Veneto – Gettò la compagna da un ponte: chiuse le indagini

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Contestato l’omicidio premeditato e aggravato di Giada Zanola. Gettata da un cavalcavia dell’autostrada A4 dopo essere stata stordita con dei barbiturici, probabilmente per inscenare un suicidio.
Ne è convinta la Procura della Repubblica di Padova che ha chiuso le indagini nei confronti di Andrea Favero, 38 anni, accusato dell’omicidio premeditato di Giada Zanola, la donna di 34 anni, morta lo scorso 29 maggio a Vigonza, in provincia di Padova.
La Procura, che si appresta quindi a chiedere il rinvio a giudizio per l’ex compagno della vittima, ha ipotizzato che il delitto sarebbe stato pianificato tempo prima. Altra aggravante contestata è quella della relazione affettiva e della convivenza: i due si sarebbero dovuti sposare a settembre dell’anno scorso, ma lei aveva annullato tutto. Il corpo di Giada Zanola venne investito più volte dai mezzi in transito lungo la strada. Si tratterebbe, insomma, secondo l’ipotesi dei pm, dell’ennesimo femminicidio. Andrea Favero si trova in carcere, accusato di omicidio volontario aggravato.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, Giada Zanola, ancora viva, sarebbe stata spinta giù dal cavalcavia dell’A4 da Favero, con il quale aveva deciso di troncare la relazione. La notifica della conclusione delle indagini preliminari è avvenuta il 24 marzo scorso. Scaduti i termini per le controdeduzioni della difesa, si procederà con la probabile richiesta di rinvio a giudizio, con fissazione dell’udienza preliminare che potrebbe tenersi a luglio.