendone altri cinque, modificando di fatto i principi ispiratori del testo. Questo ha sollevato dubbi sulla validità di un referendum che, secondo alcune interpretazioni, riguarderebbe una legge che non esiste più nella sua forma originaria.
La Corte, non essendo riuscita a completare il quorum con l’elezione dei quattro giudici mancanti, si riunirà con undici membri. Il rinvio dell’udienza dal 13 al 20 gennaio non ha risolto l’impasse politica, con il Parlamento ancora bloccato sulla nomina dei nuovi componenti.
La premier Giorgia Meloni ha preso le distanze dal tema, dichiarando in una recente conferenza stampa di non voler intervenire direttamente sui referendum. Questo approccio riflette la volontà di evitare una campagna elettorale su una legge che non rappresenta pienamente la linea del governo e che rischierebbe di ricompattare le opposizioni contro l’esecutivo.
A sostenere la validità del quesito sarà la Regione Veneto, con una memoria del costituzionalista Mario Bertolissi. Il governo, al contrario, ha scelto di non inviare l’Avvocatura dello Stato per sostenere l’inammissibilità, lasciando che la Consulta decida senza ulteriori pressioni.
La decisione di stasera potrebbe segnare uno stop definitivo al referendum previsto per la prossima primavera, ponendo fine a un percorso segnato da tensioni politiche e giuridiche.