23 Gennaio 2025 - 11.17

Arriva il gioco da tavolo tedesco ispirato alle guerre di mafia in Sicilia ed è polemica

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Un gioco da tavolo tedesco che riproduce le guerre di mafia degli anni ’80 in Sicilia ha suscitato indignazione in Italia. Maria Falcone, sorella del giudice antimafia Giovanni Falcone, assassinato da Cosa Nostra nel 1992, ha definito il gioco un’offesa alla memoria di chi ha sacrificato la vita per combattere la criminalità organizzata.


Il gioco, intitolato La Famiglia: The Great Mafia War, è stato ideato dalla società tedesca Boardgame Atelier e ha vinto l’As d’Or, un prestigioso premio francese per giochi da tavolo, lo scorso anno. Recentemente tradotto in italiano, è ora disponibile su diverse piattaforme di vendita online.

La premessa del gioco è che i partecipanti, interpretando famiglie mafiose, competono per il controllo della Sicilia attraverso strategie che includono l’uso di autobombe e altri strumenti violenti.


“Non capisco come qualcuno possa concepire un gioco del genere, che banalizza i sacrifici di chi ha perso la vita servendo lo Stato,” ha dichiarato Maria Falcone al Corriere della Sera. “La mafia ha portato solo morte e distruzione in Sicilia e in Italia. Questo gioco offende la memoria di tutti coloro che hanno lottato per liberare il nostro Paese dalla criminalità organizzata.”


Anche Alessandro De Leo, esponente di Forza Italia, ha espresso sdegno, scrivendo al presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani: “Questo prodotto offende la dignità dei siciliani e sminuisce l’impegno quotidiano di milioni di cittadini che si battono per la legalità e la giustizia.”


Maximilian Maria Thiel, ideatore del gioco, ha replicato affermando: “Mi dispiace se qualcuno si sente offeso, non era la nostra intenzione. Nel gioco solo i gangster si combattono tra loro. È stato mantenuto volutamente astratto, senza figure realistiche, per evitare una rappresentazione esplicita degli omicidi.”

Thiel ha anche chiarito che il gioco si concentra esclusivamente sulla faida mafiosa interna degli anni ’80 e non sugli omicidi di figure simbolo come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, avvenuti dieci anni dopo.

Un tema ancora sensibile
Le guerre di mafia degli anni ’80 in Sicilia causarono più di 1.000 vittime, tra cui molti innocenti. L’eredità di quegli anni è ancora viva nella memoria collettiva, e qualsiasi rappresentazione che possa banalizzare il dramma vissuto rischia di essere vista come una mancanza di rispetto verso chi ha combattuto per la giustizia e la legalità.

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